Abusivismo, bioedilizia ed emergenza abitativa nel Lazio

Legge contro abusivismo edilizio
"Daremo vita a una vera e propria rete di monitoraggio e sostegno di tutti gli uffici competenti in materia urbanistica ed edilizia per garantire la regolarità e la sicurezza di tutte le edificazioni realizzate sul territorio laziale. Inoltre sarà rafforzata la vigilanza antiabusivismo, in totale collaborazione con i comuni, soprattutto i più piccoli”.
Questo il commento del Presidente Marrazzo rispetto all’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale del Lazio, della prima legge regionale in materia di vigilanza urbanistico-edilizia e che recepisce il ”Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia”, Dpr 380/2001.

La normativa definisce in modo organico il ruolo e le competenze della Regione e delle Amministrazioni comunali per fronteggiare il fenomeno dell’abusivismo edilizio e si incentra sulla collaborazione interistituzionale, sullo snellimento delle procedure amministrative e sulla definizione dell’esercizio dei poteri sostitutivi in caso di  inerzia dei Comuni. Prevede l’inserimento di un’apposita disciplina di tutela per le aree vincolate, un inasprimento delle sanzioni e l’istituzione di un fondo di rotazione per le demolizioni.

Soddisfazione anche da parte dell’assessore regionale all’Urbanistica e vicepresidente regionale  Esterino Montino che ha affermato: “Il Lazio aveva bisogno di una specifica legge sulla vigilanza urbanistico-edilizia. La nuova normativa costituisce la condizione essenziale per riportare alla legalità i territori deturpati dal fenomeno dell’abusivismo edilizio dove si annidano anche gli interessi della criminalità organizzata”. E poi ha aggiunto: “Il tema della dotazione finanziaria sarà al centro dell’assestamento di bilancio previsto per la prossima settimana e nel 2009 adegueremo con un congruo finanziamento lo specifico capitolo di bilancio”.

Il 14 maggio 2008 il Consiglio regionale ha inoltre approvato la "legge sulla bioedilizia e l’architettura sostenibile".
Ogni nuovo edificio pubblico e privato utilizzerà anche fonti rinnovabili per il proprio funzionamento.
Nessun costruttore potrà chiedere licenze edilizie senza prevedere forme di risparmio idrico ed energetico o produzione di elettricità da fonti rinnovabili.
Previste nello specifico forme di riciclo idrico, produzione di acqua calda, scaricihi differenziati nei bagni, pannelli solari e miscelatori aria-acqua.
La legge prevede anche la riduzione di insediamenti urbani sui sistemi naturalistici, il recupero delle aree degradate e, in generale, una migliore qualità delle costruzioni.
Il rispetto delle norme sarà affidato a professionisti estranei alla costruzione e i controlli saranno delegati ai comuni.

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Tre proposte per risolvere emergenza abitativa a Roma
Aumentare la densificazione delle aree destinate all’edilizia residenziale.
Dotare una porzione delle 56 aree previste nel Prg di cubature destinate a edilizia per uso residenziale, costruendovi parcheggi di scambio.
consentire all’Ater di realizzare i metri cubi già previsti nei piani di zona e mai edificati.

"Queste proposte necessitano di accordi di programma e di un successivo passaggio in consiglio comunale e in quello regionale – ha affermato l’assessore Di Carlo – potremmo mettere in atto un processo politico importante di collaborazione tra maggioranze governate da schieramenti differenti su un tema concretissimo come quello dell’emergenza abitativa".

Un aumento "moderato ed equilibrato" della densificazione e degli indici di costruzione degli immobili destinati alla soluzione dell’emergenza abitativa secondo Di Carlo consentirebbe di accrescere il numero di alloggi da realizzare e di utilizzare un quantitativo minore di terreno.

La seconda proposta avanzata dall’assessore Di Carlo prevede di convertire ad edilizia residenziale i premi di cubatura previsti per la realizzazione di 56 parcheggi di scambio in aree vicine ad alcune stazioni del servizio pubblico situate all’interno del Gra, come Primavalle, Montebello, Ponte Mammolo o la zona di Tor Pagnotta.

La terza proposta di questo pacchetto riguarda 1 milione di metri cubi, destinati dai piani di zona alla costruzione di immobili da parte dell’Ater, e non ancora edificati. Queste cubature consentirebbero di realizzare circa 3.500 appartamenti.

Fonte: www.regione.lazio.it

 

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