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Toscana, novità sulla pianificazione urbanistica delle attività commerciali
Le piccole imprese potranno portare a 300 mq la superficie di vendita con la semplice Scia

E’ stata approvata dal Consiglio regionale toscano la proposta di legge della Giunta in materia di commercio che recepisce le novità del cosiddetto decreto Salva Italia, “lavoriamo ora – afferma l’assessore regionale al commercio Cristina Scaletti – alla predisposizione di incentivi rivolti a chi vuole qualificare la sua attività”.

Da ottobre, come prevede la nuova legge, la Toscana sarà l’unica regione in Italia dove le piccole imprese potranno portare a 300 mq la superficie di vendita con la semplice Scia (cioè la segnalazione certificato di inizio attività); in questo modo potrà aumentare la loro competitività verso le imprese di grandi dimensioni. Fino ad oggi nella maggior parte dei comuni toscani il limite era di 150 mq.

“Già nei prossimi giorni proporrò alle rappresentanza delle piccole imprese un pacchetto di incentivi – aggiunge Scaletti – espressamente rivolto a coloro che intendano avvalersi della possibilità di aumentare gli spazi e di ammodernare il proprio negozio”.

Si tratterà di una linea di finanziamento preferenziale che punterà ad offrire finanziamenti agevolati per aiutare gli investimenti; garanzie per ottenere finanziamenti dalle banche, consulenze e aiuto, anche da parte
dei Centri di assistenza tecnica del commercio per aumentare la qualità progettuale e introdurre innovazione organizzativa e tecnologica.

La pianificazione sovracomunale delle grandi strutture di vendita, con priorità al riutilizzo delle strutture già esistenti. I nuovi criteri di valutazione della sostenibilità, e la perequazione degli oneri di urbanizzazione a livello intercomunale. Sono questi gli aspetti principali delle modifiche alla legge regionale 1/2005 sul governo del territorio che insieme alle modifiche del Codice del commercio provvedono a disciplinare le ‘liberalizzazioni’ sul commercio indotte dal decreto Salva Italia”.

Per quanto riguarda l’apertura delle grandi strutture di vendita, le previsioni di insediamento sono consentite solo se sostenibili a livello di ambito sovracomunale e, nel caso di nuova edificazione, se non sussistano alternative di riutilizzazione e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti.

Per effettuare tale verifica viene stabilita una procedura che prevede la convocazione da parte del comune di una conferenza di pianificazione cui partecipano le strutture tecniche dei comuni appartenenti all’ambito sovracomunale, della Regione e della provincia, nonché dei comuni confinanti che ricadono in un altro ambito sovracomunale. La conferenza deve verificare che le previsioni siano coerenti con le prescrizioni e gli indirizzi del PIT.

Viene confermata anche la necessità di una specifica destinazione d’uso e, nella l.r. 1/2005, si stabilisce che il PIT deve indicare le prescrizioni e gli indirizzi per la pianificazione territoriale in questo settore. A tali prescrizioni le province ed i comuni devono conformarsi nei loro strumenti di pianificazione territoriale e negli atti di governo del territorio.

Riguardo alla fase decisionale della conferenza di pianificazione il parere negativo della Regione avrà un effetto vincolante, vista la valutazione complessiva che questa è in grado di effettuare. Si è inoltre previsto che in base alla verifica potranno essere formulate misure di mitigazione e compensazione delle previsioni e specifiche prescrizioni.

Analogo potere vincolante del parere regionale, per gli insediamenti superiori ai 5000 metri quadrati, è previsto in sede di conferenza dei servizi che, una volta localizzata la previsione, dovrà valutare il progetto.

Fra i criteri di verifica della sostenibilità ambientale anche l’incidenza sulla permanenza degli esercizi commerciali di prossimità nelle aree più scarsamente popolate (anche per scongiurare il rischio dei “food desert”), e sui caratteri specifici dei centri storici, al fine di garantire la permanenza delle attività commerciali d’interesse storico, di tradizione e di tipicità.

“Queste modifiche alla legge 1 – afferma ancora l’assessore Marson – che hanno purtroppo rallentato la revisione complessiva della legge per l’impegno che hanno comportato per i nostri uffici (sia della stesura iniziale che del lavoro in commissione), anticipano tuttavia alcune innovazioni significative che pensiamo di generalizzare anche nella disciplina di altre trasformazioni del territorio. Accolgo quindi con soddisfazione il plauso di numerose componenti del consiglio rispetto ad esse, e mi auguro che la discussione prosegua prossimamente in modo altrettanto collaborativo sulla modifica più organica alla legge sul governo del territorio”.

Fonte: Regione Toscana


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