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Regime dei minimi, marcia indietro: l'opinione degli Architetti
La nota del CNAPPC: "Bene la proroga per il 2015 del vecchio regime dei minimi per le partite IVA"

“Bene la proroga per il 2015 del vecchio regime dei minimi per le partite IVA che blocca l’aumento dell’aliquota contributiva e ci auguriamo che questa misura sia solo la prima di una serie di interventi che possano finalmente dare ossigeno ad un comparto, come quello delle libere professioni, che ancora troppi si ostinano a non ritenere decisivo per il rilancio del Paese”. Sono le parole emesse attraverso un comunicato dal CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori) in merito alla marcia indietro effettuata dal Governo sul regime delle partite IVA.

Le voci di corridoio già da qualche giorno si affollavano con insistenza intorno ad uno dei temi più dibattuti in questo inizio di 2015. Poi, la settimana scorsa, il sospirato contrordine è giunto: per tutto il 2015 le nuove posizioni aperte avranno la possibilità di accedere anche al regime in vigore fino al 31 dicembre 2014.

L’ufficialità del sospirato passo indietro è stata anticipata durante il weekend attraverso un tweet del presidente del Consiglio Matteo Renzi, il quale ha tranquillizzato i professionisti penalizzati dalla Legge di Stabilità: è pertanto stato posto un rimedio a quello che lo stesso presidente del Consiglio ha definito il “più clamoroso autogol” del Governo, ovvero la stangata fiscale e contributiva ai danni delle partite IVA.

Gli Architetti, nella nota emessa, lodano il Sottosegretario all’Economia, Paola De Micheli, che avrebbe “mostrato grande sensibilità nel comprendere la drammaticità della situazione in cui si trovano i professionisti italiani ed in particolare gli architetti”. I progettisti italiani, sottolinea il CNAPPC, “sono stremati dalla crisi: hanno redditi medi da incapienti, fatturati crollati, non beneficiano di cassa integrazione o bonus statali, ma invece hanno debiti con le banche e devono attendere in media 218 giorni per ottenere un pagamento da parte della Pubblica Amministrazione, 172 da parte delle imprese, 98 dai privati”. Una situazione di grande difficoltà: la marcia indietro del Governo è un piccolo ma importante segnale nei confronti di tale stato contingente.


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