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Nuovo Codice Appalti: la prima approvazione, ecco cosa cambia
Il nuovo Codice Appalti, approvato ieri in CdM, sarà molto più snello (contiene 217 articoli): le principali novità (anche in materia di concorsi di progettazione)

Nella giornata di ieri, il Codice degli Appalti ha ricevuto l’approvazione dal Consiglio dei Ministri: il testo ha incassato così la prima approvazione, seguiranno poi i pareri di Consiglio di Stato, Conferenza unificata e Commissioni parlamentari competenti.

Il codice in vigore in precedenza conteneva più di 600 articoli, il nuovo Codice Appalti è molto più snello e ne contiene 217. Ma quali sono le novità principali contenute nel testo? Ecco un rapido focus in materia.

Novità Codice Appalti: concorso di progettazione
Molti articoli del testo sono dedicati ai concorsi di progettazione: il principio alla base di tutto è che nel concorso di progettazione per i lavori pubblici vengono richiesti solo progetti o piani con livello di approfondimento pari a quello di un piano di fattibilità tecnica ed economica, cioè progetti definitivi.

Sempre per quanto riguarda la progettazione, il Nuovo Codice Appalti promuove la qualità architettonica, anche tramite i concorsi, limitando gli appalti integrati.

L’accesso alle gare
Le nuove regole rendono più difficile la vita agli operatori economici. Emerge un sistema che affida molti poteri di verifica alle pubbliche amministrazioni. Le pubbliche amministrazioni hanno prerogative nuove. La Pubblica Amministrazione potrà scandagliare la condotta dell’impresa: chi ha causato, con le sue carenze in fase di esecuzione, la risoluzione anticipata di un contratto potrà essere fermato.

La stazione appaltante potrà dimostrare che l’impresa:
– si è resa colpevole di gravi illeciti professionali o di significative carenze in un precedente contratto;
– ha concluso accordi e ha posto in essere pratiche per falsare la concorrenza;
– ha tentato di influenzare un’aggiudicazione;
– si trova in una situazione di conflitto di interessi.

Le stazioni appaltanti escludono in ogni momento dalla partecipazione ad appalti o subappalti di soggetti condannati in via definitiva per alcuni reati come partecipazione a un’organizzazione criminale, corruzione, frode, reati terroristici, riciclaggio, lavoro minorile e le violazioni gravi, definitivamente accertate, in materia fiscale o di contributi previdenziali.

BIM
Dopo che nelle prime bozze era stato prescritto l’obbligo di usare il BIM, ora è stato stabilito che a partire da 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto le stazioni appaltanti potranno chiedere l’utilizzo del Bim per le nuove opere e i servizi sopra la soglia comunitaria, passando così ad una facoltà. Questi strumenti dovranno usare piattaforme aperte al fine di non limitare il mercato.

RUP
Il responsabile unico del procedimento – Rup, “deve essere un dipendente di ruolo e possedere un titolo di laurea e competenza adeguati in relazione ai compiti per cui è nominato”. Per i lavori e i servizi attinenti all’ingegneria e all’architettura “deve essere un tecnico”. Per le amministrazioni aggiudicatrici deve essere un dipendente in servizio.

Dopo questa prima approvazione, si dovrà procedere con le seguenti fasi verso la nascita effettiva del nuovo Codice Appalti, che avverrà a breve: la legge delega fissa i fatti come ultimo giorno disponibile per l’approvazione del decreto il 18 aprile.


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