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Edilizia: Dia per tutti gli interventi
Le Regioni, in particolare la Lombardia, sono il modello per l'utilizzo della dichiarazione al posto del permesso di costruire

Le Regioni hanno fatto da apripista per l`utilizzo della dichiarazione del tecnico anche per le ristrutturazioni o per le nuove costruzioni, oggi consentito in tutto il territorio nazionale grazie al Testo unico dell`edilizia. E a loro – e in particolare alla Lombardia – si guarda come al modello piu` avanzato possibile, in cui praficamente il permesso di costruire e` quasi scomparso, lasciando il posto alla cosiddetta super-dia.

In Lombardia, infatti, si sta gia` sperimentando quello che dovrebbe essere il nuovo regime degli interventi edilizi messo a punto con l`intesa tra Governo e Regioni.

In pratica, la legge regionale 12/99 ammette sempre la presentazione della denuncia di inizio attivita` in alternativa al permesso di costruire, a scelta dell`interessato.

Ci sono solo alcune, limitate eccezioni: la Dia non e` consentita per la nuova costruzione in area agricola, per i luoghi sociali e quelli di culto. Per ogni altro tipo di intervento (dalla demolizione e ricostruzione fino alla nuova costruzione anche in assenza di piani attuativi dettagliati) si puo` sempre utilizzare la dichiarazione del progettista.

Ma la Lombardia crede da dieci anni allo strumento della Dia, alternativo al permesso di costruire, cosi` come Toscana e Campania. Alle leggi pilota di queste tre Regioni si deve la prima estensione della Dia.

Gia` a partire dal 1999 permisero le prime sostituzioni dell`allora licenza edilizia (oggi permesso di costruire), ovvero di un atto controllato e rilasciato dal Comune, con la denuncia del tecnico che e` una sorta di autocertificazione della conformita` dell`intervento a tutte le leggi, ai vincoli e ai piani urbanistici.

La Toscana con la legge 52/1999, la Lombardia con la n. 12/1999 e la Campania con la legge 19/2001 hanno ammesso la Dia per le ricostruzioni, le ristrutturazioni e le nuove costruzioni in esecuzione dei piani.

Il Governo ha fatto proprio questo modello e lo ha imposto a livello nazionale con la legge obiettivo del 2001 che e` andata a modificare il Testo unico dell`edilizia (Dpr 380/2001). E ha lasciato alle Regioni la possibilita` di ampliare o restringere il raggio d`azione della Dia.

La maggior parte si e` adeguata al Testo unico nazionale. Con il risultato che oggi la Dia e` ammessa, oltre che per le manutenzioni straordinarie e per le ristrutturazioni, anche per costruire ex novo.

Ma in questo caso l`articolo 22 del Testo unico precisa che si puo` ricorrere alla Dia solo per interventi o gia` previsti e disciplinati dai piani attuativi oppure in diretta esecuzione degli strumenti urbanistici vigenti, in pratica quindi l`autocertificazione e` possibile anche nel nuovo ma solo se la cornice urbanistica e` gia` definita nel dettaglio, in modo da non lasciare liberta` di interpretazione ed esecuzione al progettista.

Si tratta della cosiddetta super-dia, chiamata cosi` solo per distinguerla dalla Dia “ordinaria“ ma che ai fini pratici e` la stessa dichiarazione con autocertificazione.

Sulla scia del Testo unico dell`edilizia si sono attestate la maggior parte delle Regioni a statuto ordinario. Quelle autonome mantengono un potere esclusivo di legiferare in materia, ma in alcuni casi come per il Friuli Venezia Giulia l`adeguamento e` stato esplicito (legge 5/2007).

Alcune Regioni, oltre alla Lombardia, si sono spinte oltre il Testo unico, ma con interventi minori. Cosi` ad esempio l`Umbria e la Toscana consentono la Dia per i parcheggi pertinenziali. L`Emilia Romagna ha lasciato liberi i Comuni di ampliare le casistiche. L`ultima, in ordine di tempo, e` la Liguria che nel 2008 ha varato il suo Testo unico e ha ammesso a Dia tutti gli interventi per l`installazione di impianti per l`energia rinnovabile domestici.

Fonti: www.ance.it e Il Sole 24 Ore
 


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