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Local Tax: il modo giusto di risolvere il rebus tasse sulla casa?
Semplificare è la parola d'ordine che dovrà informare tutto il processo di modifica delle tasse sulla casa in vista del 2016: parola del Governo

Semplificare è la parola d’ordine che dovrà informare tutto il processo di modifica del corpus delle tasse sulla casa in vista del 2016. Ad affermarlo è il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta, il quale sta lavorando, insieme al team governativo predisposto, alla struttura del nuovo tributo sulla casa, la cosiddetta Local Tax, che a partire dall’anno prossimo sostituirà IMU e TASI.

Da un lato la Local Tax assorbirà al proprio interno IMU e quel che rimarrà della TASI dopo la promessa abolizione dell’imposta sulla prima casa; dall’altro lato sopravviverà una seconda voce in cui verranno accorpate le altre imposte comunali, quelle che riguardano l’occupazione delle aree pubbliche e quelle su pubblicità e affissioni.

Il processo di cambiamento tocca un nervo scoperto nel attuale dibattito italiano in materia di fisco: “L’Italia ha un livello di tassazione sugli immobili più che doppio sia rispetto alla media dei Paesi europei sia rispetto alla media dei Paesi OCSE”. Il virgolettato appartiene ad un comunicato di Confedilizia emesso proprio in questi giorni. “Nel 2014 – rincara l’Associazione della proprietà immobiliare – il gettito di IMU e TASI è stato di circa 25 miliardi di euro, cui bisogna aggiungere quello dell’imposta di scopo (che è un’addizionale all’IMU). Fino al 2011 il gettito dell’ICI era stato di circa 9 miliardi di euro. Le imposte locali sugli immobili si sono, pertanto, quasi triplicate e i proprietari pagano ormai 16 miliardi di euro in più ogni anno”.

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“I numeri relativi alla tassazione sul settore immobiliare – dichiara il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – parlano chiaro. C’è bisogno, con urgenza, di una riduzione generalizzata del carico di imposte. La scelta di colpire il risparmio immobiliare non è stata solamente iniqua. Ha anche prodotto – e sta ancora producendo – danni incalcolabili in termini di calo dei consumi, di chiusura di imprese, di perdita di posti di lavoro, di crollo della fiducia”.


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