Manovra, ore decisive per correggere il testo

Sono queste ore decisive per il testo della Manovra bis: è in programma oggi l’incontro tra il premier Berlusconi, il leader della Lega Nord Bossi e il ministro dell’Economia Tremonti per rivedere il testo del ddl che nei giorni scorsi ha affrontato l’esame del Senato.

Tra le modifiche “nell’aria” ci sono una riduzione del contributo di solidarieta’, lo stralcio delle misure su piccoli comuni e province, la messa all’asta delle frequenze e forse l’Ici da far pagare al Vaticano.

Alla vigilia della scadenza per la presentazione degli emendamenti, fissata per stasera alle 20, i partiti sono al lavoro per affinare le ‘correzioni’ da proporre alla manovra da 45,5 miliardi varata dal governo.

Il provvedimento, licenziato dalla commissione Bilancio di Palazzo Madama, dovrebbe approdare in Aula tra il 5 e il 6 settembre, ma per avere il calendario dettagliato bisognera’ aspettare la Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama, che dovrebbe riunirsi mercoledi’ prossimo.

Sempre in mattinata saranno 800 circa i sindaci d’Italia che si ritroveranno a Milano, all’auditorium Gaber, per protestare contro il decreto 138/2011.

Al centro delle proteste i tagli agli enti locali e la chiusura dei municipi fino a 1000 abitanti. I Comuni chiedono al Governo di rivedere la norma, di stralciare l’articolo 16 del decreto e di aprire un serio confronto sulla Carta delle Autonomie, per riscrivere funzioni e l’assetto delle istituzioni locali.

La manifestazione di Milano fa seguito alle numerose iniziative territoriali dei giorni scorsi e arriva nel giorno della chiusura degli emendamenti da presentare al Senato della Repubblica.

Nei giorni scorsi anche Confedilizia ha espresso le sue perplessità sull’eventuale introduzione in manovra di una patrimoniale anti-evasori.

”Se davvero si vuole arrivare ad una patrimoniale anti-evasori – osserva il presidente Corrado Sforza Fogliani – e’ necessaria una severa messa a punto della normativa relativa, che affronti in profondita’ i problemi che essa pone, a cominciare dal rapporto con le imposte che gia’ vengono corrisposte dal singolo contribuente per i beni presi a riferimento”.

In particolare, prosegue, ”per non arrivare, a proposito delle case, ad una patrimoniale che riguarderebbe persino le prime case, occorre porre fine all’abusato equivoco di considerare di lusso non i beni previsti dalla specifica normativa del 1969 ad essi relativa, ma i beni accatastati come signorili nei diversi quadri di classificazione delle singole zone censuarie e quindi con caratteristiche del tutto differenti da Comune a Comune e addirittura da zona a zona.

Ugualmente, non possono essere superficialmente considerati di per se’ beni di lusso immobili storici e ville che spesso, piu’ che produrre un reddito, costituiscono un debito e per il cui mantenimento va reso merito ai proprietari”.

Infine, secondo Confedilizia ”va superata la comoda dizione delle seconde case (usata a volte per far pensare a case al mare o ai monti) e considerare che molte case oltre la prima sono case locate e quindi con redditi cosi’ esigui che la locazione si e’ ridotta al lumicino”.

Fonti: Ansa e Anci

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