Recupero edilizio in Friuli

Ricostruzione, interventi per 2 milioni e 640 mila euro 
La Giunta regionale ha deliberato l’elenco degli interventi ammessi a contributo da eseguire nell’ambito dell’azione di risanamento e di ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del Friuli, riferiti ai settori dell’urbanistica, dell’edilizia e delle opere pubbliche.

Con un provvedimento proposto dall’assessore regionale all’Ambiente e all’Edilizia, Vanni Lenna, è stato messo a disposizione l’importo complessivo di oltre due milioni e 641 mila euro.
Il finanziamento di tali interventi avverrà nella forma del conto capitale, a copertura della spesa ritenuta ammissibile.
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Terremoto, studenti abruzzesi a scuola di ricostruzione in Friuli
Un gruppo di laureati e studenti universitari dell’Abruzzo ha costituito un’associazione, denominata “IdeAq, un’idea per ripartire”, che si propone di fare sistema, creando in loco una rete di tecnici anche attraverso un patto generazionale, per ricostruire com’era e dov’era nell’area terremotata de L’Aquila.

Una loro rappresentanza è stata nei giorni scorsi in Friuli, ‘a scuola di ricostruzione’ com’è stato detto, ed è stata ricevuta stamane, a Palmanova, dall’assessore regionale all’Ambiente, Edilizia e Protezione Civile, Vanni Lenna.

L’incontro è stato di carattere tecnico-didattico in quanto si proponeva, su richiesta dei giovani abruzzesi, di trasmettere loro l’esperienza più diretta maturata in Friuli a partire dal 1976 dalla Regione e dai suoi Amministratori.

I rappresentanti della possibile futura classe tecnico-dirigenziale dell’Abruzzo hanno visitato le zone terremotate del Friuli e hanno incontrato amministratori ed esponenti del mondo economico.

La Regione Friuli Venezia Giulia ha in programma entro breve a L’Aquila, in collaborazione con l’Amministrazione dell’Abruzzo, un workshop, nel corso del quale saranno esposte proprio anche le impressioni raccolte dai giovani abruzzesi che in questi giorni sono in visita nella nostra terra.

Nella sede della Protezione civile di Palmanova è stato loro specificato che nel progetto da essi presentato, che è relativo a un modello di ricostruzione e di sviluppo della zona de L’Aquila, sono già presenti alcuni degli elementi sui quali si è fondata la rinascita del Friuli terremotato.

Un modello che si è basato sulla ricostruzione del sistema economico – produttivo, delle realtà abitative, e alla fine delle chiese, per restituire alla popolazione la possibilità di sostenersi e di concorrere direttamente al progresso della propria comunità, nonché di risiedere nei luoghi di nascita o abituali, rafforzando così nel contempo la coesione e il desiderio di appartenenza alla identità del luogo.

Il sisma del 1976, è stato detto, ha interpretato un altro ruolo importante, che ha fatto in parte lenire il dolore delle perdite umane e della distruzione: ha consentito di mettere alla prova con grande efficacia le capacità, la tenacia, la forza di volontà della gente, degli amministratori e degli imprenditori.

Capacità che hanno poi consentito di generare il primo modello di protezione civile in Italia, l’efficacia del quale si è potuta misurare concretamente anche di recente, proprio in occasione dell’emergenza in Abruzzo. Ove, presto, l’esperienza della nostra protezione Civile sarà ulteriormente messa a frutto nella ricostruzione e nello sviluppo.

Sono infatti già numerosi i tecnici all’opera nella zona de L’Aquila, mentre esperti del Friuli Venezia Giulia hanno offerto la loro disponibilità per le fasi successive del ripristino e dello sviluppo dell’area disastrata.

La protezione civile, è stato affermato in conclusione, non deve infatti essere considerata, nonostante la rilevanza assunta in questa funzione specialmente negli ultimi anni, solamente come uno strumento essenziale nelle emergenze, ma va vista quale riferimento costante della sicurezza del territorio.

Fonte: www.regione.fvg.it

 

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