Catasto: lo stop, in attesa della rivoluzione sulla fiscalità

La riforma del catasto al momento è ferma. Uno stop improvviso giunto la scorsa settimana dopo un percorso che pareva spedito verso un completamento relativamente rapido.

È evidente come, dopo l’eliminazione del secondo decreto attuativo in materia dall’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri n. 69/2015 dello scorso 23 giugno, emergano ora grandi dubbi sul futuro del procedimento di revisione della materia.

Va rammentato che il sistema è strettamente connesso con l’argomento fiscale, poiché è proprio sulla base delle rendite catastali che si calcolano gli importi per TASI e IMU e su cui si baserà anche l’ammontare della Local Tax, il nuovo tributo sulla casa che a partire dal 2016 prenderà il posto delle attuali tasse sulla abitazione (TASI e IMU e TARI sui rifiuti, i tre volti della attuale IUC).

Ma fino a quando si protrarrà questa sosta? Secondo i “rumors” il processo dovrebbe ripartire nel momento in cui verrà varato il decreto idoneo a gettare le fondamenta della nuova Local Tax e di cui si inizierà a discutere a partire dalla prossima Legge di Stabilità 2015 del prossimo autunno.

Interessanti a tal riguardo sono le parole di Roberto Taucci, amministratore di ValoriImmobiliari intervistato questa settimana dalla redazione di Ediltecnico.it: “Sebbene la riforma del catasto fabbricati abbia introdotto alcuni principi sacrosanti, come il passaggio dal vano al metro quadrato e l’invarianza di gettito per le casse dello Stato – spiega Taucci – rimane l’errore di fondo di basarsi per la stima dei fabbricati a destinazione ordinaria sui dati OMI“.

“Si tratta di una scelta incomprensibile”, prosegue Taucci, ricordando che è stata la stessa Agenzia delle Entrate ha evidenziare come i valori OMI non possono intendersi sostitutivi della stima, ma soltanto di ausilio ad essa. “I dati OMI non tengono conto di numerosi fattori fondamentali per determinare con accuratezza il valore di un immobile, quali la sua classe energetica, lo stato di manutenzione, il livello al piano e la presenza o meno di un ascensore”.

Per leggere l’intervista integrale a Roberto Taucci su Ediltecnico.it clicca qui.

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