Patto per la casa in Lombardia

Un inedito Patto per la casa, destinato a dare impulso e direzione alle politiche abitative per i prossimi anni.

Lo hanno sottoscritto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni e l’assessore alla Casa Domenico Zambetti con tutti i soggetti pubblici, privati e del sociale – oltre 50 – che operano nel “mondo della casa”: istituzioni locali (sindaci dei capoluoghi di Provincia, Anci, Upl), sindacati (degli inquilini e confederali), associazioni dei costruttori, degli artigiani e delle banche, cooperative, categorie professionali come notai e architetti, mondo del volontariato e del non profit, prefetto di Milano.

Fra gli altri erano presenti i segretari generali di Cgil Lombardia Nino Baseotto, Cisl Lombardia Gigi Petteni, Uil Lombardia Walter Galbusera e i presidenti della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti e dell’Unione dei Piccoli Proprietari immobiliari (Uppi) Paolo Giuggioli.

10 PUNTI PER DETTARE LE LINEE – Suddiviso in 10 punti, il Patto si propone come un decalogo di impegni ineludibili (alcuni già in atto), per rispondere alla richiesta abitativa popolare secondo modalità all’altezza dei tempi. E’ stato messo a punto in un anno di serrato lavoro, di dialogo e di confronto con tutti i protagonisti e in tutti i territori della Lombardia.

Sostegno economico per gli affitti, nuove forme di agevolazione dei mutui per la prima casa, introduzione di strumenti finanziari innovativi (come il Fondo immobiliare che passerà da 220 milioni a 400), un piano di costruzione di 6.000 nuovi alloggi entro il 2015 e la riqualificazione di altri 4000 alloggi Aler esistenti, il riassetto di interi quartieri per garantire qualità di vita e sicurezza: ecco alcuni degli obiettivi principali del Patto.

L’intesa è stata accolta con favore da tutti i sottoscrittori che, per alcuni aspetti, l’hanno definita “storica”. In particolare è stata apprezzata la grande capacità di fare sistema e di convogliare attorno ad un unico tavolo 53 sigle. Un plauso convinto è arrivato, inoltre, per la caparbietà profusa nel mettere in campo strumenti, anche finanziari, sempre nuovi, per fronteggiare la pochezza delle risorse statali.

UN NUOVO WELFARE PER UNA NUOVA RISPOSTA – “Il Patto – ha esordito il presidente Formigoni – rappresenta un sistema integrato di interventi che interessano quello che può essere considerato uno dei pilastri del welfare, messo a dura prova dalla difficile congiuntura economica: il tema della casa.

Nasce da un confronto ampio, allargato a tutto il territorio lombardo. Un approccio nuovo, che invita a una maggior responsabilizzazione di ciascuno e rende possibile una moltiplicazione delle risorse grazie anche al lancio di strumenti come il Fondo immobiliare, che vanta già una dotazione di oltre 200 milioni di euro”.

“E’ il nostro modo di rispondere colpo su colpo a una crisi che morde sempre di più – ha aggiunto – e a una domanda abitativa che presenta sfaccettature molto diverse rispetto al passato.

Per questo è quanto mai urgente rivolgersi anche a chi presenta un reddito medio”.

La sottoscrizione del Patto è anche il seguito di un impegno preso nel programma elettorale del 2010 e confermato nel Programma Regionale di Sviluppo di Regione Lombardia.
 
CONTINUA IL CONFRONTO CON IL GOVERNO – Formigoni ha anche garantito che, anche per quanto riguarda il tema “casa”, prosegue il confronto serrato con il Governo nazionale, sia attraverso la Conferenza Stato-Regioni, sia attraverso una interlocuzione diretta con l’esecutivo “per favorire misure agevolative sotto il profilo fiscale a favore dei proprietari di immobili destinati alla locazione e promuovendo l’attenzione dei Comuni per l’applicazione dell’IMU”.

“Questo perché – ha concluso – vogliamo essere attenti alle istanze di tutti i soggetti a dimostrazione del fatto che Regione Lombardia ha e continuerà ad avere un rapporto dialettico e propositivo con il Governo e che sosterrà sul piano politico e istituzionale le istanze condivise dai sottoscrittori di questo Patto”.

ATTENZIONE AI VERI BISOGNI DELLE FAMIGLIE – L’assessore Zambetti ha poi illustrato i contenuti dell’Intesa, sottolineando anzitutto come l’obiettivo dell’agire istituzionale deve partire “da un’attenzione ferma e rigorosa ai bisogni della gente”. “Il Patto – ha spiegato – individua nuove e più efficaci linee d’azione attraverso cui rispondere alle differenziate e specifiche esigenze abitative dei cittadini e vuole avere l’ambizione di rappresentare anche il contributo lombardo allo sviluppo di politiche nazionali per l’abitare”.

Un compito ambizioso che sconta un grosso handicap iniziale: vale a dire il sostanziale azzeramento dei trasferimenti statali. “Abbiamo dunque dovuto ripensare il nostro welfare abitativo – ha aggiunto -, individuando le modalità per finalizzare al meglio le minori risorse disponibili”. Ecco quindi il ripensamento del Fondo sostegno affitti e del contributo per l’acquisto della prima casa e la ferma convinzione della necessità di riportare sul mercato il patrimonio privato invenduto. Anche le Aler saranno valorizzate e sarà introdotto un meccanismo di accreditamento dei privati”.
Altro aspetto cui Regione Lombardia tiene in modo particolare – ha concluso l’assessore – è quello della sicurezza e della socialità per creare quartiere “improntati a quel mix abitativo che può garantire la convivenza serena”.

