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Trento: Itea operativa per il Piano straordinario casa
817 milioni di euro l’investimento in dieci anni, la società s’indebiterà per 400 milioni

I vertici di Itea Spa hanno illustrato stamane nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti anche il presidente Lorenzo Dellai e l’assessore alle politiche sociali Marta Dalmaso, come intendono dare attuazione al Piano straordinario per l’edilizia abitativa sociale. Il piano prevede, con un investimento di circa 817 milioni di euro, di mettere a disposizione entro i prossimi otto anni 9 mila alloggi: 3 mila a canone sociale di nuova realizzazione, 3 mila attraverso la ristrutturazione degli appartamenti di “risulta” e 3 mila a canone moderato. Significativo, 400 milioni di euro, l’indebitamento previsto nel periodo da Itea Spa, che realizzerà quest’anno 106 nuovi alloggi ed altri 194 li acquisterà sul mercato, operazione quest’ultima per la quale Itea Spa sta per emettere i bandi di evidenza pubblica. Entro l’estate la società definirà anche uno specifico piano per il reperimento della terza quota di alloggi, i 3 mila da locare a canone moderato, per i quali la società potrà stipulare accordi con i soggetti privati. Soddisfazione per l’avvio operativo del Piano è stata espressa all’incontro di stamane dai segretari di Cgil, Cisl e Uil del Trentino: “L’ente pubblico dà un segnale importante che può essere colto dalle imprese e che produrrà un positivo impatto sull’economia locale, ma occorre accelerare sul reperimento di alloggi a canone moderato”. Nel Piano anche una serie di azioni volte a migliorare la vivibilità negli insediamenti abitativi urbani ad alta concentrazione di edilizia abitativa pubblica. La presidente di Itea Spa Elena Robecchi Defant ed i membri del Consiglio di amministrazione della società hanno infine presentato anche il Bilancio sociale 2006.
Ricordando come il Piano straordinario per la casa abbia già ottenuto, il 18 gennaio scorso, l’avvallo politico e finanziario della Giunta provinciale e che, per l’approvazione definitiva da parte della stessa Giunta manchi ormai solo il parere del Consiglio delle autonomie, il presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai ha affermato che “il Piano di Itea Spa entra nella sua immediata operatività, potendo contare su tutti gli strumenti organizzativi e finanziari necessari”. “Nostro compito – ha detto ancora Dellai – è quello di sostenere e rafforzare le intese con gli Enti locali, il cui coinvolgimento è uno dei capisaldi per l’attuazione del piano stesso”.
“Il Piano casa – ha poi aggiunto l’assessore Dalmaso – è stato costruito sulla base delle linee d’indirizzo dettate dalla Giunta provinciale e dopo un lungo confronto, che a tratti è stato anche acceso , con i sindacati, che sono stati coinvolti fin dall’inizio. In esso non ci sono solo “numeri”, quanti alloggi, dove e quando, ma anche una forte vigilanza e attenzione ai temi della sicurezza e della vivibilità urbana. La Giunta approverà presto, a questo proposito, precise linee di indirizzo alle quali gli enti gestori dovranno uniformarsi al fine di garantire vivibilità e sicurezza negli insediamenti abitativi dei propri territori di riferimento. Si tratta di un aspetto strategico, questo, sul quale vogliamo investire”.
Un Piano casa, dunque, che entra nella sua operatività. La presidente di Itea Spa ha annunciato a questo proposito che la prima “mossa” sarà l’acquisto di alloggi sul mercato. La procedura di acquisizione immobiliare prevede la pubblicazione, ogni mese, di un avviso di ricerca immobiliare rivolta a tutti. Gli elementi tecnici richiesti da Itea Spa alle imprese immobiliari e/o agenzie di intermediazione saranno scaricabili dal sito della società già a partire dal prossimo mese di marzo. “Cercheremo di acquistare alloggi soprattutto nelle zone ad alta densità abitativa e dove maggiore è la richiesta – ha spiegato il direttore sviluppo e credito della società, Paolo Toniolli – ma non tralasceremo nessuna delle 63 zone omogenee del Trentino”.
Qualificante, nel programma casa di Itea Spa, sarà anche l’adozione di avanzati parametri strutturali nella costruzione dei nuovi alloggi e nelle ristrutturazioni, orientati al risparmio energetico, alla gestione del calore ed alla sostenibilità ambientale. I sistemi adottati saranno quelli di casa Clima B e LEED-NC versione 2.2 con livello di certificazione minimo “Silver”, in stretta collaborazione con il Distretto Energia Ambiente.
Sostenibilità sociale, qualità degli alloggi, qualità urbana, qualità ambientale e qualità organizzativa disegnano il profilo etico e le relazioni valoriali di Itea Spa che emergono anche dal Bilancio sociale 2006, illustrato stamane dal direttore gestione e struttura della società Floriano Gubert. Il documento evidenzia tra l’altro la dimensione locativa di Itea Spa, che con i suoi oltre 9 mila alloggi locati copre una fetta del 24,62 per cento del mercato trentino delle locazioni, oltre un punto percentuale in più rispetto al 2001. Altro dato da sottolineare riguarda la morosità, che segna un leggero aumento del numero degli utenti morosi (2.917 nel 2006) per complessivi 3.887.000 euro circa.
Ma ecco, di seguito, un’ampia sintesi del Piano straordinario casa 2007-2016.

