Opere precarie: la necessità dei permessi per l’installazione

L’Italia è il paese degli 8mila regolamenti edilizi: questa la sintesi icastica di un articolo-inchiesta di Sergio Rizzo pubblicato questa settimana sul Corriere della Sera. “Si dà il caso che gli 8mila e passa Comuni italiani abbiano 8mila e passa regolamenti edilizi” scrive Rizzo. Uno diverso dall’altro, chiaramente. Ma in attesa del tanto attesto regolamento edilizio unico, resta sempre sospesa una questione di fondo: la precisa definizione delle differenti opere precarie per esterni dalle verande ai gazebo, transitando per chioschi, dehors e pergotende. Quali sono gli elementi strutturali che le distinguono? Occorre ottenere il rilascio di un permesso particolare per edificarle? Si può fare autonomamente oppure serve è necessario di un tecnico? E in ulteriore istanza: in caso di contestazione da parte degli organi di controllo, posso portare come giustificazione una precisa sentenza della giurisprudenza che garantisca la bontà e la regolarità del mio operato?

Per dare una risposta chiara ed operativa alla domanda Maggioli Editore consiglia l’ebook Gli interventi edilizi per le opere precarie da esterni, un agile e completo prontuario operativo capace guidare il lettore all’interno dei molteplici permessi per l’installazione delle più comuni opere precarie o semi-amovibili: dalle pensiline ai dehors, dai chioschi alle pergotende, passando per i box auto.

Come molti tecnici sanno, infatti, nessun testo legislativo ha mai operato una precisa definizione delle varie opere di arredo esterno, demandando quest’onere alla giurisprudenza dei tribunali amministrativi regionali e del Consiglio di Stato.

L’ebook, realizzato dagli esperti per gli enti locali in edilizia e urbanistica Mario Petrulli e Antonella Mafrica, autori di numerose pubblicazioni e collaboratori del mensile L’Ufficio tecnico e di questo sito, si pone lo scopo di fornire la definizione delle diverse tipologie di installazioni possibili negli spazi esterni e di individuare il relativo e più adatto titolo edilizio, alla luce della giurisprudenza più recente e “di scuola” per altri tribunali.

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