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Riforma Catasto, la denuncia di Confedilizia
Per l'associazione non è prevista la possibilità di impugnare nel merito le tariffe d’estimo e il Governo non vuole confrontarsi con le parti interessate

La riforma del Catasto come come è stata presentata dal governo non va. A dichiararlo è il presidnete di Confedilizia.

Nella riforma del catasto, afferma il numero uno di Confedilizia, “non è prevista la possibilità di impugnare nel merito le tariffe d’estimo, atti generali impugnabili solo per motivi di legittimità, nonostante su di esse si basi l’attribuzione della gran parte delle rendite catastali (attribuzione impugnabile avanti le Commissioni tributarie solo per gli immobili a destinazione speciale e stima diretta dei gruppi D ed E)”.

“Se il Governo intende deliberatamente escludere il controllo di merito sulle rendite delle case”, prosegue la nota, “lo dica apertamente”.

Altra critica di Confedilizia, sulla vexata quaestio della riforma del catasto, è sul mancato confronto da parte del Governo che “si appresta ad approvare una proposta di riforma del vigente Catasto, con la sostanziale riproposizione dell’anacronistico modello del 2006 (già respinto dal Parlamento) in un momento nel quale molti Paesi si stanno dotando di un Catasto moderno, la cui stima si basa su software di rilevazione e di calcolo oltre che su sistemi georeferenziali”.


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