Energia: 15 Comuni italiani al 100% rinnovabili

Le fonti pulite che fino a dieci anni fa interessavano, con il grande idroelettrico e la geotermia le aree più interne e comunque una porzione limitata del territorio italiano, oggi sono presenti nell’86% dei Comuni.

E per quanto riguarda la diffusione, sono 6.801 i Comuni del solare, 297 quelli dell’eolico, 799 quelli del mini idroeletttrico e 181 quelli della geotermia. Le biomasse si trovano invece in 788 municipi dei quali 286 utilizzano biomasse di origine organica animale o vegetale.

Ecco, in sintesi, il quadro dell’Italia sostenibile, rilevato dal rapporto Comuni Rinnovabili  2010 di Legambiente, realizzato in collaborazione con GSE e Sorgenia, presentato  a Roma nella sede del GSE.

I NUMERI DEL RAPPORTO
I Comuni del Solare sono 6.801 (erano 5.580 lo scorso anno), cioè l’83,9 % del totale. Per il solare fotovoltaico è il Comune di Craco (Mt) in testa alla classifica di diffusione con una media di oltre 542 kW ogni 1.000 abitanti (la classifica premia la diffusione per numero dei residenti proprio per evidenziare le potenzialità delle rinnovabili nel soddisfare i fabbisogni delle famiglie).

Nel solare termico a vincere è il piccolo Comune di Fiè allo Sciliar (Bz), con una media di 1.152 mq/1.000 abitanti che riesce a soddisfare larga parte dei fabbisogni di acqua calda sanitaria e riscaldamento delle famiglie. Con il solare sono 51 i Comuni che hanno già raggiunto l’obiettivo fissato dall’Unione Europea di 264 mq/1.000 abitanti, 15 in più rispetto allo scorso anno.

I Comuni dell’Eolico sono 297 per una potenza installata pari a 5.148 MW, (1.287 MW in più rispetto al 2009), che soddisfa il fabbisogno elettrico di oltre 4 milioni 100 mila famiglie. 192 municipi tra questi possono considerarsi autonomi dal punto di vista elettrico, poiché producono più energia di quanta ne viene consumata.

I Comuni del Mini Idroelettrico sono 799 (il rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW) con una potenza totale installata di 715 MW, in grado di produrre ogni anno oltre 2.860  GWh, pari al fabbisogno di energia elettrica di oltre 1 milione e 100 mila famiglie.

I Comuni della Geotermia sono 181, per una potenza installata pari a 880 MW elettrici e 38,8 termici. Grazie a questi impianti vengono prodotti ogni anno circa 6.600 GWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno di più di 2milioni 640mila famiglie.

I Comuni della Biomassa sono 788 per una potenza installata complessiva di 1.023 MW elettrici e 985 termici. Di questi, 421,1 MWe e 35,6 MWt derivano da impianti a Biogas. Grazie a questi impianti si producono 7.161 GWh l’anno pari al fabbisogno elettrico di oltre 2 milioni 860 mila famiglie. In forte crescita sono gli impianti collegati a reti di teleriscaldamento (355), che permettono alle famiglie un significativo risparmio in bolletta grazie alla maggiore efficienza degli impianti. Sono 286 i Comuni in cui gli impianti utilizzano biomasse “vere” (ossia materiali di origine organica animale o vegetale), riuscendo a soddisfare larga parte del fabbisogno di riscaldamento e acqua calda sanitaria.

Sono 825 i Comuni in Italia che grazie a una sola “nuova” fonte rinnovabile (mini-idroelettrica, eolica, fotovoltaica, da biomasse o geotermica) producono più energia elettrica di quanta ne consumano le famiglie residenti. 24 invece i Comuni che grazie a impianti di teleriscaldamento collegati a impianti da biomasse o da geotermia superano il proprio fabbisogno termico.

 I Comuni PREMIATI
Sono straordinari i risultati che in 15 Comuni si stanno già realizzando attraverso le fonti energetiche pulite. Questi Comuni, al 100% rinnovabili per i fabbisogni sia elettrici che termici delle famiglie, rappresentano in Italia e a livello internazionale, il miglior esempio di innovazione energetica e ambientale.

In queste realtà sono impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento e solari termici a soddisfare i fabbisogni di riscaldamento e acqua calda, ed è un mix di impianti rinnovabili a permettere di soddisfare e superare, anche ampiamente, i fabbisogni elettrici dei cittadini residenti.

