Urbanistica, approvato il PGT di Milano

La Giunta comunale di Milano ha approvato il 23 gennaio scorso il Piano di Governo del Territorio modificato sulla base delle osservazioni.

“Questo Piano nasce dall’ascolto della città: abbiamo definito il disegno urbanistico della Milano dei prossimi anni a partire dalla considerazione delle 4.765 osservazioni presentate da cittadini, associazioni, operatori, enti”. Lo ha dichiarato l’assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris.

I punti più rilevanti contenuti nel Pgt, qui sotto sintetizzati sono:
-la città come bene comune,
– riduzione delle possibilità di edificazione,
– 20mila alloggi di edilizia sociale,
– più servizi accreditati e convenzionati,
– maggiore tutela per le aree verdi,
– maggiore efficienza energetica degli edifici,
– nessuna possibilità di costruire nel Parco Agricolo Sud Milano,
– le cascine Campazzo e Basmetto inserite nel patrimonio storico-rurale,
– riduzione del traffico su quattro ruote,
– rilancio della mobilità ciclabile,
– rafforzamento della rete del trasporto pubblico.

La città come bene comune
La “città come bene comune” è l’orizzonte politico e culturale adottato dal Comune di Milano per riformare il governo della città e rilanciarne lo sviluppo civile, economico, sociale e ambientale.

Il lavoro compiuto sul Pgt si ispira a questo profilo, tiene conto della difficile condizione economica, cerca di porre rimedio a numerose ferite da tempo aperte nel corpo della città e avvia una concreta risposta ai referendum locali dello scorso giugno. In questa prospettiva, la trasformazione e lo sviluppo urbano sono espressione di una concezione alta della regia pubblica: non ideologica, ma realistica e perciò sobria, ispirata unicamente al conseguimento dell’interesse generale della comunità.

Una regia capace di generare e di condividere una visione moderna e aperta della città, e nel contempo di confrontarsi con i mutamenti già in corso e con le istanze più urgenti, sia di piccola che di grande scala. Il lavoro è stato sostenuto da una fase di ascolto che si è articolata in una fitta serie di incontri pubblici, rivolti a istituzioni (Comuni confinanti, Consigli di Zona), operatori e associazioni (ambientaliste, sindacali, professionali, culturali). Questi incontri hanno costituito un’importante occasione per individuare la praticabilità delle soluzioni e delle scelte che emergevano dalla lettura delle osservazioni.

Potenzialità edificatoria
Il Piano riduce la potenzialità edificatoria di circa il 60%, attenuando le potenzialità di densificazione urbana attraverso l’introduzione di un indice massimo di utilizzazione territoriale. Tutto ciò fatta salva la conservazione delle Slp (superficie lorda di pavimento) esistenti e attraverso una migliore regolamentazione del cambio di destinazioni d’uso da produttivo ad abitativo. Queste misure consentono di non ‘appiattire’ il progetto della città esistente e di quella futura, valorizzandone, al contempo, le valenze qualitative e di orientare le quote aggiuntive, rese sostenibili, verso un progetto di qualità morfologica e ambientale del tessuto urbano più denso della regione milanese.

Con queste quantità sarà più semplice promuovere strategie e politiche che abbraccino l’intera area urbana milanese, attraverso un progetto territoriale capace di declinare a quella scala il tema della densificazione e dei limiti dello sviluppo, delle grandi attrezzature e dei servizi territoriali, della rete ecologica e dei sistemi della mobilità. Un progetto alternativo teso a contrastare una generica e solo quantitativa tendenza accentratrice del capoluogo milanese.

L’Edilizia residenziale sociale
L’attuale Pgt opera una riduzione delle potenzialità edificatorie, ma al contempo, introduce una più marcata presenza dell’Edilizia residenziale sociale (Ers), che passa – negli Atu – dal 10% delle potenzialità edificatorie ammesse (Pgt adottato) a circa il 35% (Pgt modificato). Sono più di 20mila gli alloggi di Ers prodotti dall’attuale Pgt, che, in valore assoluto, determinano un aumento delle quote di Ers del 25%, nonostante il taglio deciso alle potenzialità edificatorie complessivamente previste. A questi nuovi 20.000 alloggi vanno aggiunti altri 4.025 previsti da piani in corso di attuazione.

