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Lombardia: il Piano regionale di gestione dei rifiuti è pronto a partire
La giunta regionale ha dato l'ok: al centro dell'attenzione inceneritori, trattamento rifiuti e prospettive di graduale dismissione vecchi impianti

Il Piano regionale di gestione dei rifiuti e delle bonifiche è in procinto di passare alla fase operativa in Regione Lombardia: la giunta regionale ha infatti dato l’ok ad una strategia definita come “lunga e complessa” e che consentirà “di regolamentare per i prossimi sei anni le attività ambientali nei territori” (i virgolettati appartengono a Claudia Maria Terzi, l’assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile in Lombardia).

Gli aspetti di novità presentati dal Piano sono molteplici: vediamoli con ordine.

1. Rete impiantistica per il trattamento dei rifiuti: il prospetto del Piano afferma con forza il principio di autosufficienza regionale, introducendo il bacino regionale per i rifiuti urbani: il Piano introduce di fatto un blocco alle nuove autorizzazioni e agli ampliamenti.

2. Impianti di trattamento rifiuti: progressiva e graduale dismissione di impianti di trattamento dei rifiuti urbani non più necessari, ai fini del mantenimento dell’autosufficienza regionale, tenendo conto anche delle prestazioni tecnologiche e ambientali degli impianti stessi.

3. Amianto, nuovi criteri localizzativi per gli impianti: vale per inceneritori, discariche e trattamento rifiuti, come per esempio l’aumento delle distanze di salvaguardia per le discariche di amianto a tutela della salute pubblica.

4. Inceneritori: “Non saremo la discarica per le inefficienze delle altre Regioni” afferma l’assessore Terzi in merito alla conformazione quantitativa degli impianti di incenerimento esistenti nel territorio regionale (sono 11) e confermando in ulteriore istanza la prospettiva di piena autosufficienza regionale.

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Il risultato raggiunto mediante l’approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti è diretta derivazione di un “percorso virtuoso – spiega in conclusione la Terzi – che ha visto confrontarsi tutti gli attori: dagli Enti locali alle associazioni di categoria, fino al mondo delle imprese”.

A cura di Marco Brezza


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