Depurazione delle acque, buoni i risultati della Puglia

“La conferenza stampa di stamane (ieri, ndr) tra il Ministro dell’Ambiente e la regione Puglia sul tema dei progetti per la depurazione e i finanziamenti UE dimostra che coordinando gli sforzi si possono raggiungere risultati rilevanti. Le nostre aziende, in tutto il Paese, hanno già progetti cantierabili e sarebbero in grado di collaborare con le istituzioni per attivare i fondi UE, senza il timore di incorrere nell’accusa di aiuti di Stato, ma semplicemente valorizzando la capacità progettuale. Insieme, il Ministero dell’Ambiente e il Ministero per le Infrastrutture potrebbero mettere la parola fine al rischio di multe da 700 mila euro al giorno che sta per colpire moltissimi Comuni italiani“.

Il direttore generale di Federutility Massimiliano Bianco – nel commentare la conferenza stampa in cui ieri mattina il Ministro Andrea Orlando e il Presidente della regione Puglia Nichi Vendola hanno illustrato i buoni risultati raggiunti in materia di utilizzo dei fondi Ue per opere fognarie e depurative – ricorda anche che  “il 30% dei cittadini italiani scarica ancora i propri reflui fognari senza alcun trattamento, pregiudicando la qualità ambientale del territorio e lo sviluppo economico di intere aree. La condanna ricevuta dalla Corte di Giustizia Europea lo scorso anno non ha prodotto l’accelerazione negli investimenti che sarebbe necessaria. Occorre invece scongiurare le multe milionarie che arriveranno dalla Commissione Ue tra poco più di un anno”.

Federutility – la federazione che riunisce le aziende dei servizi idrici ed energetici in Italia – richiama l’attenzione di decisori politici e opinione pubblica sul tema della qualità ambientale e della salvaguardia di fiumi, laghi e mari. I reflui delle nostre città, infatti, non vengono adeguatamente trattati, così come invece previsto dalla normativa europea e nazionale. L’Italia l’anno scorso è stata condannata dai Giudici europei, che hanno elencato i Comuni fuori legge (oltre 100); tra questi, note mete turistiche come Rapallo e Santa Margherita Ligure (GE), Capri e Ischia (NA), Porto Cesareo (LE), Messina e Giardini Naxos.

“È evidente a tutti l’impatto che tale arretratezza nei servizi idrici produce sul tessuto dei territori. Al danno ambientale – spiega ancora Bianco – si aggiunge quello economico, con multe che potranno arrivare fino a 714.240 euro per ogni giorno di ritardo; una somma forfettaria, pari ad un minimo di 9 milioni; la sospensione dei fondi Ue fino all’adeguamento alla Direttiva (pari a circa 30 mld fino al 2015)”.

Ammonta a 65 mld il fabbisogno per investimenti nei servizi idrici in Italia nei prossimi 15 anni. Nel solo comparto fognario – depurativo (estensione rete fognaria e potenziamento e/o costruzione di impianti di depurazione) sono previsti investimenti per oltre 30 mld.

Federutility – che ha calcolato in un esiguo 10% la copertura del finanziamento statale ai servizi idrici – auspica un maggior impiego dei fondi Ue negli investimenti infrastrutturali per ammodernare il sistema idrico nazionale: non solo interventi di rifacimento delle reti idriche per recuperare le note “perdite di rete”, ma investimenti in fognatura e depurazione per salvaguardare il patrimonio ambientale e rilanciare così anche l’economia dei territori a più forte vocazione turistica. Gli investimenti nel comparto potrebbero avere un effetto occupazionale stimabile tra 150-200 mila addetti.

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