Il Pgt adottato narrava di una “quantità” di edilizia residenziale sociale che di fatto era solo teorica, poiché non si curava in alcun modo di costruire strumenti idonei ad assicurarne l’effettiva realizzazione. La politica sociale della casa dell’attuale Piano si fonda invece sul requisito di fattibilità, e dunque su un insieme di azioni volte al completamento delle iniziative in corso, alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, all’utilizzo delle risorse non ancora impiegate, oltre che alla realizzazione di una nuova offerta di edilizia residenziale sociale, soggetta alla regia pubblica, anche con la partecipazione di attori privati e con soggetti competenti. Ogni trasformazione rilevante verrà effettuata cerando di evitare una segmentazione fisica e sociale dei quartieri di edilizia sociale.

Per questo, il Pgt modificato dispone che nelle trasformazioni urbanistiche della città consolidata, ogni intervento che abbia rilevanza territoriale debba prevedere una quota significativa di edilizia residenziale sociale, pari ad almeno il 35% del potenziale edificatorio, mentre negli ambiti di trasformazione con vocazione abitativa questa quota sarà elevata al 50% del potenziale stesso.
La residenza sociale, inoltre, si attuerà su aree individuate appositamente come dotazioni di interesse pubblico e generale, e dunque oggetto di cessione: le aree così acquisite dal Comune costituiscono la prima, irrinunciabile risorsa per l’attuazione di una politica della casa.

Servizi e città pubblica
L’attento esame delle osservazioni ha permesso di apportare significativi miglioramenti al piano dei servizi recuperando la “struttura” della città pubblica. Nel Pgt adottato la dotazione dei servizi fondamentali della città era sostanzialmente smantellata, poiché tutti i servizi – ad esclusione di quelli di proprietà del Comune di Milano, delle aree verdi e stradali e delle attrezzature tecnologiche – venivano omologati al Tuc (Tessuto Urbano Consolidato) e trattati come servizi privati. L’accoglimento, anche parziale, di molte osservazioni ha permesso di riportare tutti i servizi esistenti accreditati e convenzionati entro il quadro dei servizi indispensabili. Si è, cioè, costruita una nuova mappa della città pubblica, con valore reale, nella quale sono presenti le pertinenze delle nuove strade, gli spazi verdi e le principali funzioni di servizio urbano.

Nel Pgt adottato tutti i servizi interni al Tuc, non accreditati e convenzionati, potevano trasformarsi in funzioni diverse senza che venisse identificata con precisione la destinazione d’uso per servizi, peraltro trattata con scarsa chiarezza normativa. A fronte di questa possibilità, il mantenimento, l’accreditamento e il convenzionamento del servizio o la costruzione di nuovi servizi dava diritto ad un credito di diritti edificatori liberamente commerciabile. La grandissima offerta che questo meccanismo avrebbe generato con l’ingente quantità di servizi inseriti nel Tuc rendeva alquanto incerti gli esiti di questa disciplina e limitava le possibilità di governo dei servizi da parte dell’Amministrazione.

Con l’accoglimento di osservazioni specifiche è stato possibile ridurre l’indice unico di perequazione, portandolo da 0,50 a 0,35 mq/mq, nonché, limitare ai servizi privati non accreditati e convenzionati la possibilità di utilizzare i diritti connessi alla realizzazione di nuovi servizi. Pur conservando il principio che il disegno dei servizi non deve essere inteso come prefigurazione rigida, né solo come standard quantitativo, l’accoglimento di molte osservazioni ha consentito di far emergere in modo più puntale i bisogni dei cittadini nelle diverse parti delle città, aprendo, così, un nuovo confronto con i Consigli di Zona, che si strutturerà ulteriormente nell’attuazione del Piano.

Il disegno ecologico e ambientale della città
Il Piano modificato ha sviluppato un progetto organico ed effettivo per le reti ecologiche, aprendole verso i parchi sovra comunali, compresi quelli in formazione del Lambro e dei Cinque Comuni, nonché verso il Parco Sud, oggetto di una rinnovata tutela. Tale progetto costituisce una straordinaria occasione per la messa a sistema e la valorizzazione degli spazi verdi, agricoli e naturali della città, aperto alla scala metropolitana. Per far questo, il Pgt introduce una norma secondo la quale le aree verdi esistenti o di progetto che incrociano la rete ecologica comunale, provinciale e regionale siano destinate solo a interventi naturalistici, alla tutela del paesaggio, alla produzione agricola.

