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Riforma Catasto, in Commissione Finanze esame della proposta di legge
Il valore dell'immobile sarà in base ai metri quadri e non più al numero dei vani

La Commissione Finanze della Camera ha iniziato l’esame di due proposte di legge (n. 282 e n. 1122) in materia di delega fiscale. La proposta di legge n. 1122 riprende il contenuto del disegno di legge delega per la revisione del sistema fiscale (A.C. 5291), presentato dal Governo Monti approvato con modifiche dalla Camera il 12 ottobre scorso. L’articolo 2, commi da 1 a 3 delega il Governo ad attuare una riforma del catasto dei fabbricati attribuendo a ciascuna unità immobiliare valore patrimoniale e rendita.

Precisiamo da subito che nel processo di revisione delle rendite i comuni devono essere coinvolti. Verranno ridefinite le competenze delle commissioni censuarie, che dovranno validare le funzioni statistiche utilizzate per determinare i valori patrimoniali e le rendite.

Valore catastale
Ricordiamo i due criteri da applicare per determinare il valore catastale delle unità immobiliari urbane censite al catasto, sono indicate:
– definizione ambiti territoriali del mercato immobiliare;
– determinazione valore patrimoniale in base alla superficie dell’unità immobiliare e non più il numero dei vani.

Il calcolo della rendita media ordinaria si realizza (se ci sono dati certi sul mercato delle locazioni) attraverso statistiche che esprimono la relazione tra i redditi da locazione medi, la localizzazione e le caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale.
Se i dati sul mercato delle locazioni non sono consolidati alla la rendita media si calcola applicando ai valori patrimoniali “saggi di redditività desumibili dal mercato, nel triennio antecedente l’anno di entrata in vigore del decreto legislativo”.

Categorie catastali
Per le unità immobiliari accatastate nelle categorie A, B e C, il valore patrimoniale medio ordinario va calcolato attraverso un processo estimativo che utilizza il metro quadrato come unità di consistenza e la relazione tra valore di mercato, localizzazione e caratteristiche edilizie dei beni per ciascuna destinazione catastale e per ciascun ambito territoriale, anche in uno stesso comune.

Per le unità immobiliari a destinazione di categoria D, il valore patrimoniale medio ordinario è calcolato sulla base di procedimenti di stima diretta con l’applicazione di metodi standardizzati. Se non è possibile fare riferimento diretto ai valori di mercato, vanno utilizzati:
– il criterio del costo per gli immobili a carattere prevalentemente strumentale;
– il criterio reddituale per gli immobili per i quali la redditività costituisce l’aspetto prevalente.

Per le unità di interesse storico e artistico, bisogna considerare gli oneri di manutenzione e conservazione, i vincoli legislativi e l’apporto alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico e artistico nazionale.

La riforma deve essere realizzata a invarianza di gettito, con riferimento alle imposte sui trasferimenti e all’Imu tenendo conto, nel caso dell’Imu, delle condizioni socio-economiche e dell’ampiezza e composizione del nucleo familiare.

I contribuenti possono chiedere rettifica delle nuove rendite e la risposta a tale richiesta deve pervenire entro 60 giorni dalla presentazione dell’istanza. Contestualmente dovranno essere aggiornati i trasferimenti perequativi ai comuni.


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