Toscana: ok del Consiglio al Piano paesaggistico

Il paesaggio toscano è stato affidato, a partire dal 16 giugno scorso, a un nuovo strumento di governo del territorio che permetterà di tutelarlo con il necessario rigore, ma anche di valorizzarlo e innovarlo […].

Così l’assessore regionale al governo del territorio ha sintetizzato in Consiglio regionale i contenuti del piano paesaggistico che è stato successivamente adottato dal consiglio.

L’assessore ha spiegato come il piano definirà tutto il complesso di azioni e di obiettivi che dovranno essere messe in atto dalle amministrazioni comunali per garantire una tutela attiva della propria identità paesaggistica.

Il piano individua e descrive nella nostra regione ben 38 sistemi territoriali ciascuno dei quali ha caratteristiche storiche, culturali, sociali irripetibili: a questi sistemi, alle loro caratteristiche storiche, culturali, naturali, estetiche dovranno conformarsi i piani comunali: il tutto, ha spiegato l’assessore, nella consapevolezza che il paesaggio è espressione di una costante interazione dell’ambiente con l’uomo; il piano sarà dunque uno strumento aperto che dovrà registrare e accompagnare in maniera dinamica una società che cambia e cambiando modifica anche il suo paesaggio.

Su questa base il piano paesaggistico è parte integrante del Pit (il piano di indirizzo territoriale) e indica alle amministrazioni e ai cittadini quali tipi di azioni saranno possibili all’interno di un determinato sistema territoriale ma anche offrendo strumenti urbanistici volti a migliorare e qualificare il paesaggio.

Il piano, come ha evidenziato l’assessore, indicherà ciò che non si potrà fare, per non intaccare le qualità di un determinato sistema paesaggistico, ma opererà anche e molto in positivo, aiutando la realizzazione di interventi migliorativi, ben inseriti nel contesto storico e naturale.

Oltre a permettere il mantenimento dinamico di un grande patrimonio collettivo il piano consentirà anche un notevole guadagno in termini di efficienza: il piano, infatti, inserendosi all’apice degli strumenti di governo del territorio si muoverà a monte dei piani comunali, consentendo di eliminare a valle una quantità impressionante di piccoli atti autorizzativi (molti di questi da richiedere alle Soprintendenze), con guadagni evidenti in termini di efficienza e di tempo.

Secondo una stima lo snellimento procedurale produrrà una diminuzione annua di almeno 20mila atti consentendo di concentrarsi sugli interventi che incidono effettivamente sul paesaggio.

La tappa in Consiglio è stata l’epilogo di un complesso e partecipato cammino di formazione cui hanno partecipato amministrazioni, esperti, cittadini; ognuno ha concorso a vario titolo al varo di uno strumento di governo del territorio che per la prima volta interviene in maniera sistematica sul ‘bene paesaggio, un bene di inestimabile valore per la nostra regione.

Non a caso i principi cardine su cui si basa il Piano sono quelli della Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 26 Paesi europei: secondo quel trattato il paesaggio non deve essere concepito come un elemento naturale immutabile, ma un bene dinamico, relazionato all’azione dell’uomo, un bene quindi che è frutto della percezione della popolazione e della sua esperienza sociale e culturale.

Fonte: www.regione.toscana.it

 

 

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