NUOVI ALLOGGI
Per reperire da subito un certo numero di alloggi – dando così una veloce risposta alla pressante domanda di case espressa, in particolare, dalle città di Trento e Rovereto, dall’Alta Valsugana e dalla Valle dell’Adige – Itea Spa si propone di acquistare direttamente sul mercato, nel prossimo triennio (entro il 2010), 630 alloggi equamente distribuiti sul territorio provinciale. Altri 1471 nuovi alloggi si conta di realizzarli, a partire dal 2010, sulle aree messe a disposizione dai Comuni.
La prevista dotazione di 3000 alloggi a canone sociale sarà completata, entro il 2014, con gli 899 alloggi (191 già cantierati, 96 cantierabili e 612 in progettazione) la cui realizzazione è stata “ereditata” da Itea ente funzionale. Di questi 899 alloggi, Itea Spa prevede di ultimarne 106 (52 dei quali nel comune di Trento), entro l’anno in corso.
Per quanto riguarda la localizzazione dei previsti 3000 alloggi a canone sociale, il Piano ne prevede 850 nel comune di Trento, 400 nel comprensorio Alto Garda e Ledro, 310 in Val d’Adige, 280 nel comune di Rovereto e altrettanti in Vallagarina, 270 in Alta Valsugana, 150 in Valle di Non, 140 nelle Giudicarie, 130 in Bassa Valsugana, 80 in Valle di Fiemme, 40 in Primiero ed altrettanti in Valle di Sole, 30 in Valle di Fassa.

FINANZIAMENTO DEL PIANO
Per finanziare il Piano, accanto al ricorso al credito ed al finanziamento integrativo che assicurerà la Provincia con il Fondo casa, Itea Spa potrà contare sulle risorse residue del precedente ente funzionale, pari a 9 milioni di euro, sugli oltre 28 milioni di euro già assegnati dalla Provincia lo scorso anno e su 33 milioni di euro che la società conta di incamerare, attraverso un piano strategico di razionalizzazione del proprio patrimonio abitativo e non abitativo, tramite acquisti e/o dismissioni.

ACQUISTI E DISMISSIONI DI ALLOGGI
Gli acquisti saranno prioritariamente orientati verso gli alloggi di edifici dove Itea già risulta proprietaria di almeno il 75 per cento del numero complessivo di alloggi esistenti (attualmente sono 237), mentre saranno alienati gli appartamenti in edifici nei quali Itea è proprietaria al massimo del 25 per cento del totale degli alloggi in essi esistenti (157). Itea Spa procederà dapprima alle dismissioni, vendendo tutti gli alloggi che si renderanno disponibili a seguito del rilascio degli assegnatari oppure vendendoli agli stessi assegnatari, a prezzo di mercato, qualora fossero disponibili ad acquistare.
In caso di mancato acquisto, la società provvederà ad assegnare un altro alloggio agli inquilini (una quota di alloggi sarà destinata a tale scopo nell’ambito delle nuove assegnazioni), sulla base di piano di mobilità che sarà presumibilmente attuato negli anni dal 2009 al 2012, piano che riguarderà anche gli alloggi maggiormente sottoutilizzati (esubero di superficie).
Nel piano di dismissioni entrerà anche il patrimonio non abitativo di Itea Spa, che si compone di 88 unità alienabili. Se si tratta di unità immobiliari commerciali locate, queste saranno offerte in vendita ai locatari, oppure poste sul mercato alla scadenza del contratto in caso di mancata accettazione del prezzo.
Per quanto riguarda invece le unità non commerciali, non saranno posti in vendita (salvo situazioni particolari) gli spazi ad uso sociale destinati all’uso diretto dei nuclei locatari degli alloggi. Per gli spazi ad uso prevalentemente sociale destinati ad usi diversi da quelli istituzionali della società (ad esempio teatri, biblioteche, ambulatori, eccetera, utilizzati dal Comune) si proporranno permute con aree, fabbricati o alloggi che possano essere utilizzati, anche a seguito di interventi edilizi, ad uso abitativo.
Anche garage e posti auto saranno posti in vendita, offrendoli prioritariamente agli occupanti degli alloggi cui sono funzionali.