Efficienza energetica del patrimonio edilizio esistente
La scelta operata è quella di promuovere la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, a partire da una maggiore efficienza energetica. Si tratta di un’importante occasione per ripensare a interi quartieri, per ridurre le emissioni inquinanti, per migliorare la qualità degli edifici a vantaggio dei residenti e per stimolare lo sviluppo di una filiera produttiva locale.

Per questo, il Piano attuale moltiplica gli incentivi per gli interventi di efficienza energetica sugli edifici esistenti, spingendosi fino al limite massimo consentito dalla legge regionale, e riservando anche una particolare attenzione agli interventi di riqualificazione degli immobili di interesse storico-artistico, in ragione dei vincoli tecnici ed economici che tali interventi devono affrontare.

Spazi agricoli del Parco Sud
Il Pgt adottato proponeva di conservare l’agricoltura di prossimità mediante il ricorso alla perequazione, ovvero attraverso l’acquisizione pubblica delle aree liberate dai diritti edificatori perequati. Tale impostazione – che peraltro non si curava in alcun modo degli esiti urbanistici dovuti alla “ricaduta”, sulla città consolidata, dei volumi generati dalla perequazione (circa 2,8 milioni di mq) – era però un mero esercizio retorico per due ordini di ragioni. La prima di tipo normativo: la prevalenza delle norme del Parco.

La seconda di tipo oggettivo: l’assenza di ogni disegno, programma o modello gestionale per le aree agricole che si fossero eventualmente liberate grazie al trasferimento dei diritti perequati. Per queste ragioni, il Piano modificato ristabilisce una condizione di diritto, accogliendo i pareri del Parco e della Regione, quindi definisce puntualmente gli obiettivi strategici per le aree agricole del Sud Milano che guideranno l’attività dell’Amministrazione in sede di accordo di programma per formare gli AdP dei diversi Pcu (Piani di Cintura Urbana). Da subito, grazie al riesame delle osservazioni, avvia a soluzione alcune situazioni che si trascinavano da anni, quali: la cascina Campazzo e la cascina Basmetto, ora inserite nella carta del patrimonio storico-rurale, il Parco Agricolo del Ticinello, attraverso un meccanismo di cessione delle aree, l’individuazione delle aree per la realizzazione del Plis (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) della media valle del Lambro, che permette anche la connessione tra il Plis dell’alta valle del Lambro con il Pasm (Parco Agricolo Sud Milano), il consolidamento del profilo naturalistico per l’area Ovest.

Mobilità sostenibile e infrastrutture
Il Pgt riduce il traffico veicolare indotto dalle nuove trasformazioni urbanistiche, rilancia la mobilità ciclabile, rafforza la rete del trasporto pubblico. Limita il traffico veicolare indotto dalle nuove trasformazioni urbanistiche riducendone le volumetrie e limitando la realizzazione di nuovi parcheggi pubblici e privati in aree accessibili e centrali, in coerenza con l’istituzione dell’Area C.

La localizzazione di nuove volumetrie all’interno degli Ambiti di trasformazione è condizionata alla presenza di elevati livelli di accessibilità alla rete di forza del trasporto pubblico su ferro. Integra al suo interno un nuovo piano per la mobilità ciclabile che diventa l’asse portante per garantire accessibilità a tutto il territorio comunale, superando la logica radiocentrica dei raggi verdi e raccordandosi alla rete provinciale. Ripensa il corridoio infrastrutturale della Strada Interquartiere Nord per potenziare il trasporto pubblico e la mobilità lenta.

Rimuove la previsione del tunnel Expo-Forlanini, in quanto progetto insostenibile dal punto di vista economico, tecnico, e ambientale. Dà concretezza alle previsioni infrastrutturali, rilanciando la realizzazione della nuova metrotranvia Gobba-Certosa, e avviando col Pum (Piano Urbano della Mobilità) la progettazione delle linee di forza. Promuove, a partire dagli ambiti di trasformazione, la realizzazione di un sistema integrato per una logistica urbana sostenibile.

Fonte: Ansa

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