Riforma catasto, ecco la luce: l’ok del Consiglio dei Ministri

Vede finalmente la luce la riforma del catasto: negli scorsi giorni è infatti giunto l’ok definitivo del Consiglio dei ministri, con l’effettiva rinascita delle nuove commissioni censuarie. Queste ultime sono chiamate a validare i criteri su cui si baseranno le nuove valutazioni di calcolo delle rendite catastali, e quindi delle tasse sugli immobili, che, nella delega fiscale data dal Parlamento al Governo, dovranno comunque non comportare esborsi aggiuntivi per i cittadini.

Cenni di approvazione in proposito arrivano intanto da Confedilizia, con il presidente Corrado Sforza Fogliani che afferma: “Il testo del decreto sulle commissioni censuarie è stato rimesso in carreggiata per effetto dell’azione dei Presidenti delle Commissioni Finanze di Camera e Senato, Capezzone e Marino, che hanno preteso che il decreto si conformasse alle previsioni della legge delega approvata dal Parlamento. Si è trattato di una vittoria della politica sulla burocrazia, considerato che quest’ultima aveva predisposto un testo improponibile. Cosa che non è certo di buon auspicio per i prossimi decreti di attuazione della delega per la riforma del Catasto”.

In merito al primo passo effettivo della riforma del catasto si sono fatti sentire anche gli architetti. Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservator ha rilasciato un comunicato che, in apertura, recita così: “La Riforma del catasto non può rispondere a criteri di equità se non si prevedono sconti sulle rendite catastali laddove si sia proceduto alla messa in sicurezza sismica e ad interventi finalizzati al risparmio energetico. Affinché si inauguri una nuova fase nelle politiche che riguardano la casa e le città serve che anche le politiche fiscali siano mirate, ad esempio con incentivi e sgravi, alla rigenerazione urbana sostenibile”.

Per tutte le informazzioni in materia consulta la nostra Pagina speciale sul Catasto.

La “rivoluzione” del catasto sarà graduale: per l’attuazione dei cambiamenti sulle valutazioni catastali degli immobili, basate non più sui vani bensì sui metri quadri, serviranno ancora diversi anni, tre secondo i più ottimisti, addirittura cinque a parere degli addetti ai lavori.

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