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Emilia Romagna, tra dissesto e maltempo: "Stop al consumo del suolo"
Antolini (Consiglio Nazionale Geologi): "Tempo di pensare ad una vera rivoluzione ambientale, ad uno stop del consumo del suolo"

“Dal nord al sud non cambia nulla. Regioni ricche o regioni povere, il dissesto idrogeologico non guarda a nessuno. Quando ponti, case, strade vengono distrutte è messa in discussione anche la capacità di programmazione, progettazione e prevenzione dell’uomo. Fermiamoci un attimo e pensiamo ad una vera rivoluzione ambientale, ad un vero stop del consumo del suolo, ad una vera volontà del fare gli interessi del territorio in cui viviamo”. È durissimo Paride Antolini, Consigliere Nazionale dei Geologi e geologo dell’Emilia Romagna, nel commentare gli accadimenti dello scorso weekend relativi al maltempo che si è abbattuto sulla provincia di Piacenza.

La Prefettura di Piacenza in queste ore sta coordinando i molti interventi in provincia, soprattutto in Valtrebbia e Valnure, dopo l’emergenza allagamenti provocata dalla piena dei fiumi, cui si è aggiunta l’attivazione della fase di allarme, da parte della Protezione civile, per il Ceno in sei comuni del Parmense.

“L’Appennino emiliano e romagnolo è la regione caratterizzata dalla più elevata densità di frane in Italia – prosegue Antolini -, le frane mappate sono circa 70mila e molte di esse hanno grandi dimensioni coinvolgendo aree di svariati chilometri quadrati. Circa il 20% del territorio collinare e montuoso della regione è in frana. Ben 2161 km di strade sul territorio regionale sono interessati da frane, di cui 615 da frane classificate come attive. E l’Emilia Romagna è al secondo posto in Italia per numero di scuole, ben 800, in aree a rischio idrogeologico”.

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Antolini tocca anche l’importante tema dell’erosione costiera: “Ormai in Emilia Romagna più volte abbiamo problemi di erosione costiera, argini che crollano, fiumi che esondano senza poi contare le frane. La costa Emiliano-Romagnola da Cattolica alla foce del Po costituisce una fascia continua per 130 km, larga da poche decine di metri a qualche chilometro. Di essi, 77 km sono urbanizzati con una pesante azione antropica, come un’unica città di 55 km di lunghezza”.


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