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Parere su Dpef 2009-12
Ridurre il costo dello Stato e il peso burocratico, sviluppare l’apparato economico e rendere più efficace l’azione della P.A.

Premessa
Il Governo formula la strategia della manovra finanziaria 2009 mirando a 4 obiettivi essenziali per raggiungere il pareggio di bilancio nel 2011:
· ridurre il costo complessivo dello Stato (Perequazione tributaria);
· rendere più efficace l’azione della Pubblica Amministrazione (Piano industriale per la Pubblica Amministrazione);
· ridurre il peso burocratico sulla vita dei cittadini (Semplificazione);
· sviluppo dell’apparato economico: riduzione dei vincoli; interventi mirati; in combinazione con azioni delle imprese (interventi per lo sviluppo).
 
La manovra di 35 mld di euro nel triennio si articolerà in 4 veicoli normativi:
· DL 112/2008 – Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria;
· DDL con le norme necessaria per il completamento degli interventi che concorrono alla realizzazione degli obiettivi entro il 2011;
DDL riguardante l’attuazione dell’articolo 119 Costituzione;
· DDL riguardante il Codice delle Autonomie ordinamento di Roma Capitale.

Le Regioni nonostante abbiamo più volte chiesto una partecipazione attiva nella costruzione delle linee finanziarie principali del Paese, si trovano ancora una volta nella condizione di “rincorrere” i provvedimenti vanificando così le assicurazioni date dal Governo.
Le Regioni ritengono che per i prossimi provvedimenti: DDL di attuazione dell’art.119 Cost. e Codice delle autonomie sia indispensabile, data la rilevanza istituzionale, un pieno coinvolgimento delle stesse sin dalla predisposizione degli atti .
La Conferenza delle Regioni, in tema di attuazione del “Federalismo fiscale” ha prodotto un documento di sintesi relativo alle posizioni delle Regioni che costituisce base di riferimento per l’avvio del confronto con il Governo.

Quadro programmatico in sintesi
Si osserva che:
· è prevista una crescita del PIL dello 0,5% nel 2008 (contro una previsione dell’anno scorso dell’1,9%) dello 0,9% per il 2009, dell’1,2% nel 2010 e dell’1,3% nel 2011. La crescita prevista è inferiore a quanto preveisto a livello UE;
· il rapporto deficit/PIL è stimato in 2,5 per il 2008 (2,0 per il 2009, 1,0 nel 2010, 0,1 nel 2011) rispetto a un tendenziale del 2,6 nel 2009 e 2,1 nel 2010 e 2,0 nel 2011.
· Nel quadro programmatico la pressione fiscale è prevista in lieve crescita rispetto a quanto previsto dalla legislazione vigente (per il 2009 43% contro un indice a legislazione vigente a 42,6%);
· Nel quadro programmatico gli investimenti fissi lordi nel periodo 2009-2013 sono previsti in tendenziale riduzione in valori assoluti con una conseguente rilevante decremento in percentuale sul PIL
· Il tasso di inflazione programmato è fissato all’1,7% per il 2008 e all’1,5% per gli anni 2009-2013 a fronte di una inflazione prevista rispettivamente del 3,4 % per il 2008 e 2, 1 % per il 2009.

Risanamento economico
Il DPEF enuncia fra i suoi obiettivi quello del risanamento recuperando risorse tramite riduzione della spesa pubblica. Tale obiettivo condiviso dalle Regioni e ritenuto necessario per il raggiungimento del pareggio nel 2011 non può non scontare la considerazione per cui nel quadro della riorganizzazione dei rapporti finanziari fra amministrazione centrale e periferica, si prevedono risparmi per 9,2 mld nel triennio tramite una riduzione dei trasferimenti, già tagliati e penalizzati negli ultimi anni. A riguardo si osserva che mantenere anche costante il loro valore dato il tasso dell’inflazione reale incorporerebbe direttamente anche la manovra correttiva.
L’entità del contributo richiesto alle Regioni è tale da richiedere una forte azione di razionalizzazione della spesa, finalizzata al raggiungimemto del pareggio di bilancio al 2011 che, stante le difficoltà e le criticità dovute alla lenta crescita del PIL, rischia di mettere in discussione azioni/interventi di particolare rilevanza sociale ed economica.
Come in occasione del parere al DPEF dell’anno precedente le Regioni ricordano la necessità di costituire, in tempi brevissimi, la Commissione mista Regioni – Governo – Sistema delle Autonomie per il monitoraggio della finanza pubblica per la formulazione di proposte razionali in tema di qualificazione e trasparenza delle decisioni di entrata e di spesa nella Pubblica Amministrazione e per il coinvolgimento delle Regioni e delle altre autonomie territoriali nell’affrontare gli obiettivi strategici.

