Nuovo Codice Appalti: gli incentivi ai progettisti interni

Devono essere riconosciuti incentivi per la progettazione ai dipendenti della Pubblica Amministrazione che hanno svolto le attività prima del 19 aprile 2016, anche se queste non sono ancora state pagate. L’incentivo può essere pagato anche se alcune attività sono state svolte da progettisti esterni. E anche ad alcuni dipendenti senza qualifica tecnica, ma strettamente coinvolti nel procedimento.

Sono questi i chiarimenti giunti dalla Corte dei conti, tramite la delibera 18/2016, la quale ha provveduto a dare una risposta ad una serie di dubbi delle sezioni territoriali.

Una delle più rilevanti battaglie condotte mediante il nuovo Codice Appalti è stata l’abolizione dell’incentivo ai progettisti interni alla Pubblica Amministrazione per le attività di progettazione. Il bonus, pari al 2% degli importi a base di gara, passa alle attività di programmazione delle spese, controllo delle procedure di gara, direzione dei lavori e collaudi svolti dai dipendenti pubblici. L’80% di queste somme sarà ripartito tra il responsabile del procedimento e i suoi collaboratori, mentre sono esclusi i dipendenti con qualifica dirigenziale. I premi non potranno superare il 50% dello stipendio annuo lordo. Il restante 20% sarà invece destinato all’acquisto di beni, strumenti tecnologici, strumenti BIM e al miglioramento delle banche dati.

Leggi anche l’articolo Nuovo Codice Appalti in Gazzetta Ufficiale: cosa cambia.

Anche se l’incentivo tradizionalmente riconosciuto ai progettisti dipendenti della PA è stato abolito, la Corte dei conti ha spiegato che il bonus deve essere riconosciuto se le attività sono state svolte prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti, ovverosia entro il 19 aprile 2016. Un nodo applicativo rilevante (anche a livello temporale) chiarito grazie alla Corte dei Conti.

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