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Emilia Romagna, i dati della ricostruzione e il programma di opere pubbliche
La Regione chiederà al Parlamento di migliorare il decreto 26 aprile 2013 n. 43

“Lavorando insieme abbiamo creato le basi per procedere con la ricostruzione in tempi certi e serietà alla ricostruzione, salvaguardando la legalità, l’equità e la trasparenza. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto finora e lavorando insieme possiamo ora accelerare e migliorare”.

Così il commissario delegato alla ricostruzione post sisma e presidente della Regione Vasco Errani nel corso della riunione del Comitato istituzionale per la gestione della ricostruzione post sisma composto dai sindaci e dai presidenti di Provincia delle zone colpite dal terremoto del maggio scorso.

L’incontro in Regione è stato fatto per fare il punto su alcune proposte di emendamento al decreto legge 43 che nell’aprile scorso ha prorogato lo stato di emergenza, sul programma di opere pubbliche e beni tutelati e sulla situazione delle domande di contributo di cittadini e imprese. Erano presenti anche il sottosegretario alla presidenza della Giunta regionale Alfredo Bertelli e gli assessori alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli e alle Infrastrutture Alfredo Peri.

Le proposte di emendamento
L’Emilia-Romagna chiederà al Parlamento di migliorare il decreto 26 aprile 2013 n. 43 che ha spostato al 31 dicembre 2014 la scadenza dello stato di emergenza e riaperto i termini per accedere al prestito dei 6 miliardi per gli adempimenti fiscali delle imprese.

In particolare, si chiederà:
– la deroga dal patto di stabilità interno per i comuni colpiti;
– l’eliminazione dei vincoli alle assunzioni di personale e il riconoscimento degli straordinari per permettere agli uffici dei Comuni di far fronte all’emergenza e dare risposte a cittadini e imprese; – modifica dei criteri di proroga delle assunzioni;
– l’ammissione a contributo delle abitazioni il cui conduttore disponga di contratto di affitto anche senza residenza anagrafica;
– l’estensione della copertura del prestito fiscale a tutto il 2013 (e non solo fino al 30 settembre) e l’inclusione fra i beneficiari delle imprese con gravi danni al fatturato;
– possibilità per le società di capitali di imputare le perdite del 2012 ai 5 bilanci successivi;
– l’eliminazione di ogni incertezza sulla detassazione dei contributi; un finanziamento aggiuntivo per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani;
– l’autorizzazione per coprire la differenza di interessi a carico delle famiglie dovuta alla sospensione delle rate dei mutui.

Lo stato di attuazione del programma regionale per le opere pubbliche e beni tutelati
Nei prossimi giorni sarà predisposto il programma regionale su opere pubbliche e beni tutelati (dalle scuole ai municipi, dai beni religiosi ed ecclesiastici alle strutture sanitarie e socio sanitarie, dalle bonifiche agli edifici culturali o vincolati) che definirà l’elenco delle opere e degli interventi prioritari sulla base di criteri condivisi.

Completata la verifica preliminare dei danni insieme ai Comuni, ministero dei beni culturali e Curie, sono state raccolte 2.326 proposte di intervento per un importo di 1,4 miliardi di euro, di cui 984 milioni (il 70%) per interventi su beni tutelati e i rimanenti 416 milioni per altri immobili.

I dati della ricostruzione
Per quanto riguarda le abitazioni, le domande in elaborazione presso i professionisti sono 1.291, le domande protocollate dai Comuni sono 1.242 (e riguardano 3.644 famiglie per 6.376 abitanti), mentre le ordinanze totali emesse presso istituto bancari per il pagamento sono 594. Circa metà delle richieste ha l’autorizzazione al contributo.

Per le imprese, le domande accettate sono 597 per commercianti, artigiani o professionisti in edifici residenziali, 108 per medie e grandi imprese che fanno domanda in Regione, 386 in agricoltura sul fondo di sviluppo rurale. Nel complesso, 1.091 aziende sono entrate nelle procedure per ricevere i fondi della ricostruzione. A queste dobbiamo aggiungere le 1.057 micro imprese ammesse ai contributi di delocalizzazione e 136 domande sul bando Inail.

Fonte: Regione Emilia Romagna


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