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CRESME: le previsioni 2016 sulla crescita delle opere pubbliche
Le opere pubbliche dovrebbero trainare il settore delle costruzioni fuori della crisi: la crescita stimata per il prossimo anno è del 2,2%

Nel 2016 avverrà il passaggio all’interno del Settimo Ciclo Edilizio: secondo il CRESME le opere pubbliche dovrebbero segnare l’anno prossimo un aumento del 4% trainando così il settore delle costruzioni fuori della crisi. La crescita stimata per il prossimo anno è del 2,2%.

Le rilevazione appartengono appunto al CRESME: il Rapporto congiunturale 2016 sarà presentato martedì prossimo al Politecnico di Milano. “Ci sono ormai molti segnali che stiamo entrando nel Settimo Ciclo Edilizio – ha dichiarato il direttore, Lorenzo Bellicini, che prosegue -I primi cinque anni di questo nuovo ciclo edilizio saranno prevalentemente anni di forte adattamento per il settore tradizionale. Ma poi si imporrà via via una vera rivoluzione cui è necessario prepararsi, però, da subito. L’edilizia vivrà, nel corso di questo ciclo, la sua seconda rivoluzione industriale dopo quella del cemento armato del 19° secolo. L’innovazione che sta trasformando oggi l’industria, quella che passa con il nome di ‘industria 4.0’, entrerà anche nel campo dell’edilizia in modo massiccio e comporterà un effetto molto forte in termini di cambiamento radicale del mercato”.

Con riferimento alle opere pubbliche, stanno partendo i programmi preannunciati, come quello sull’edilizia scolastica: un segnale che conferma la ripartenza dei lavori pubblici è quello rappresentato dall’accelerazione delle vendite delle macchine di movimento terra.

Il settimo ciclo edilizio si concentrerà sul business della riqualificazione. Prosegue tuttavia Bellicini: “Due fattori vanno segnalati su questo comparto: il primo è che registriamo un segnale controcorrente, di parziale ritorno al nero dopo gli anni caratterizzati da una forte emersione dal nero; il secondo è che, a questo punto, un vero rilancio della riqualificazione potrà arrivare soltanto se si sposterà il baricentro dalla micro-riqualificazione abitativa urbana a quella su scala maggiore”. La previsione per il rinnovo nel settore residenziale resterà comunque positivo a +1,5%.


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