Il premio 2010 va a Sluderno (Bz), un Comune con poco più di 1.800 abitanti che fonda il suo successo su un intelligente mix di diversi impianti diffusi nel territorio: 960 mq di pannelli solari termici e 512  kW di pannelli solari fotovoltaici diffusi sui tetti di case e aziende, più 4 micro impianti idroelettrici con una potenza complessiva di 232 kW. E un impianto eolico da 1,2 MW, realizzato in “comproprietà” con 3 Comuni vicini. L’impianto è installato nel Comune di Malles è gestito da  un Consorzio dei Comuni più alcune aziende elettriche locali.

A scaldare le case sono gli impianti da biomasse locali e da biogas, con una potenza complessiva di 6.200 kW termici, entrambi di tipo cogenerativo,  allacciati ad una rete di teleriscaldamento lunga 23 km. Questi impianti producono oltre 13 milioni di kWh annua di energia termica per soddisfare il fabbisogno di oltre 500 utenze sia del Comune di Sluderno che del vicino Comune di Glorenza. […]

Da quest’anno poi, l’indagine sulle rinnovabili si è estesa alle Province, per le quali, il premio 2010 va a Grosseto per i risultati conseguiti in questi anni e per l’impegno mostrato nello sviluppo delle fonti  rinnovabili. La Provincia di Grosseto, 100% rinnovabile per la parte elettrica, si poteva accontentare del contributo dei “vecchi” impianti geotermici (180 MW) presenti a Monterotondo Marittimo, Pontieri e Santa Fiora. […] 

“I Comuni rinnovabili sono un perfetto esempio della direzione verso cui si deve guardare per ragionare di energia in Italia. Ovvero, bisogna partire dal territorio per comprendere la domanda di energia e fornire la risposta più adatta, pulita e efficiente – ha dichiarato Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente -.

Ma per dare forza a questa prospettiva occorre dare finalmente certezze al settore, assumendo gli obiettivi UE al 2020 come scenario di riferimento delle politiche, in modo da stabilire regole e condizioni utili a innescare un ciclo virtuoso”.

Legambiente indica in dettaglio nel rapporto gli interventi indispensabili, a partire dal Piano di azione nazionale per le rinnovabili che occorre presentare a Bruxelles entro Giugno 2010, per indicare le politiche e gli obiettivi suddivisi tra le Regioni.

Ma quali sono gli interventi più urgenti? Intanto la semplificazione delle procedure per i progetti. Bisogna far diventare un atto libero e gratuito realizzare un impianto domestico da fonti rinnovabili ed emanare le Linee Guida per l’approvazione dei progetti come previsto dal DL 387/2003, soprattutto per fare chiarezza rispetto all’inserimento degli impianti nel paesaggio.

Va inoltre definito uno scenario certo, di progressiva riduzione per gli incentivi alle fonti rinnovabili con un orizzonte da fissare al 2020. La priorità va al prolungamento degli incentivi in conto energia per il solare fotovoltaico (di grande successo e in fase di scadenza). Ma altrettanto urgente è dare certezza al solare termico e agli interventi di risparmio energetico (con il 55% di detrazione fiscale) che termineranno nel 2010.

Bisogna poi investire sulla rete energetica per adeguarla a una generazione sempre più efficiente e distribuita. Ed è necessario spingere con convinzione l’innovazione energetica degli edifici, con prestazioni minime obbligatorie di efficienza e di uso delle rinnovabili e sostenere una politica per riqualificare e migliorare le prestazioni energetiche del parco immobiliare esistente.

Infine bisogna fare in modo che il mercato energetico premi veramente efficienza e concorrenza nell’offerta ai cittadini e alle imprese, ed utilizzare, per valutare i progetti da fonti fossili criteri legati all’efficienza energetica e alle emissioni di CO2. Ma occorrono anche nuove idee per muovere politiche capaci di spingere l’efficienza energetica verso gli utenti finali.

In questo nuovo scenario energetico occorre mettere in moto soluzioni inedite, capaci di rendere possibile una accelerazione degli interventi a tutti i livelli, anche a quello locale. Un esempio sono i Regolamenti Edilizi comunali che, come dimostra l’esperienza di questi anni, possono spingere con obblighi e incentivi l’innovazione nel  settore delle costruzioni.

Fonte: Legambiente

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