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Edilizia e infrastrutture in Veneto
Piano Casa, una "legge per far aprire i cantieri e sostenere l'economia veneta"

Piano Casa, legge per far aprire i cantieri e sostenere l’economia veneta
Ogni anno in  Veneto si formano 40 mila nuovi nuclei famigliari, tant’è che nel periodo 2001/2008, a fronte di una crescita della popolazione residente del 7,2%, i nuclei famigliari sono cresciuti del 13,8%, con un fabbisogno abitativo che a tutt’oggi rimane insoddisfatto e con una proiezione di crescita che nei prossimi anni rimarrà invariato.

E’ uno dei dati emersi dalla ricerca condotta dal prof. Federico Della Pupa, ricercatore del Cresme, presentata oggi nel corso della Tavola rotonda “Quale casa per il futuro” organizzata dalla Filca-CislVeneto e tenutasi al Centro Cardinal Urbani di Zelarino-Venezia. 

L’incontro ha inteso analizzare il tema casa  affrontando le varie problematiche che in esso si incrociano, da quelle di carattere politico, a quelle sociali, demografiche e ambientali.

Nel suo intervento l’Assessore Marangon, dopo aver ricordato gli interventi fatti dalla Regione per quanto riguarda la programmazione territoriale, urbanistica o di sostegno alla residenzialità, ha ripreso il tema della recente legge a sostegno del settore edilizio, erroneamente definita piano casa.

L’Assessore ha voluto ribadire che la legge è nata nel pieno di una crisi economica che ha colpito in particolare il comparto edile nel suo complesso, che in Veneto rappresenta il 27% del PIL regionale e che occupa circa 100 mila addetti diretti, che diventano 500 mila se si considera l’intera filiera.

“Non mi stancherò mai – ha ribadito Marangon – di sottolineare che quella della Regione non è una legge urbanistica, né una legge edilizia, ma è una legge in deroga straordinaria per affrontare una crisi economica straordinaria. Infatti la sua durata è limitata e il suo obiettivo è unicamente quello di incentivare il settore edilizio. 

Ma non solo, il provvedimento – ha precisato – è un’opportunità importante per le famiglie, che avranno la possibilità di ampliare del 20% il volume della propria abitazione e dare risposte alle proprie esigenze di spazio.

Non credo – ha proseguito – che assisteremo ad una cementificazione selvaggia o ad uno strasvolgimento dei centri storici, perché si interviene solo sul patrimonio esistente e perché i comuni hanno tempo fino al 30 ottobre per escludere dall’applicabilità delle norme intere zone o specifici immobili del proprio territorio”.

E a proposito del termine, Marangon ha sottolineato che ogni amministrazione conosce benissimo il proprio territorio, per cui è in grado da subito di decidere quali aree e quali immobili escludere e quali no.

L’Assessore ha quindi esortato i Comuni a non nascondersi dietro finti problemi di applicabilità o di competenza, aspettando il 30 ottobre o peggio l’arrivo del commissario per decidere, ottenendo il solo risultato di frenare opportunità e prospettive economiche.

“E’ una decisione – ha concluso – che molte famiglie, moltissimi artigiani e altrettante imprese attendono ed è una decisione che non va a favore di questa o quella parte politica, ma va a favore unicamente  dell’economia veneta”.
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Venezia, il ministro Matteoli visita il cantiere del Mose 
Il Mose, il sistema per la difesa di Venezia dalle acque alte, è un’opera di ingegneria unica al mondo.

E’ stato realizzato quasi al 60%, mentre per le attività di salvaguardia della laguna e della città affidate al Consorzio Venezia Nuova si è ormai all’80%. Lo ha fatto rilevare il presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta in occasione della visita in elicottero ai cantieri del Mose del Ministro alle infrastrutture e trasporti Altero Matteoli, effettuata insieme al presidente della Regione Giancarlo Galan.

 Anche per il presidente Galan si tratta della “più straordinaria realizzazione di ingegneria idraulica al mondo”, ma il Veneto – ha aggiunto – può essere orgoglioso anche di altre opere portate a termine in questi quindici anni: a poca distanza dal Mose ci sono il Passante di Mestre e l’Ospedale dell’Angelo, concluso in tempi record.

Qualche chilometro più in là c’è, in Polesine, l’unico rigassificatore costruito in Italia degli undici previsti. “Il Veneto quanto a realizzazioni – ha detto Galan – è una regione unica in Italia e forse anche in Europa”. Tornando al Mose e alla sua gestione, il presidente della Regione ha detto che “ora non è più un problema dei politici, ma dei tecnici. Il problema dei politici è invece mettere in cantiere una nuova legge speciale per Venezia adeguata ai tempi”.

Da parte sua il ministro Matteoli ha messo l’accento sull’importanza del rapporto istituzionale con la Regione per la realizzazione delle opere. Il sopralluogo – ha detto il ministro – ha confermato che il Mose è un’opera di alta ingegneria che non ha precedenti al mondo.

Il costo complessivo sarà di oltre 4600 milioni di euro, di cui più di 3200 già stanziati e 2710 impegnati. Rispondendo infine al sindaco Cacciari circa l’esigenza di finanziare anche gli indispensabili interventi di manutenzione ordinaria per Venezia, Matteoli ha assicurato l’attenzione del governo per trovare le risorse necessarie.

 Fonte: www.regione.veneto.it

 


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