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Decreto Sviluppo, snellimento delle procedure o deregulation?
Il nuovo provvedimento approvato in Cdm è stato accolto con entusiasmo ma anche preoccupazione da parte di enti locali, costruttori e ambientalisti

Resta al centro dell’attenzione ancora in queste ore il decreto sviluppo approvato dal Consgilio dei Ministri nella mattinata di ieri.
Pareri, preoccupazioni e polemiche sul provvedimento non sono tardate ad arrivare.

”Siamo preoccupati per un intervento unilaterale che riguarda anche le Regioni e di cui abbiamo notizie solo dalla stampa”. Lo ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani.   ”Questo e’ un metodo sbagliato e inefficace, non fornisce risposte.

Ci sono cose singolari – ha proseguito Errani – per esempio alcuni ministri dicono che le Regioni non hanno applicato il Piano Casa. Per questo ho chiesto oggi al ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, di dirci in quali punti il Piano non e’ stato applicato. Noi lo abbiamo applicato in pieno, sulla base delle leggi del Governo”

Commento positivo è quello che arriva dal presidente di Ance (Associazione nazionale costruttori edili), Paolo Buzzetti, “l pacchetto di norme contenute nel decreto sviluppo che snellisce e semplifica i metodi di gara e alcune procedure in materia urbanistica e` un segnale positivo”. – dice – Le norme che consentono finalmente di abbattere e ricostruire un edificio cambiandone la sagoma e la destinazione d`uso vanno nel senso da noi da sempre auspicato di consentire anche in Italia, come avviene in tutto il mondo, di avviare un processo serio di riqualificazione delle nostre citta”.

“Siamo da sempre contrari a ogni forma di deregulation e ci siamo da sempre battuti perche` venissero intensificati i controlli e le regole fossero applicate”, continua Buzzetti, “ma non possiamo che condividere il principio di un sostanziale snellimento delle procedure che rendono ingessato il settore edile e fanno perdere competitivita` al nostro Paese”. Finalmente, secondo Buzzetti, dal piano casa si passa “al piano città”.

Sul fronte delle opere pubbliche l`Ance condivide la scelta di preferire all`utilizzo del cosiddetto massimo ribasso, che favorisce le infiltrazioni della criminalita` organizzata, metodi di gara alternativi, come l`esclusione automatica delle offerte anomale.
Negativo, invece, il giudizio dell`Associazione sulle misure che prevedono un tetto massimo alle riserve del 20% che penalizza le imprese anche nel caso di evidenti carenze ed errori nelle fasi progettuali.

Inoltre, secondo Buzzetti, manca una chiara quantificazione delle risorse che sono state decise da tempo, ma che ancora non vengono messe in campo e senza le quali il settore non puo` ripartire.

No deciso viene da Legambiente che parla di “un decreto Sottosviluppo“, sopratutto sul Piano casa e la privatizzazione spiagge: “un regalo senza precedenti a mafiosi, abusivi e speculatori. ”

“Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così in basso – ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – . Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l’avallo del Governo”.

“La deregulation totale introdotta con il nuovo Piano casa – ha continuato Cogliati Dezza – con l’autocertificazione per tutte le nuove costruzioni e col passaggio dalla Dia alla Scia e i vari premi in cubatura, condannano il nostro Paese alla devastazione e all’affermazione delle leggi tribali dove il più forte, in questo caso il più ricco e spregiudicato, vince su tutti e fa quel che vuole del patrimonio comune.

Principio confermato anche dall’articolo sul diritto di superficie delle spiagge che, in modo totalmente illogico e anacronistico, di fatto privatizza il patrimonio costiero cedendolo a pochi soggetti più ricchi a scapito dell’intera cittadinanza cui viene alienato il diritto di usufruire liberamente del territorio e delle parti più preziose del nostro paesaggio”.

Il dl sviluppo approvato oggi, oltretutto, va in tutt’altra direzione rispetto all’Europa che da tempo, ci invita a indire regolari gare per le concessioni demaniali e, invece di ripensare ai motivi del fallimento del precedente Piano casa, introduce ulteriore deregulation. Tutto ciò, nel paese dell’abusivismo edilizio, dell’edilizia di bassa qualità e del lavoro nero.

“Ci appelliamo ai costruttori – ha concluso Cogliati Dezza – e all’Ance in primis, affinché si dissocino da questo ‘Dl sottosviluppo’ che non va nemmeno nell’interesse dei costruttori onesti ma solo degli abusivi e degli speculatori”.

 


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