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Stabilizzazione ed estensione Ecobonus per il 2014: Realacci ci crede
Il Presidente Commissione Ambiente: credito di imposta per l'efficienza energetica misura fondamentale per rilanciare l'occupazione e ridurre i consumi

Stabilizzare l’Ecobonus del 65%, una mossa concreta per rilanciare un settore così vessato dalla crisi come quello dell’edilizia? È una delle ipotesi ventilate da Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati: “Il provvedimento sugli Ecobonus – ha affermato Realacci stesso in occasione dell’avvio in Aula alla Camera della discussione sulla conversione del decreto inerente agli Ecobonus – è uno dei più importanti che il Parlamento è chiamato ad approvare, poiché indica la direzione nella quale andare per rilanciare la nostra economia e interessa uno dei settori, quello dell’edilizia, che ha maggiormente risentito della crisi”.

Il Presidente della commissione ha poi continuato affermando che, nel passaggio alla Camera, il provvedimento “è stato ulteriormente migliorato rispetto al testo uscito dal Senato, ad esempio con un’apertura sul fronte della sostituzione delle coperture di amianto. Ma soprattutto con l’estensione dell’Ecobonus del 65% per il risparmio energetico in edilizia anche alla prevenzione antisismica“. 

Leggi a riguardo l’articolo Ecobonus anche per l’adeguamento antisismico preventivo: oggi alla Camera.

Ed è qui che giunge la dichiarazione più importante: Realacci infatti ha dichiarato che “l’obiettivo è la stabilizzazione e l’estensione dell’Ecobonus a partire dal 2014, obiettivo sul quale si sono impegnati in più occasioni i ministri Orlando e Lupi e in vista del quale presenterò insieme ad altri colleghi un Ordine del giorno. È evidente – aggiunge il parlamentare PD – come il credito di imposta per l’efficienza energetica in edilizia sia stata la misura anticiclica di gran lunga più importante messa in campo in questi anni: ha attivato 1,4 milioni di interventi, per circa 18 miliardi di euro di investimenti e la creazione di 50mila posti di lavoro all’anno nei settori coinvolti, riducendo i consumi energetici, l’inquinamento e le bollette delle famiglie”.

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Proprio da un rafforzamento di queste politiche, si ritiene possano dipendere almeno 100mila posti di lavoro nel nostro paese: “Il futuro dell’edilizia, infatti – conclude Realacci – non è legato a nuovo consumo di suolo, ma è legato alla qualità, all’efficienza energetica, alla sicurezza“.


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