Energia e ambiente: nucleare o rinnovabili?

Il Presidente di Enea, Luigi Paganetto, ha presentato nei giorni scorsi il Rapporto annuale dell’ENEA su Energia e Ambiente, cui hanno dato il loro contributo illustri esperti dell’industria, della Pubblica Amministrazione e della politica.

Il rapporto di quest’anno, ha detto Paganetto, ultimo dell’attuale gestione ENEA, sottolinea:

l’impatto della crisi economica sul sistema energetico, con scenari che evidenziano per un verso la riduzione dei consumi e, di conseguenza delle emissioni, per effetto del minor livello dell’attività economica e, per altro verso, la riduzione che la recessione determina sull’attività d’investimento del settore energetico;

l’importanza in generale dell’investimento in ricerca e tecnologia come strumento per affrontare la sfida energetica.

Tra le opzioni aperte nel quadro energetico italiano ribadisce:

– la centralità dell’efficienza energetica come scelta per il breve medio periodo, e l’esigenza di concentrare l’attenzione sugli usi finali dell’energia, nel residenziale, nei trasporti e nell’industria, anche per i suoi effetti positivi sul sistema economico;

– l’esigenza di guardare al ritorno al nucleare come una novità importante che si aggiunge, ma non è in alternativa, alle altre fonti, in particolare rinnovabili, e che consente il rientro in un settore tecnologico di cui occorre catturare l’evoluzione;

– le fonti rinnovabili in quanto tecnologie sulle quali occorre investire in ricerca ed innovazione, anche per le opportunità che offrono a livello industriale, come mostrano i risultati ottenuti da Spagna e Germania;

– l’esigenza di mettere il massimo impegno sul trasferimento tecnologico dal mondo della ricerca a quello dell’industria, per partecipare alla competizione tecnologica, che si è aperta nel mondo su energia e ambiente. L’impegno di ENEA sul solare termodinamico sta riscuotendo grande attenzione nel Mediterraneo e nel Sud-est asiatico;

– l’attenzione che è necessaria porre sulle tecnologie energetiche a lungo termine, come il programma sulla fusione nucleare (ITER), dove occorre riaffermare con decisione il ruolo di leadership che il Paese, anche tramite l’ENEA, ha conquistato a livello internazionale.

Sintesi del Rapporto

Rapporto Energia Ambiente 2008

La scelta è obbligata: o il nucleare o le rinnovabili
“Il rapporto dell’Enea sottolinea giustamente l’importanza e la strategicità dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per il nostro Paese, ma allo stesso tempo prova a conciliare la necessità di intensificare gli sforzi in questa direzione con il ritorno al nucleare.

Purtroppo queste opzioni sono tra loro inconciliabili e concorrenti. In un momento di recessione e limitatezza di risorse economiche la scelta è, infatti, obbligata: se si decide di investire nel nucleare non si investirà nelle fonti rinnovabili e nell’efficienza.

Un conflitto di interessi per certi versi sottolineato dalla stessa mozione recentemente proposta in Senato che contrappone il
solare termodinamico al nucleare; l’importanza data a quest’ultima isolerebbe l’Italia ponendola in controtendenza rispetto all’onda della nuova economia cavalcata anche dalla Cina, che ha appena lanciato un massiccio piano di investimenti in fonti rinnovabili, con una forte spinta all’energia solare.”

E’ il commento del WWF Italia al rapporto ‘Energia e Ambiente 2008’ dell’Enea, presentato a Roma.

Tra le opzioni più importanti in materia di efficienza, l’Italia avrebbe notevoli potenzialità per quanto riguarda la micro cogenerazione (produzione combinata di energia elettrica e termica), ma questa è ostacolata da un sistema di produzione e distribuzione energetico italiano ancora fortemente incentrato sulle grandi centrali termoelettriche e le reti ad alta tensione, una criticità peraltro bene evidenziato anche dallo stesso Corrado Clini, Direttore generale Ricerca ambientale e Sviluppo del Ministero dell’Ambiente.

Sulla base di questi presupposti, è ancora più evidente come puntare sul nucleare significhi rafforzare quel modello di grandi impianti di produzione di fatto antitetico all’efficienza energetica e alla generazione distribuita da fonti rinnovabili connesse alle reti intelligenti (smart grid).

L’Italia deve quindi decidere ora su quale modello energetico basare il proprio futuro: quello centralizzato, basato su grandi impianti a combustibili fossili e nucleare – ovvero fonti poco pulite, destinate
ad esaurirsi, a costi sempre crescenti anche in termini di sicurezza e non risolvono il problema del cambiamento climatico – oppure quello distribuito, incentrato sull’efficienza energetica, le fonti di energia
rinnovabili e le smart grid – tecnologie pulite, sempre più competitive, che rappresentano la svolta sostenibile necessaria per rilanciare l’economia, creare occupazione e affrontare la sfida dei cambiamenti climatici, anche in vista del nuovo accordo globale sul clima che dovrà essere definito a Copenhagen a dicembre.

“L’Italia necessita di una seria pianificazione energetica, che tenga conto delle reali esigenze del Paese e non degli interessi dei grandi produttori di energia – ha dichiarato Stefano Leoni, presidente del WWF Italia – Aspetti economici e tecnologici dovrebbero spingere il nostro Paese a puntare con coraggio su rinnovabili ed
efficienza, ponendo in essere quella nuova rivoluzione industriale che alcuni Paesi, come Germania e Spagna, hanno da tempo avviato.

Continuando a investire su energie del passato come il nucleare, che non hanno risolto nessuno dei loro problemi, finiremo invece per esserne totalmente tagliati fuori, con gravi conseguenze
non solo per l’ambiente ma anche per il rilancio della nostra economia. Lo sviluppo delle fonti di energie rinnovabili diffuse rappresenta per l’Italia una garanzia di autonomia ma anche di democrazia, perché consente ai privati di non sottostare ai condizionamenti dei grandi produttori.”

Fonti: Enea e WWF

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