MAGGIOLI EDITORE - Edilizia urbanistica: notizie, leggi e normative per Enti Locali e professionisti


Sviluppo, Tremonti "scopre" il valore del patrimonio pubblico
I beni di proprietà dello Stato valgono oltre 1.800 miliardi di euro e possono essere un volano per l'economia. Confedilizia lancia cinque proposte per l'innovazione

“Oggi abbiamo aperto il grande libro del patrimonio pubblico. L’abbiamo fatto per la prima volta, non era mai stato fatto, e abbiamo scoperto che nell’attivo del bilancio dello Stato c’è un numero uguale a quello del passivo.

Il passivo è il debito sul mercato, l’attivo è ancora fuori dal mercato e in decenni è diventato una specie di “manomorta” pubblica, una enorme quantità di beni che però non sono valorizzati, hanno magari un costo superiore a quello giusto, molti possono essere messi nell’economia e qui creare ricchezza.

Abbiamo, oggi, iniziato un grande processo di riforma strutturale di questo Paese, pensiamo che da questa enorme quantità di beni possa venire fuori ricchezza per tutti, fermo che quanto è pubblico deve e può restare pubblico nell’interesse dei cittadini, ma, una quota enorme può essere risparmi, può essere investimenti, può essere un volano per l’economia”. Così il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giulio Tremonti, ai telegiornali.

Il patrimonio dello Stato italiano vale oltre 1.800 miliardi di euro, di cui ”700 immediatamente fruttiferi”. E’ questa una delle stime fornite in occasione di un seminario al Tesoro sulla valorizzazione del patrimonio pubblico, come riferito da Edoardo Reviglio, capo economista della Cdp. Gli oltre 1.800 miliardi di euro di attivo dello Stato comprendono crediti, immobili, concessioni e partecipazioni.

Riferendosi ai 700 miliardi di euro immediatamente fruttiferi, Reviglio ha spiegato che su questa cifra ”si possono fare subito valorizzazioni”. Dei 500 mld riferiti solo a immobili ”il 5-10% e’ vendibile in 3-4 anni”.

Anche Confedilizia, come Ance e Confindustria nei giorni scorsi,  ha lancia alcune proposte per l’innovazione, tra queste la rivalutazione degli immobili esistenti contro lo spreco del territorio libero.

Dalle misure per stimolare la concorrenza e per favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, agli interventi per agevolare l’imprenditoria giovanile.

Il documento è stato trasmesso al governo, riferisce il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, auspicando che “queste proposte vengano prese in considerazione” e di ottenere presto una risposta.

Ecco i cinque punti del documento.

CONTRATTI PIU’ FLESSIBILI: sostituzione dell’attuale legge locativa per l’uso diverso, attraverso l’approvazione, in via sperimentale, di una normativa stimolatrice della concorrenza che consenta di stipulare contratti di durata flessibile, in alternativa facoltativa alla vigente legge, che “con le sue rigidità crea il caro affitti ed anche lo sfitto”

RECUPERO PATRIMONIO ESISTENTE: favorire la rivalutazione degli immobili esistenti, bloccando lo spreco di territorio libero, attraverso l’introduzione nell’ordinamento giuridico, quale principio fondamentale, dell’obbligo per gli enti locali interessati di differenziare i contributi commisurati all’incidenza degli oneri di urbanizzazione, nonché al costo di costruzione.

AGEVOLARE IMPRENDITORIA GIOVANILE: introduzione di una norma che consenta ai Comuni l’affrancamento di un immobile o terreno edificabile dall’Ici tramite il pagamento di un numero di annualità dell’imposta che ciascun ente può determinare secondo le proprie esigenze e autonome valutazioni.

GESTIONE DIRETTA SERVIZI: Introduzione nell’ordinamento giuridico di una disposizione che tenda a diminuire il gravame fiscale locale col trasferimento a comitati spontanei di cittadini dell’organizzazione di servizi e della manutenzione di strade e piazze, in cambio di una detassazione relativa all’Ici o ad altri tributi locali.

BONIFICA RICONDOTTA AD EQUITA’: soppressione dei Consorzi di bonifica con trasferimento alle Regioni delle competenze relative, del personale dipendente, delle opere di bonifica statali e consortili nonché degli importi della contribuenza (euro 518.917.277 nel 2009), con impegno di ricondurre quest’ultima ad equità (anche sotto il profilo territoriale), sentite le organizzazioni della proprietà urbana e rurale.

Fonti: Ansa e Ministero dell’Economia e delle finanze

 


www.ediliziaurbanistica.it