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Architetti: no al condono edilizio, sì al tagliando degli edifici
Il Cnappc ritiene il provvedimento impensabile dopo il crollo di Barletta e propone un certificato obbligatorio sulle condizioni statiche e di sicurezza degli immobili

Appare scellerato a poche ore dalla tragedia di Barletta, anche solo pensare di utilizzare un provvedimento – come quello del condono edilizio che, negli anni, ha dimostrato tutta la propria pericolosità riguardo alla sue conseguenze per la  sicurezza dei cittadini”.

Lo sottolinea il  Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori che torna a ribadire la propria contrarietà a qualsiasi ipotesi di introduzione nel dl sviluppo di un nuovo condono edilizio.

Gli architetti italiani auspicano che le risorse per il rilancio dell’economia siano reperite attraverso misure che incentivino lo sviluppo e non attraverso lo scempio e la devastazione del paesaggio del nostro Paese, che, invece, dovrebbe, e deve essere ottimizzato quale fonte di ricchezza nazionale.

La strada da intraprendere secondo  il Consiglio Nazionale  va invece verso la direzione opposta: quella della realizzazione di un vero e proprio progetto di salvaguardia ambientale e paesaggistica, basato sul principio  imprescindibile che  la cultura ed il paesaggio sono delle risorse fondamentali anche di tipo economico che vanno valorizzate attraverso progetti di sviluppo non invasivi.

Sul crollo dell’edificio di Barletta il Cnappc ha chiesto l’intervento immediato del Governo perché con un decreto stabilisca subito l’obbligo di un tagliando decennale agli edifici, che certifichi le condizioni statiche, sanitarie,della sicurezza degli impianti, delle condizioni energetiche e di inquinamento”.

“La consapevolezza, da parte dei cittadini e delle autorità, – continua – delle condizioni dei luoghi di vita e di lavoro è il primo atto necessario a prevenire altre tragedie come quella di Barletta ed è un atto dovuto di rispetto nei confronti delle vittime innocenti di questo e di altri eventi che hanno costellato la recente storia del nostro Paese”.

“Il Consiglio Nazionale offre da subito la sua completa disponibilità a far sì che un decreto sulla sicurezza degli edifici non si risolva in un mero atto burocratico ma si trasformi in un’autentica diagnosi dello stato degli edifici, comprensibile per ogni cittadino ed utile a migliorare concretamente le condizioni del patrimonio edilizio nazionale”.

Gli Architetti italiani offrono anche la loro collaborazione alla conseguente costruzione di un archivio nazionale sullo stato del patrimonio edilizio, sulla base del quale lo Stato, le Regioni, le Province e i Comuni possano disegnare politiche di salvaguardia e di riqualificazione dell’habitat razionali e basate su dati certi.

Fonte: Cnappc 


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