Sistema sanitario nazionale
Le misure prevedono risparmi di 2 mld per 2010 e 3 per il 2011.
Nel Quadro programmatico il rapporto spesa sanitaria / PIL rimane costante al 6,75%.
Le Regioni manifestano forte perplessità per la “costruzione” della politica di risparmio sulla Sanità, in quanto il taglio è previsto su una crescita tendenziale eccessivamente prudente rispetto alle previsioni a legislazione vigente in quanto si è calcolato un tasso di crescita medio del 3,3% scontando in maniera indifferenziata sia gli effetti delle misure di contenimento delle Finanziarie precedenti sia quelle dei Piani di rientro delle Regioni in disavanzo. La spesa programmatica risulta allontanarsi di più dal fabbisogno reale.
La spesa sanitaria ha tassi di crescita storici ben superiori alla crescita del PIL, conseguentemente ancorare l’aumento della spesa sanitaria all’incremento del PIL nominale significa già incorporare una misura di risanamento che il taglio di 5 mld nel biennio 2010 – 2011 non fa che inasprire mettendo a rischio la gestione anche per le Regioni più virtuose, soprattutto perché trascura la crescita della popolazione. Inoltre per l’anno 2009 resta non conferamato l’impegno del Governo a garantire, con modalità da determinare, gli 834 milioni di euro relativi alla copertura della quota di compartecipazione al costo per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, risorse peraltro già acquisite per gli anni 2007 e 2008 (per gli approfondimenti si rinvia alle tabelle finanziarie allegate).
Peraltro, risulta difficoltoso pervenire a un’autentica convergenza di proponimenti nella specifica Intesa riguardante la spesa sanitaria fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano richiamata dal DL 112/2008 in conversione da sottoscriversi entro il 31 luglio 2008, quando il quantum e le modalità di attuazione dei risparmi sono già definiti. L’Intesa dovrebbe scongiurare le “tensioni nei bilanci regionali extrasanitari” e aiutare a “non dover ricorrere necessariamente all’attivazione della leva fiscale regionale”, ma il percorso perché condiviso dovrebbe essere concordato preventivamente con le Regioni e modulato sull’effettiva fattibilità.
In tema di Sanità si considera positiva la norma che permette di sbloccare – con nuove risorse – i contratti della sanità convenzionata e la disciplina degli orari – ex dlgs 66/2003- per i dirigenti medici, mentre si richiede di inserire apposita disposizione per disciplinare le modalità di rinnovo della convenzione farmaceutica attraverso il coinvolgimento della struttura interregionale che disciplina i rapporti con il personale convenzionato con il SSN (SISAC).

In conclusione le Regioni pur riconoscendo lo sforzo per raggiungere il quadro della finanza pubblica in equilibrio, ritengono che gli impegni programmatici delineati dal DPEF siano da implementare per quanto riguarda le azioni per il recupero del potere di acquisto dei lavoratori dipendenti e dei pensionati. Le Regioni esprimono preoccupazione anche con riferimento alle linee di intervento per favorire lo sviluppo economico e sociale del paese in particolare sottolineando il dato degli investimenti fissi lordi e dei trasferimenti in conto capitale, nonché la mancanza di una sottolineatura sul Mezzogiorno e sulla necessità di conciliare lo sviluppo con le tematiche ambientali.
Le Regioni, come più volte ribadito sono pronte a fare la loro parte per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica; debbono comunque , sulle parti del DPEF che investono direttamente le loro competenze, esprimere parere negativo a partire dalle proiezioni del concorso statale sulla spesa sanitaria, poiché si presentano irrealistiche e inaccettabili.

Documento con grafici in allegato.

Fonte: www.regioni.it

 

 


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