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Pit stop "forzato" per il decreto sviluppo
Modifiche al testo iniziale, dopo le osservazioni del Quirinale, sul diritto di superficie, il contenzioso sugli appalti e il procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica

Battuta d’arresto per il decreto sviluppo. Il testo del provvedimento dovrà probabilmente subire qualche modifica, a seguito di alcune osservazioni da parte del Presidente della Repubblica. Non è  in discussione la firma di Giorgio Napolitano, ma si parla di alcune correzioni da apportare.

Slitta quindi la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, attesa per la giornata di ieri, e che alcuni prevedono forse già oggi.

Ecco le novità che con tutta probabilità saranno inserite nel decreto:

Diritto di superifice sulle spiagge:
Dal 2015 i privati potranno ottenere un diritto di superficie di 20 anni (al posto dei 90 anni presenti nel testo approvato in CdM) sulle coste e sugli edifici già esistenti. Saranno concessi dalle Regioni, d’intesa con Comuni e Demanio, nel rispetto dei principi comunitari di «economicità ed efficienza». I canoni saranno fissati dal ministero dell’Economia e delle finanze.

La durata di 90 anni dei diritti di superficie sulle coste inserita inizialmente contrasta col diritto comunitario. La Commissione Europea nei giorni scorsi si è detta sorpresa di una simile impostazione normativa visto che l’Italia ha già subito una procedura di infrazione con la disciplina attuale, che prevede una durata di sei anni, automaticamente rinnovabili, della concessione.
La possibilità di rinnovo automatico si scontrerebbe  con i principi della concorrenza e del libero accesso al mercato.

– Appalti:
Introdotto un limite allam isura introdotta per ridurre il contenzioso nei contratti pubblici

– Paesaggio
Semplificato il procedimento per rilascio dell’autorizzazione paesaggistica: il parere obbligatorio del Soprintendente diventa non vincolante per i Comuni che hanno recepito le prescrizioni del piano paesaggistico regionale. Dopo i 90 giorni scatta il silenzio assenso.

 
Ma c’è chi definisce il provvedimento come un vero e proprio “bluff”. A farlo è il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani che ha presentato le sue 10 proposte per “correggere gli errori compiuti” finora, proposte che sarebbero caratterizzate da “immediata operativita’ e senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica”.

 


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