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Condominio: la valutazione giudiziale del decoro architettonico
Un'alterazione del decoro architettonico può determinare un deprezzamento dell'intero fabbricato: come si configura la valutazione giudiziale

Il decoro architettonico è un concetto che assume necessario rilievo in ambito condominiale: ai sensi dell’art. 1138, comma 1, codice civile, nel regolamento di condominio non possono mancare le clausole volte alla tutela del decoro architettonico del caseggiato. In questo articolo ci si focalizza sulla valutazione giudiziale del concetto di decoro.

Quest’ultimo si configura alla stregua di un bene suscettibile di valutazione economica, nel senso che un’alterazione dello stesso può determinare un deprezzamento dell’intero fabbricato.

In conseguenza di tale concetto, poiché la tutela del decoro architettonico è stata apprestata dal legislatore in considerazione della diminuzione del valore che la sua alterazione arreca all’intero edificio (e pertanto anche alle singole unità immobiliari che lo compongono), il giudice del merito, per stabilire se in concreto ci sia stata lesione di tale decoro, oltre ad accertare se esso risulta leso o turbato dall’esecuzione della nuova opera, deve anche valutare se tale lesione o turbamento determini o meno un deprezzamento dell’intero fabbricato, essendo lecito il mutamento estetico che non cagioni un pregiudizio economicamente valutabile o che, pur arrecando tale pregiudizio, si accompagni, per l’intero edificio, ad un’utilità la quale compensi l’alterazione architettonica che non sia di grave e appariscente entità.

Tuttavia quando la modifica al decoro si configura obiettivamente rilevante, nel pregiudizio estetico deve ritenersi insito anche il pregiudizio economico, con la conseguenza che non sussiste un obbligo del giudice di motivare espressamente sul punto: tale valutazione effettuata dal giudice di merito, se correttamente realizzata, non è assoggettabile al sindacato di legittimità.

Del resto, la sentenza che affermi o meno l’esistenza di detta alterazione è censurabile in sede di legittimità solo per vizio di motivazione sul punto.

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