Come riqualificare le aree industriali dismesse? La proposta dell’ANCE

Via libera dell’ANCE al disegno di legge sulle aree industriali dismesse: nel corso di un’audizione alla commissione industria al Senato, l’associazione costruttori ha espresso parere favorevole al provvedimento per il recupero delle aree industriale in stato di abbandono.

A parere dell’ANCE la definitiva chiusura di molte attività industriali è causa non solo di un vuoto fisico, ma continua ad occupare territorio e a inquinarlo con i suoi residui. Tutto ciò ha determinato la formazione di “voragini urbane” divenute parte integrante del tessuto urbano.

Considerati gli indirizzi prevalenti finalizzati a privilegiare il recupero e la riqualificazione, nonché a ridurre progressivamente il consumo del suolo secondo gli auspici dell’Unione Europea, il loro utilizzo rappresenta un’occasione unica per cercare di realizzare una nuova visione urbana.

Al fine di promuovere, anche mediante l’utilizzo della leva fiscale, la partecipazione ai progetti di riconversione delle aree industriali dismesse, l’ANCE effettua la seguente proposta: in primo luogo rendere permanente la detrazione per la riqualificazione energetica nella misura potenziata al 65%, almeno per gli interventi più incisivi.

In seconda battuta riconoscere un sistema di premialità collegato all’immobile riqualificato ad alta performance energetica (Classi energetiche A e B), mediante un abbattimento del 50% della base imponibile, ai fini di tutti i tributi (ad eccezione dell’IVA), almeno per i primi cinque anni dall’ultimazione dei lavori. Inoltre stabilizzare il “potenziamento” della detrazione Irpef per le ristrutturazioni edilizie, nella misura pari al 50% delle spese sostenute sino ad un massimo di 96mila euro rendendola, così, applicabile anche per la riconversione delle aree dismesse.

“L’obiettivo – spiega Camilla Fabbri, senatrice del Pd, componente della Commissione Industria – è la riconversione di aree artigianali dismesse, parzialmente dismesse e in via di dismissioni, favorendo sviluppo economico e tutela ambientale, in particolare con le bonifiche e senza consumo di suolo. Strutture improduttive e abbandonate potranno tornare a nuova vita servendo scopi produttivi, commerciali e turistici con beneficio occupazionale”.

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