FILIERA DEL LEGNO
Rientra infine nel Piano anche la previsione di realizzare, con la consulenza del Distretto Energia Ambiente, almeno il dieci per cento delle abitazioni programmate in legno, a basso impatto ambientale ed energetico, con certificazione LEED-NC, ed alcuni edifici multipiano con struttura portante di pannelli X-LAM (quelli della casa antiterremoto del progetto SOFIE progettati dall’Ivalsa-Cnr e testati con successo in Giappone).
Un primo nucleo di case in legno sarà realizzato in alcuni comprensori una volta che i Comuni avranno messo a disposizione delle microaree di circa 2000 metri quadrati ciascuna, mentre altre strutture in legno sorgeranno su aree di proprietà di Itea Spa già individuate.

VIVIBILITÁ E SICUREZZA
Ma il piano straordinario casa non è fatto solo di numeri – quanti alloggi con quali risorse – ma anche di qualità sociale dell’abitare, di sicurezza all’interno e all’esterno degli insediamenti abitativi, specie quelli degli agglomerati urbani caratterizzati da elevata presenza di alloggi di edilizia abitativa pubblica. Per questo il Piano prevede sia azioni volte a risolvere o comunque a contenere le situazioni già esistenti di conflittualità tra inquilini, sia azioni finalizzate alla prevenzione di comportamenti trasgressivi e antisociali.
Per affrontare le prime Itea Spa si affiderà sia ai suoi ispettori (dal Bilancio sociale 2006 emerge che gli interventi ispettivi effettuati in quell’anno sono stati 3.700, 73 dei quali per conflitti sociali) sia a operatori specializzati nel favorire la ricomposizione di conflitti. Un’azione – hanno affermato i vertici Itea Spa – che sarà improntata al massimo rigore e che potrà essere concertata, ove possibile, anche con i Servizi sociali territoriali.
Per particolari situazioni di utenza debole, la società si muoverà in accordo e sinergia anche con il Servizio di Salute mentale di Trento dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ciò in virtù del protocollo d’intesa con lo stesso Servizio che prevede strategie comuni d’intervento al fine di garantire la migliore vivibilità possibile all’interno degli alloggi pubblici e tutelare al tempo stesso le parti coinvolte.
Altri strumenti, da impiegare specificamente a scopo preventivo, sono individuati da Itea Spa nella qualificazione e formazione di Referenti Condominiali e Fiduciari di zona, in forme di collaborazione con l’inquilinato, nella partecipazione di proprio personale alle assemblee condominiali e, più in generale, in un’azione di rigoroso controllo del buon utilizzo degli alloggi, pertinenze e spazi comuni.
Non solo Itea Spa dovrà per altro impegnarsi su questo tema: anche gli enti locali dovranno infatti provvedere ad attivare sul territorio interventi di mediazione culturale e sociale, che i Comuni potranno affidare, con apposito incarico, anche a soggetti esterni all’amministrazione sulla base di specifici “livelli essenziali di mediazione”, che saranno definiti dalla Giunta provinciale, e facendo riferimento a “Piani di sicurezza” da definirsi d’intesa con la stessa Itea Spa.
Elemento indispensabile per assicurare la vivibilità negli insediamenti abitativi è però anche la presenza, al loro interno, di servizi aggregativi di carattere socio-assistenziale a bassa soglia (ad esempio centri aperti) che gli enti locali dovranno prevedere, nell’esercizio delle proprie competenze, nelle aree ad elevata concentrazione di alloggi pubblici, così come di servizi primari quali negozi alimentari, ristorazione, servizi sanitari alla persona, eccetera.

fonte:  www.uffstampa.provincia.tn.it

 


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