Sono dieci i punti che fanno da pilastro al testo sottoscritto.

1) WELFARE ABITATIVO – Viene data attenzione particolare alle fasce sociali più deboli e gravate dalla crisi economica con il sostegno all’affitto e con l’abbattimento del tasso sul mutuo per la prima casa.

Per il sostegno all’affitto sono già disponibili 12 milioni, ai quali si aggiungeranno quelli messi a disposizione dai Comuni.

Una novità importante: il contributo non sarà erogato all’affittuario, ma al proprietario, che si impegna a mantenere invariato il canone stabilito e a rinnovare il contratto in scadenza, nonché a rinunciare a eventuali procedure di sfratto.

Per chi ha perso il posto di lavoro o ha subito uno sfratto per morosità, Regione Lombardia ha stanziato ulteriori 4,5 milioni di euro.

Novità anche per quanto riguarda l’acquisto della prima casa:

stop a contributi “una tantum” e via a un prodotto finanziario, sulla base di un Protocollo di intesa con ABI e Finlombarda, che permetta, con un immediato stanziamento di circa 5 milioni di euro, l’abbattimento del 2 per cento dell’interesse sui mutui stipulati dalle giovani coppie.

2) EDILIZIA PUBBLICA – Si prevede il completamento dei programmi (Prerp) finanziati con 340 milioni di euro, cui vanno aggiunti i
54 dello Stato per il Piano nazionale di edilizia abitativa.

Entro il 2015 saranno disponibili 6.000 nuovi alloggi (di cui circa l’80 per cento a canone sociale) e saranno fatti interventi di manutenzione su oltre 3.000 alloggi.

Sarà anche incrementata di 1.800 posti l’offerta di alloggi in locazione temporanea per gli universitari.
Sono già in corso iniziative a sostegno della domanda delle Forze dell’Ordine.

Le Aler, da parte loro, garantiscono l’impegno a riqualificare, entro il 2013, 4.000 alloggi, oltre a realizzare 300 posti letto per la locazione temporanea.
 
3) RIQUALIFICAZIONE DI AREE URBANE – Proseguono gli interventi previsti dai Programmi di riqualificazione urbana (Pru), fra cui Ponte Lambro a Milano, Zingonia in provincia di Bergamo e l’area ex Neca a Pavia.

Saranno rimessi a nuovo anche i quartieri di via Adriano a Milano e Incis a Pieve Emanuele. D’intesa con i Comuni saranno individuate nuove aree di intervento in quartieri con situazione di grave disagio, favorendo il mix abitativo.

4) FONDO IMMOBILIARE – Una delle principali leve per costruire ex novo è il Fondo Federale Immobiliare di Lombardia (Fondo FIL), che permetterà la realizzazione, entro il 2013, di circa 800 alloggi e 800 posti letto per necessità temporanee, di studio, di assistenza o altro.

Il capitale attualmente sottoscritto ammonta a 220 milioni di euro, l’obiettivo è di portarlo a 400 milioni.

Il FIL si pone anche l’obiettivo di studiare il modo per riportare sul mercato il patrimonio privato invenduto e destinarlo quindi a quella parte della domanda abitativa che si trova in situazioni bisognose non estreme, ma neppure in grado di accedere al libero mercato: la cosiddetta “fascia grigia”.
 
5) FONDO RISPARMIO ENERGETICO – Grazie al lancio di un Fondo regionale di rotazione da 30 milioni di euro nel prossimo triennio è in dirittura d’arrivo un programma per garantire la qualità edilizia e ridurre i costi energetici per gestori e utenti.

6) SISTEMA DI ACCREDITAMENTO – Mentre sarà rilanciato il ruolo delle Aler nella loro funzione centrale di attori delle politiche abitative pubbliche, sarà sviluppato un modello di accreditamento di soggetti privati operanti nel campo dell’abitazione sociale.

7) SPORTELLO CASA – I firmatari si impegnano a diffondere tutto ciò che concerne l’apertura di nuovi bandi o il lancio di nuovo strumenti. Saranno potenziati i punti di informazione presenti sul territorio (gli Sportelli Casa già aperti a Bergamo, Brescia e Pavia) e sviluppata la collaborazione con gli Uffici informativi di Agenzie comunali per la casa, Aler, Università e di altri Enti e soggetti.

8) LEVE URBANISTICHE – Il Patto prevede l’incentivazione di interventi che possano incrementare la disponibilità di alloggi sociali. Nella preparazione dei Piani di Governo del Territorio i Comuni si impegnano a garantire attenzione allo sviluppo delle azioni per l’abitare sociale, con misure volte a soddisfare il relativo fabbisogno abitativo, anche favorendo il mix abitativo con quote Erp (Edilizia residenziale pubblica).

9) DIFFUSIONE DI ESPERIENZE – I sottoscrittori si impegnano a promuovere presso i Comuni, le Aler, le parti sindacali, gli operatori del settore e i professionisti la conoscenza delle esperienze più rappresentative. L’impegno sarà quindi quello di individuare e utilizzare gli strumenti più efficaci per la diffusione delle migliori esperienze.

10) SICUREZZA – I problemi sociali e di sicurezza sono fra i punti nodali. In questo senso il patto impegna i sottoscrittori, i Comuni e le Aler in particolare, a realizzare progetti in materia di tutor di fabbricato, task-force per emergenze manutentive, mediazione linguistica e integrazione culturale, custodi sociali/portierato, mix sociale, considerazione della morosità incolpevole, servizi alla persona e ai disabili.
Essenziale, in tale ambito, è il ruolo di cerniera del no profit e del volontariato.

Fonte: Regioni.it

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