Ricostruire l’esistente, la formula magica per rilanciare l’edilizia

Un deciso rinnovamento degli edifici residenziali nella direzione di una maggiore efficienza energetica ed un conseguente abbassamento dei consumi: sono gli evidenti propositi lanciati dall’ANDIL (Associazione Nazionale degli Industriali dei Laterizi) all’interno dell’evento “L’Europa da costruire”, Assemblea generale organizzata dall’associazione che rappresenta, in Italia, l’intero settore dei laterizi e da TBE, Tiles and Bricks of Europe, la federazione europea dei laterizi.

Nel nostro paese su un totale di 7 milioni di edifici, il 55% ha più di quarant’anni. Questi fabbricati sono spesso poco sicuri e soggetti a una notevole dispersione energetica: consumano di media il triplo rispetto alle nuove costruzioni efficienti, sia per il tipo di materiali utilizzati che per ragioni progettuali. Intervenire quindi sull’esistente e riqualificare quanto esiste è la priorità in questo momento storico (che coincide anche con una delle più grandi crisi del settore edilizio nella storia recente). 

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“È il momento di intervenire per dare nuovo valore al nostro patrimonio immobiliare, la maggiore ricchezza degli italiani e dell’Italia, ma anche di numerosi altri Paesi europei, Slovacchia, Spagna e Slovenia, in primis” ha spiegato nella sua prolusione il presidente di ANDIL, Luigi Di Carlantonio. “La soluzione che proponiamo è quella di ricostruire l’esistente – ha proseguito Di Carlantonio – si tratta di riqualificare quanto esiste, se necessario abbattendo per ricostruire ex novo, all’insegna della sostenibilità e della sicurezza, ovvero, della durabilità dei sistemi edilizi e delle loro prestazioni, in particolare sia quelle antisismiche che di maggiore efficienza energetica. In questo modo, oltre a dare nuovo valore agli immobili, si avrebbero ricadute positive per l’ambiente, sottraendolo al degrado e non consumando ulteriormente il territorio.

“La diffusione di questa pratica riattiverebbe, inoltre, l’industria delle costruzioni, traino per l’intera economia. A sostegno di un piano sicuramente ambizioso, ma ormai ineludibile – ha poi affermato il presidente di ANDIL – sono necessari investimenti pubblici e politiche che stimolino la responsabilità di ogni proprietario”.

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