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Abusi edilizi, è sempre tempo di condono
Presentato un nuovo ddl che vuole riaprire i termini del condono edilizio per sanare gli abusi in Campania

Il condono edilizio non ha età e scadenza e in Parlamento si torna a parlarne.

Nella seduta di mercoledì scorso, in Commissione Territorio e Ambiente, è stato presentato dal senatore Nitto Palma (PdL) un nuovo disegno di legge (ddl 3131) che chiede di modificare il DL 269/2003 sul condono edilizio, riaprendo i termini – scaduti il 10 dicembre 2004 – per la presentazione delle domande di sanatoria degli abusi commessi fino alla fine del 2003 ed estendendo la possibilità di condono anche sulle violazioni dei beni ambientali e paesaggistici.

“E’ il sedicesimo tentativo da gennaio 2010 di riaprire i termini del condono edilizio del 2003. Una vera vergogna, che il parlamento deve impedire”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sul disegno di legge Nitto Palma la cui discussione è stata calendarizzata in Senato per la prossima settimana. 

“Sono ormai più di due anni che alcuni senatori tentano di salvare dalle ruspe le case abusive costruite nelle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, e quindi assolutamente insanabili – commenta Cogliati Dezza – Il movente dei senatori campani è sempre lo stesso: intervenire sulla legge nazionale, prorogando i termini del condono del 2003 per aggirare la legge regionale campana del 2004 che rende insanabili gli immobili abusivi in aree vincolate e impedire le demolizioni disposte dalla magistratura. Ci aspettiamo ora che il governo si assuma la responsabilità di esprimere con forza la sua contrarietà a questo ennesimo tentativo, anche per coerenza con il disegno di legge Catania sul consumo di suolo”. 

Secondo il rapporto Ecomafia 2012 sono almeno 258.000 gli immobili abusivi sorti tra il 2003 e il 2011, per un fatturato complessivo stimato in 18,3 miliardi di euro. Il rapporto di Legambiente riporta inoltre 6.662 infrazioni nel ciclo del cemento nel 2011, cioè 18 reati accertati al giorno, e 1964 sequestri effettuati tra immobili e pertinenze. Nelle Regioni Campania, Puglia, Calabria e Sicilia si registra il 45,7% delle infrazioni complessive. 
“Il territorio campano – aggiunge il presidente di Legambiente – è notoriamente ad alto rischio idrogeologico e paga quasi ogni anno un triste tributo, anche in termini di vite umane, alla pesante e irresponsabile cementificazione. E’ ora di mettere la parola fine a questa storia”.

Il ddl tornerà all’esame della Commissione la prossima settimana, ma sembra difficile che possa passare. 

 

 

 


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