Tav Milano-Venezia: mancano i finanziamenti

La stima e` contenuta in uno studio di Agici Finanza di impresa che verra` illustrato a Milano, nel corso di un convegno organizzato dal Comitato Transpadana, l`organismo che promuove la realizzazione della direttrice ferroviaria ad Alta capacita` Lione-Milano-Trieste.

Al momento l`Alta velocita` Milano-Venezia, la cui entrata in esercizio e` prevista per l`anno 2015, e` solo "un sogno", vista l`assenza  pressoche` assoluta di finanziamenti. Per la tratta Milano-Verona, che richiede un investimento 14,8 miliardi di euro, restano da reperire 4,6 miliardi; per la Verona-Padova, investimento da 5,1 miliardi di euro, i finanziamenti mancanti ammontano a 4,9 miliardi.

Il Comitato Transpadana dichiara però che l`assenza di risorse non puo` costituire un alibi per il Governo, perche` la mancata realizzazione della linea ferroviaria veloce Milano-Verona comporterebbe dei costi ben maggiori a carico dell`intera collettivita`, ovvero imprese e cittadini.

Nello studio si dice che, se la realizzazione dell`infrastruttura in esame venisse rallentata o bloccata, i costi del non fare sarebbero ingenti: fino a 31,3 miliardi di euro e graverebbero su tutto il Paese.

 «In sintesi, il nostro modello afferma il responsabile dello studio, Andrea Gilardoni (coadiuvato da Alessandra Garzarella) – conduce alle seguenti conclusioni: costruire la tratta ad Alta velocita` Milano-Verona porterebbe un beneficio per la collettivita` di 12,6 miliardi di euro; l`Alta velocita` Verona-Padova consentirebbe un risparmio di costi per l`Italia di 18,7 miliardi».

La costruzione delle due tratte, sottolinea la ricerca, garantirebbe collegamenti veloci sulle lunghe distanze, alleggerendo il traffico sulla rete ferroviaria ordinaria e su quella stradale.

«Dalle nostre stime – prosegue Gilardoni – emerge che non solo i benefici coprono largamente gli investimenti, ma si determina un surplus dovuto certamente ai risparmi di tempo ma anche ai benefici ambientali per il trasferimento dalla strada alla rotaia e per l`assorbimento della crescita della domanda di mobilita`. Cio` senza contare l`impatto sul Pil locale e regionale che alcuni studi sull`Alta velocita` dicono essere dell`ordine del 3%».

La ricerca sui costi del non fare nasce dalla riflessione che i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture non sono ininfluenti sulla ricchezza e sul benessere delle Nazioni. «Troppo spesso la tutela di punti di vista o di interessi rispettabilissimi ma assai limitati generano danni consistenti al resto della collettivita`» sostengono i promotori della ricerca.

Nel dettaglio, il costo del non fare della tratta Milano-Verona (12,6 miliardi) e` dato dalla differenza tra costi per 8,3 miliardi (oltre all`investimento di base sono compresi anche i costi di gestione, l`occupazione del suolo e altre voci) e benefici per circa 20,8 miliardi. Analogamente, per la tratta Verona-Padova, il costo del non fare e` di 18,7 miliardi, a fronte di costi pari a 7,9 miliardi e di benefici di 26,6 miliardi.

Fonte: www.ance.it e Il Sole 24 Ore 

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