Casa: cedolare secca, per l’Anci non basta

“Lo strumento della cedolare secca può essere utile, anche se è insufficiente ad avviare un programma organico di politica abitativa, ma rimangono forti preoccupazioni sull’entità del gettito, per questo i Comuni chiedono garanzie.

Bisogna che si capiscano i reali problemi dei cittadini che hanno bisogno di regole certe per affittare migliaia di immobili inutilizzati, e servono incentivi per gli affittuari: il costo dell’abitare è diventato eccessivo, specie nelle grandi aree urbane’’.

E’ quanto ha dichiarato Roberto Tricarico, delegato Anci alle politiche abitative, ed assessore del Comune di Torino al termine della consulta casa dell’Anci che si è svolta  presso la sede dell’Associazione.

L’incontro ha visto la partecipazione degli assessori alle politiche abitative dei Comuni di Milano, Giovanni Verga, di Firenze, Claudio Fantoni, di Perugia, Valeria Cardinali e di Napoli, Marcello D’Aponte.

“Oggi abbiamo incontrato tutte le associazioni sindacali confederali e di categoria, che hanno espresso forte preoccupazione sull’entrata in vigore di questo provvedimento, che il governo pone quale elemento centrale del federalismo’’, ha affermato Tricarico.

“La cedolare secca può essere utile, ma senza legarlo alle misure come il canone concordato, rischia di rivelarsi poco efficace per dare impulso al mercato degli affitti”, ha aggiunto. A parere di Tricarico, quindi, prima di pronunciarsi sul tema della cedolare secca è “opportuno che si avvii contestualmente una verifica in concreto della sua redditività”.

Lo stesso delegato Anci ha sottolineato la necessità che, al di là delle misure previste dal federalismo  municipale, il piano casa del governo affronti in modo complessivo la questione dell’emergenza abitativa.

‘’Ricordo – ha sottolineato – che oltre il 60% dello stipendio e’ oggi mangiato dalle spese per la abitazione, al punto da aver portato la morosità al 90% come causa del totale degli sfratti.

I quattro milioni di italiani che vivono in affitto, così come i proprietari, meritano una riforma fiscale che favorisca l’incontro fra la domanda e l’offerta. Nel mercato privato – ha concluso – servirebbe un adeguato livello di incentivi fiscali’’.

Fonte: www.regioni.it

 

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