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Lavori pubblici: gli architetti bocciano il dl. 195/2009
Secondo il Cnappc la Protezione civile Spa "invade pesantemente ed arbitrariamente il mercato della progettazione"

Continua la polemica scatenata dall’approvazione in senato del d.l 195/2009, che attribuisce nuove competenze alla Protezione Civile Spa. Contro il provvedimento scende in campo anche il Cnappc (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori).

“Progettazione, scelta del contraente, direzione lavori, vigilanza degli interventi strutturali ed infrastrutturali, acquisizione di forniture e servizi: sono queste alcune delle competenze che il decreto legge 195/2009 del 30 dicembre scorso – approvato dal Senato in prima lettura – attribuisce alla Protezione civile SpA, invadendo pesantemente ed arbitrariamente il mercato edilizio che sta già attraversando una stato di profonda sofferenza”.

Lo denuncia Massimo Gallione, presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

“Il Consiglio nazionale – dice Gallione – sin dall’avvio della discussione parlamentare aveva chiesto alle Commissioni di merito del Senato una serie di sostanziali modifiche all’art. 16 del decreto, che istituisce la nuova struttura, finalizzate alla sua completa eliminazione o, quantomeno, allo stralcio dall’articolo stesso delle attività di progettazione e direzione lavori, prevedendo, inoltre, l’evidenza pubblica per espletamento di ogni altra attività di Protezione Civile SpA”.

“Il Governo e l’aula del Senato – continua Gallione – sembrano non rendersi conto che la crisi economica ha colpito e colpirà ancora più pesantemente le professioni legate al settore edilizio, come quella di architetto, dove le congiunture negative, che arrivano sempre con un po’ di ritardo, stanno letteralmente spazzando via le attività di migliaia di studi professionali”.

“Continueremo la nostra battaglia – prosegue Gallione – contro questo provvedimento sollecitando la Camera ad accogliere le nostre argomentazioni convinti come siamo della giustezza e della fondatezza delle nostre tesi.”

“Per ridare fiato alla professione di architetto – conclude – occorrono interventi forti come la revisione del codice degli appalti che, sempre più, considera la realizzazione di opere pubbliche un processo meramente mercantile, anziché un fenomeno anzitutto sociale e culturale incentrato su innovazione e qualità”.

Fonte: www.awn.it

 


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