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Bolzano, nuovi criteri per alloggi al ceto medio
Ok della Giunta ai nuovi criteri di assegnazione di 1000 alloggi secondo le opzioni di alloggio in affitto a rotazione decennale o alloggio ad acquisto rateale

“Con questo nuovo programma molte persone, soprattutto giovani, potranno realizzare il sogno di una casa a condizioni sostenibili e concretizzare il proprio progetto di vita”: è il commento dell’assessore provinciale all’edilizia abitativa Christian Tommasini dopo l’ok della Giunta ai nuovi criteri di assegnazione di 1000 alloggi previsti per il ceto medio. Due le opzioni possibili: alloggio in affitto a rotazione decennale o alloggio ad acquisto rateale.

La Giunta ha varato un passo fondamentale per far decollare il programma che prevede la  realizzazione di 1000 alloggi su tutto il territorio provinciale nei prossimi anni.

I criteri  proposti dall’assessore all’edilizia abitativa Christian Tommasini e approvati dalla Giunta rappresentano la risposta concreta ai numerosi cittadini che, pur disponendo di un reddito medio, sempre più spesso sono in difficoltà a soddisfare il bisogno di casa in affitto o in proprietá a costi  sostenibili.

Giustificata quindi la soddisfazione di Tommasini, “perché grazie a questo nuovo programma molte persone, soprattutto giovani, potranno realizzare il sogno di una casa a condizioni sostenibili e avere una prospettiva necessaria per concretizzare il proprio progetto di vita”.

I cittadini che hanno un reddito depurato  compreso tra 20.100 € e 50.200 € (cioè tra la 2^ e la 5^ fascia di reddito) e che sono in possesso dei requisiti provinciali, avranno la possibilità di fare domanda per essere inseriti nelle  graduatorie non appena l’IPES o altri enti senza fini di lucro (cooperative edilizie e fondazioni) avranno aperto i  relativi bandi. I criteri introducono due nuovi tipi di intervento.

Da un lato gli alloggi in affitto a rotazione decennale: fino al 30% degli alloggi previsti dal programma sarà destinato ad affitto permanente e  realizzato nei Comuni con più di 10.000 abitanti, dove la mancanza di alloggi  è sentita soprattutto dai giovani e dalle giovani coppie, anche perché i prezzi di mercato sono troppo alti e l’offerta è troppo bassa. 

In questo caso si realizzano  appartamenti nei quali gli inquilini potranno abitare per un periodo massimo di 10 anni pagando un canone di affitto calmierato.

Per gli appartenenti alla 2^ fascia di reddito – compreso tra 20.100 € e 27.100 € –  il canone  corrisponde a quello  provinciale, cioè a 6,16 € al metro quadrato. Per la 3^, 4^ e 5^ fascia di reddito – cioè redditi compresi tra 27.100 € e 50.200 € – il canone di locazione  è aumentato del 5% e rispettivamente del 10%  e 15%.

Il secondo intervento riguarda gli alloggi ad acquisto rateale ed è orientato a sostenere la  proprietà dopo un periodo decennale durante il quale gli interessati hanno tempo per pianificare al meglio il successivo acquisto.

In questo caso si prevede l’acquisto rateale dell’alloggio, tramite una forma contrattuale innovativa e molto interessante soprattutto per i giovani che non dispongono inizialmente di elevati capitali liquidi.

Il prezzo d’acquisto dell’alloggio corrisponde al prezzo effettivamente sostenuto per la costruzione,  decurtato del contributo provinciale. Al momento della stipulazione del contratto di compravendita gli acquirenti dovranno anticipare una quota non superiore al 25% del prezzo d’acquisto pattuito. Nei dieci anni successivi è previsto il pagamento di rate mensili corrispondenti al canone provinciale, ma tra le parti possono essere concordate anche rate più alte.

Alla scadenza dei 10 anni, momento in cui  è trasferita la proprietà dell’alloggio, va liquidata la differenza sul prezzo: prezzo di acquisto, meno il contributo provinciale, meno l’acconto pagato, meno l’eventuale maggiorazione della rata mensile.

“Uno dei grandi vantaggi di questa formula sta proprio nel fatto di poter fissare il prezzo di acquisto dell’alloggio con 10 anni di anticipo, pagare mensilmente una rata molto più sostenibile di una rata per il mutuo bancario e di avere quindi tempo a sufficienza per fare un progetto di vita più sostenibile”, spiega Tommasini.

Inoltre la Giunta provinciale, sempre al fine di favorire il mercato degli affitti anche da parte di privati che intendono recuperare cubature, ha deciso di dare contributi a chi intende ristrutturare case di proprietà da cedere poi in locazione a persone appartenenti al ceto medio.

Il contributo è commisurato al costo di costruzione convenzionale e non può eccedere il 30% della spesa ammessa e il 20% del costo convenzionale di costruzione.

Fonte: www.provincia.bz.it

 


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