Lazio, 4000 alloggi a Roma con il nuovo Piano Casa

E’ ripresa questa mattina nell’aula del Consiglio regionale del Lazio, l’esame del piano casa regionale.

Con questa proposta di legge diamo risposte ad alcune emergenze della nostra regione: economica, occupazionale, abitativa. E introduciamo una nuova cultura urbanistica: no al consumo di nuovo territorio, sì alla strada della riqualificazione urbana, del recupero, del riutilizzo, anche attraverso il ricorso a materiali ecocompatibili e il rispetto delle norme sul risparmio energetico”.

Così l’assessore all’Urbanistica, Luciano Ciocchetti, ha introdotto la discussione sul piano casa, iniziata nel pomeriggio di ieri al Consiglio regionale del Lazio. “Attraversiamo una crisi economica profonda – ha spiegato – e il 30 per cento dell’economia del Lazio dipende dal settore dell’edilizia: in due anni sono stati persi migliaia di posti di lavoro. Colpite soprattutto le piccole e micro imprese. Con questa proposta di legge non favoriamo i grandi costruttori, ma accompagnare fuori dalla crisi le piccole e medie imprese.

I dati sono chiari: lo studio che abbiamo commissionato al Cresme (Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio) ci dice che, soltanto per quanto riguarda la parte relativa ampliamenti degli alloggi esistenti, sono realizzabili 3,1 milioni metri cubi, che vogliono dire 21mila occupati in più. In pratica si recuperano i posti persi negli ultimi due anni”.

“Diamo una pluralità di risposte all’emergenza abitativa – ha proseguito Ciocchetti – quella dell’ampliamento è solo la prima. Quello che è chiaro è che non bastano classiche azioni sull’edilizia residenziale pubblica (case popolari ed edilizia agevolata). Dobbiamo trovare strade nuove.

Nella proposta di legge individuiamo i percorsi per reperire le aree necessarie, i soldi ci sono grazie allo stanziamento di 100 milioni per dieci anni previsto in bilancio.

Una volta approvata questa proposta, le Ater, da domani potranno costruire case popolari, solo a Roma 4.000 alloggi.

In tutte le aree di edilizia privata viene introdotto lo standard sociale: il 20 per cento dell’indice di fabbricabilità diventa di proprietà delle amministrazioni comunali, di questo il 50 per cento sarà destinato all’edilizia sovvenzionata il resto all’agevolata, all’edilizia universitaria e all’housing sociale“.

“Altro canale per reperire aree – ha spiegato ancora l’assessore – sono i cambi di destinazione d’uso delle strutture dismesse. Aree ormai urbanizzate, inserite nel tessuto delle nostre città. Per la prima volta leghiamo la valorizzazione di queste zone con un beneficio sociale: il 30 per cento degli alloggi sarà destinato a interventi di edilizia sociale. Con il canone determinato da un regolamento specifico che determinerà anche i criteri per le assegnazioni.

Infine nel piano casa c’è il tema della riqualificazione urbana, in particolare delle periferie. Dobbiamo rinnovare le nostre città con interventi di demolizione e ricostruzione. Anche per recuperare zone di pregio, ad esempio le nostre coste”. “In questa legge, atraverso una serie di emendamenti – ha concluso Ciocchetti – abbiamo raccolto molte istanze arrivate dalle opposizioni. Per questo auspico un dibattito vero, nel merito, senza ostruzionismo”.

Subito dopo è stata la volta dell’assessore alla Casa,Teodoro Buontempo: “Spesso le l’edilizia ha guardato più alla speculazione che al bene comune. In questa proposta invertiamo questa tendenza. Per la prima volta l’edilizia sociale trova spazio nei programmi di sviluppo del settore. Per la prima volta i ceti più deboli sono al centro. E per la prima volta possiamo lavorare sulI’integrazione sociale, costruendo quartieri dove devono vivere insieme persone di categorie diverse”.

“Non ci sono più terreni pubblici per l’edilizia economia e popolare – ha proseguito Buontempo – con questa legge spezziamo questa catena, parte delle aree private vengono riservate all’edilizia economica popolare. Non perdiamo questo significato importante: l’edilizia privata viene autorizzata a patto che ci sia uno spazio per le case popolari”.

 Il provvedimento in discussione non convince l’opposizione che parla di un ‘genitore cattivo’ del decreto sviluppo di Tremonti.

“Si tratta di un piano dove abbondano deroghe, premi alla rendita urbana con i quali si cancellano i servizi e le aree per lo sviluppo e che uccide quel poco che resta dell’edilizia pubblica. E’ urgente l’approvazione di una organica legge sul governo del territorio a livello regionale e il Pd deve farsene promotore”. Lo affermano i deputati del Pd Michele Meta e Roberto Morassut, esponenti dei democratici nazionali, illustrando una proposta che auspicano possa essere fatta propria dal Pd laziale.

”Serve una legge che dia chiare regole al rapporto tra pubblico e privato – propongono Meta e Morassut – che equipari le opportunita’ per la trasformazione delle aree private con quelle pubbliche, che rilanci la qualita’ delle trasformazioni e la richiesta di oneri e contributi straordinari per le amministrazioni pubbliche, colpendo l’immensa rendita immobiliare generata dal mercato”.

”Una legge – proseguono – che spezzi le gambe alla criminalita’ organizzata che sempre piu’ ha invaso in tutta la regione il mercato immobiliare e quello della trasformazione urbana. Il Pd regionale passi finalmente all’attacco con serie ed organiche proposte riformiste contro la Giunta Polverini, espressione della speculazione e dei privilegi”.

”Siamo pronti a promuovere una vasta mobilitazione popolare con le associazioni ambientaliste, di categoria e professionali e con i cittadini organizzati in comitati per raccogliere – concludono Morassut e Meta – le firme per una legge di iniziativa popolare per cancellare questo Piano Casa partorito dalla Giunta Polverini”.

 

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