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Emilia Romagna: ristrutturazione in via Garibaldi a Calderara
La riqualificazione con i primi 35 alloggi di edilizia pubblica, la sede della Polizia e gli altri interventi

Sono partiti, con una cerimonia che si è svolta lo scorso venerdì, i lavori per il recupero e la ristrutturazione del “Garibaldi 2”, noto come ”Bologna Due”, a Calderara di Reno che ha rappresentato uno dei più gravi casi di degrado sociale, criminalità ed emarginazione dell’Emilia-Romagna.

E’ stato infatti inaugurato il cantiere del primo lotto di lavori che porterà alla realizzazione di 35 alloggi di edilizia residenziale pubblica e della sede della Polizia municipale.
"Un lavoro importante e complesso, reso possibile grazie alla collaborazione tra le istituzioni, che ci consentirà di cambiare il ‘Garibaldi 2’ restituendogli una condizione di normalità" ha detto il vicepresidente della Regione Flavio Delbono intervenendo alla cerimonia di inaugurazione insieme al viceprefetto Matteo Piantedosi, alla presidente della Provincia Beatrice Draghetti e al sindaco di Calderara Matteo Prencipe.

A questo primo intervento, che riguarda la porzione di edificio di proprietà pubblica, ne seguiranno altri tre per la riqualificazione dei 122 appartamenti privati e per il risanamento delle parti comuni.
Entra dunque nel vivo il progetto promosso dal Comune di Calderara e dalla Regione Emilia-Romagna, con la partecipazione anche della Provincia di Bologna e della Prefettura, per affrontare il problema del "Bologna Due", agendo su tutti i fronti del degrado: urbanistico, edilizio, sociale, della sicurezza pubblica.

Costruito nel 1976 come residence per lavoratori e professionisti di passaggio, l’edificio posto in via Garibaldi 2 a Calderara nel tempo si è di fatto trasformato in un gigantesco condominio, teatro negli anni di ripetuti episodi di criminalità, alimentati dalla condizione di disagio, di sovraffollamento e di diffusa irregolarità tra gli occupanti dello stabile. Complice la particolare conformazione della struttura, costituita da un’unica struttura su otto piani, per un totale di 194 monolocali, con un unico blocco scale-ascensori, lunghissimi corridoi, insidiosi e privi di qualsiasi sistema di sicurezza che si sviluppano per oltre 1 chilometro. 
Per questo il progetto di riqualificazione, cui è affiancato un progetto pilota per la sicurezza finanziato dalla Regione, prevede innanzi tutto che l’imponente struttura venga "spezzata" in sei distinti condomini: due pubblici di edilizia Erp, cui si accederà attraverso le normali graduatorie, e quattro privati, oltre alla ristrutturazione complessiva delle parti condominiali, alla realizzazione della caserma dei carabinieri, della  sede della polizia municipale di Calderara, a impianti sportivi, spazi verdi, a una pista ciclabile. 
Del progetto di riqualificazione fa parte anche la realizzazione (per mezzo di convenzioni urbanistiche) di 67 alloggi "parcheggio" in cui verranno trasferite a rotazione le famiglie per permettere la realizzazione dei lavori. La spesa complessiva per l’intervento di riqualificazione è di circa 19 milioni di euro, di cui 11 messi a disposizione dal Comune di Calderara, quasi 6 milioni dalla Regione e 1,8 milioni da parte dei privati. Questo primo lotto di lavori ha un costo complessivo di 4 milioni e 700 mila euro.

Le attività di sostegno sociale e i residenti
Parte integrante della riqualificazione è anche un progetto di accompagnamento sociale attraverso l’attività di uno sportello informativo e di varie iniziative di promozione socio-culturale rivolte a tutto il territorio del Comune. Lo sportello è stato attivato nel 2006. L’ èquipe del progetto di accompagnamento sociale è composta da diverse figure professionali: educatore di comunità, psicologa, operatore sociale mediatori interculturali e linguistici. 
L’obiettivo è quello di migliorare le condizioni abitative e di vita dei cittadini residenti al “Bologna  Due” (italiani e stranieri). Gli operatori hanno accompagnato le famiglie nel percorso di trasferimento alle abitazioni temporanee, promosso attività di informazione e orientamento al mondo del lavoro, sostenuto famiglie, donne, minori nell’accesso alla rete dei servizi scolatici, sanitari, sociali. 
Dal luglio 2007 gli accessi allo sportello sono stati 350, con 316 colloqui di cui 76 inerenti tematiche di carattere sociale, 130 il tema del lavoro, 110 il tema casa. E’ stato attivato un apposito percorso di sostegno socio-educativo per 35 persone e condotta un attività di informazione e orientamento all’inserimento lavorativo per 50 persone. 
Sono state inoltre realizzate alcune attività socioculturali in collaborazione con associazioni del volontariato locale ed istituzioni pubbliche locali: lo spettacolo “Micro Circo”, un corso di lingua italiana, un corso di scrittura creativa, il ricettario multietnico, il laboratorio di teatro di strada “Il Pifferaio Magico”, una cena multietnica, ecc…

Ma chi vive al Bologna 2? Attualmente le persone che all’anagrafe risultano effettivamente residenti in via Garibaldi 2, sono 247. Sono rappresentate ben 10 nazionalità. Le più numerose sono quelle marocchina (98), pakistana (95 persone) e italiana (53). I minori sono 61.
La proprietà dei 194 monolocali in cui è articolato il “Bologna 2” è così articolata: 72 sono di proprietà della società Sviluppo Calderara emanazione del Comune di Calderara, 122 di privati. La netta maggioranza dei proprietari ha aderito al programma di riqualificazione urbana, sottoscrivendo con il Comune un accordo di partecipazione al programma stesso e di condivisione degli obiettivi in esso contenuti. Sono restati fuori dall’accordo solo 11 proprietari nei confronti dei quali è stata attivata la procedura di esproprio. 
Attualmente nelle 67 case parcheggio abitano 38 famiglie. Di queste, 20 solo momentaneamente, in attesa che venga completata la ristrutturazione del loro appartamento, 18 sono in affitto in via definitiva. Si tratta in quest’ultimo caso di un gruppo di famiglie prima residenti al “Bologna Due”, che – a seconda dei casi – hanno fatto la scelta per difficoltà economiche di vendere l’appartamento di cui erano proprietarie o che erano già in affitto, ma con forme contrattuali tali da non garantire loro il rientro una volta terminati i lavori.

La riqualificazione urbana in Regione

Fonte: www.regione.emilia-romagna.it

 


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