Campania, tutela dell’ambiente

“Acceso” simbolicamente dal presidente Berlusconi, è entrato in funzione alla fine di marzo il termovalorizzatore di Acerra.

Il termovalorizzatore è il primo impianto in Campania che inaugura un ciclo industriale virtuoso di smaltimento dei rifiuti, in quanto consente un ciclo industriale legale, controllato e sicuro ma anche capace di liberare energie e risorse.

Le tre linee indipendenti di cui si compone smaltiscono ciascuna circa 27 tonnellate di rifiuti all’ora e si calcola che, a pieno regime, la struttura possa arrivare a trasformare in energia circa 200/300 tonnellate di rifiuti al giorno.

Realizzato da Impregilo, il termovalorizzatore sarà gestito dalla società lombarda A2A. L’impianto prevede, per ogni linea, che le funzionalità di ricezione e stoccaggio dei rifiuti siano seguite dal processo di termovalorizzazione.

Di fatto, il processo consente di utilizzare il vapore prodotto durante la combustione dei rifiuti urbani non pericolosi per la creazione di energia elettrica e/o termica, con conseguente risparmio di risorse naturali.

Ogni linea è inoltre dotata di una sezione che consente la depurazione dei fumi e la loro emissione nell’atmosfera, senza generare sostanze dannose per l’ambiente e per l’uomo.

Insieme ai termovalorizzatori di Napoli, Salerno e Santa Maria la Fossa, la costruzione dell’impianto di Acerra fa parte dei provvedimenti previsti dalla legge n.123 del 2008. Con ulteriore decreto, l’esecutivo ha istituito l’Osservatorio ambientale sul termovalorizzatore di Acerra.

L’obiettivo è dare informazioni corrette ed esaustive alla popolazione, relativamente all’attività dell’impianto, ai dati di funzionamento ed ai test di controllo. Composto da otto tecnici, l’Osservatorio si è insediato ufficialmente il 19 febbraio 2009.

Per l’informazione alla cittadinanza sono previsti due punti informativi collegati 24 ore al giorno con l’impianto, che trasmettono le immagini del termovalorizzatore e i risultati dei monitoraggi su funzionamento e livelli delle emissioni.

Fonte: www.governo.it

 

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