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Sardegna: edilizia sanitaria, ambiente e territorio
Iniziati i lavori al Centro di Radiologia di Nuoro e inaugurato l'impianto di potabilizzazione a Tortolì

Nuoro, via ai lavori per il Centro di radioterapia
Ieri mattila presenza del Presidente della Regione, Renato Soru, e dell’Assessore Nerina Dirindin, è stato dato il via ai lavori per il Centro di radioterapia della Asl nuorese, e presentato il "Polo sanitario del Centro Sardegna". Il Presidente e l’Assessore hanno chiesto alla Asl e alla ditta che eseguirà i lavori "uno sforzo ulteriore affinché entro dieci mesi la radioterapia sia una realtà per i pazienti del Centro Sardegna". I lavori per il Centro della radioterapia rientrano nel progetto più generale di riqualificazione delle strutture dell’intera provincia.

Tra gli interventi già finanziati, i lavori all’ospedale Zonchello, la ristrutturazione del blocco operatorio e del pronto soccorso di Sorgono, la ristrutturazione della dialisi e l’ampliamento della residenza riabilitativa a Macomer, oltre al nuovo day hospital oncologico. A Siniscola, infine, è previsto l’ampliamento del Poliambulatorio e l’imminente realizzazione della Casa della Salute.

Il Presidente Soru ha tracciato un bilancio dell’attività svolta finora in campo sanitario: "Il progetto nuorese è solo una parte: stiamo valutando i progetti dei nuovi ospedali di San Gavino e di Alghero. A Cagliari vogliamo chiudere alcuni residuati bellici degli anni Trenta, e stiamo progettando il nuovo ospedale. A Sassari, in un analogo project financing, non ci sono state offerte e perciò si cercherà una formula più adatta: ci sono tre mesi di tempo per presentare un progetto preliminare".

A Olbia, ha ricordato Soru, "abbiamo aperto il primo blocco del nuovo ospedale e sono in corso i lavori per la realizzazione di completamento. Insomma, il bilancio di questi tre anni è più che lusinghiero. Ci siamo mossi con regole e rigore, per fare investimenti strutturali importanti come quelli che stiamo vedendo in questi anni in Sardegna. E siamo riusciti a risanare i bilanci e ad evitare di essere sotto tutela del Governo nazionale".

Il Presidente Soru ha poi voluto rivolgere un pensiero agli operatori della sanità sarda: "Stiamo adeguando le strutture per offrire ambienti di lavoro migliori, in modo tale che ognuno possa esprimere il meglio della sua professionalità e della sua passione. Facciamo un patto per la salute in Sardegna con i medici, gli infermieri e tutti coloro che lavorano nella sanità. Solo così eviteremo che i sardi debbano andare a curarsi fuori, perché troveranno le capacità necessarie qui da noi".

Per l’Assessore Dirindin, "gli interventi finora finanziati e il progetto più generale per il Nuorese, confermano l’attenzione per il territorio, dove si realizza il terzo polo sanitario dell’isola. Abbiamo investito ingenti risorse per decentrare i servizi, avvicinarli al cittadino e ribadire la centralità del paziente".

Inaugurato l’impianto di potabilizzazione a Tortolì
Il Presidente della Regione, Renato Soru, e l’assessore regionale dei Lavori pubblici, Carlo Mannoni, ieri hanno presenziato all’inaugurazione del potabilizzatore realizzato alle porte di Tortolì. Si tratta di un’opera importante, che consentirà tra l’altro di far fronte ad eventuali emergenze idriche soprattutto nel periodo di maggior afflusso turistico nella località ogliastrina.

"Questa – ha spiegato Soru – è un’opera finanziariamente non rilevantissima, ma in realtà è un tassello importante della volontà dell’amministrazione regionale, insieme ad Abbanoa e all’Ato, di fare in modo che i sardi smettano di bere acqua minerale. L’Italia è il Paese in Europa che consuma più acqua minerale, non si capisce per quale motivo. E la Sardegna, tra le regioni italiane, è di gran lunga quella in cui si consuma più acqua minerale. Evidentemente abbiamo avuto impianti di potabilizzazione e distribuzione non adatti. Questo comporta fatica, costi per le famiglie e un grande costo ambientale per lo smaltimento dei rifiuti".

"L’obiettivo prioritario – ha sottolineato ancora il Presidente Soru – è quello di fare in modo che questa regione diventi normale anche nel consumo dell’acqua. Vogliamo fare in modo che la pubblica amministrazione sia capace di dare un servizio pubblico essenziale, qual è quello della distribuzione dell’acqua, che i cittadini si fidino e che noi siamo capaci di riconquistare la fiducia dei cittadini".

"Abbiamo da fare anche un passo culturale. A Cagliari tanta gente è ancora abituata ad acquistare le bottiglie, eppure l’acqua è buona. E’ più buona dell’altra e persino più sicura. Nei prossimi giorni risolveremo il problema di tutta l’alta Baronia, da Orosei a Galtellì a Torpè, tutti quei paesi che oggi usano l’acqua del Cedrino, la quale non è sicura perché ancora vi scaricano acque reflue non sufficientemente trattate. E’ previsto un intervento non troppo dissimile da questo di Tortolì, con un by-pass sul Cedrino e nuove tubature che passano vicino a Oliena e portano l’acqua dai monti di Orgosolo".

L’impianto di Tortolì nelle prossime settimane passerà dalla gestione di una ditta esterna a quella internalizzata di Abbanoa. "Credo che sia una buonissima soluzione – ha commentato Soru -, per i pochi anni che separano al completamento dello schema idrico numero 37 per un nuovo, grande potabilizzatore che servirà 120mila persone di tutta l’Ogliastra. Questo schema è in gran parte finanziato: in questo momento stanno lavorando circa cento ingegneri in tutta la Sardegna per fare i progetti preliminari degli schemi idrici di cui non esiste la progettazione. Vorremmo fare nel prossimo autunno un’unica, grande gara d’appalto per realizzare in un solo colpo tutti gli impianti necessari e permettere a tutti i sardi di bere acqua in perfetta sicurezza, dimenticando il periodo delle bottiglie di plastica".

Il Presidente Soru si è poi rivolto agli amministratori locali presenti all’inaugurazione dell’impianto di Tortolì. "Le risorse europee 2007-2013, che oggi abbiamo iniziato a spendere, ci pongono due condizioni: ridurre le perdite negli schemi idrici al massimo al 25 per cento (oggi siamo ancora al 60 per cento) e fare in modo che oltre il 70 per cento delle acque reflue della Sardegna siano effettivamente trattate. Il nostro obiettivo è di arrivare addirittura al cento per cento, non solo per la premialità europea ma anche per evitare l’attuale dispersione. Sarà dura, dobbiamo farlo entro i prossimi anni, ma non possiamo permetterci di buttare una sola goccia d’acqua: sappiamo tutti che si va verso la desertificazione".

L’impianto di potabilizzazione di Tortolì

Fonte: www.regione.sardegna.it

 


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