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Regolamento edilizio a Catania, il contributo dei professionisti
Tra le proposte la semplificazione normativa, il recupero dell'esistente e il libretto d’uso e manutenzione del fabbricato

“L’amministrazione comunale sta lavorando con impegno e concretezza per dotare la città di un Regolamento Edilizio all’altezza delle attuali esigenze urbanistiche.

Accogliamo quindi con spirito di piena collaborazione il contributo professionale che gli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri e l’Ance Catania intendono offrire.

Sulla scorta della loro proposta infatti siamo pronti a migliorare, lì dove è possibile, la bozza del testo del Regolamento che è al vaglio della Commissione Urbanistica».

Il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli ha così manifestato il proprio apprezzamento per l’iniziativa dei tre enti – presentata questa mattina al primo cittadino e all’assessore all’Urbanistica nonché vicesindaco Luigi Arcidiacono, e che sarà resa nota ufficialmente alla città nel pomeriggio in Camera di Commercio – di aggiornare e integrare il testo del nuovo Regolamento Edilizio (R.E.) redatto dall’Ufficio tecnico comunale.

«Il dialogo con il sindaco e con le forze economiche cittadine ci consente di dimostrare apertamente come i professionisti della città, con spirito di servizio verso il territorio, abbiano voluto dare un contributo fattivo alla risoluzione di uno dei nodi più complessi della storia urbanistica di Catania» hanno affermato, con unione d’intenti, i presidenti dell’Ordine degli Architetti Luigi Longhitano, degli Ingegneri Carmelo Maria Grasso, e dell’Ance Ct Andrea Vecchio.

«Da tre anni – hanno continuato i rappresentanti dei tre enti – abbiamo costituito una Commissione paritetica per monitorare insieme l’evoluzione edilizia della città e le leggi che la regolano. Abbiamo poi ritenuto opportuno stilare un “emendamento” migliorativo e collaborativo per consentire agli strumenti normativi del Comune un’applicazione più snella e veloce».

IL DOCUMENTO. «Il presente Regolamento Edilizio comunale ha per oggetto l’insieme delle norme, con efficacia sul territorio del Comune di Catania, per le attività di trasformazione urbanistica, di costruzione e modifica fisica e funzionale delle opere edilizie, di utilizzazione e riqualificazione degli spazi esterni, sul suolo e nel sottosuolo, sia pubblici che privati». Esordiscono, non a caso, con la stessa definizione il testo del Regolamento redatto dagli uffici comunali e la proposta di modifica e integrazione elaborata dalla Commissione paritetica. È di fondamentale importanza infatti ribadire con fermezza «il rispetto delle normative tecniche ed estetiche, igienico-sanitarie, di sicurezza e vivibilità, di salvaguardia dell’ambiente».

LA COMMISSIONE PARITETICA. L’elaborazione della proposta di modifica del nuovo Regolamento Edilizio è stata realizzata grazie al lavoro sinergico di Giuseppe Platania (Ordine Ingegneri), Angelo Buccheri (Ordine Architetti) e Bruno Maccarrone (Ance Catania). La consulenza legale è stata affidata agli avvocati Edoardo Nigra (Studio Scuderi – Motta) e Giulia Saita (D’Alessandro e Associati).

GLI ASPETTI INNOVATIVI. La proposta di R.E. elaborata dall’Amministrazione è stata “rivisitata” da Architetti, Ingegneri e Ance, ricercando e ottenendo la “semplificazione normativa”, al fine di rendere più efficace la nuova disciplina edilizia in quanto facilmente applicabile.

Lo snellimento e la chiarezza del documento hanno consentito di realizzare un “modello decontestualizzato”, cioè un Regolamento-tipo facilmente aggiornabile secondo l’evoluzione delle leggi, non vincolante per la Pianificazione urbanistica del territorio, adattabile e adottabile da altre Amministrazioni  comunali.  Una flessibilità che è sintomo di efficienza e lungimiranza.

«Il nostro obiettivo – hanno sottolineato Longhitano, Grasso e Vecchio – è l’operatività, a Catania e nei paesi che la circondano. La nostra proposta ha infatti un respiro metropolitano, una visione urbanistica che da Catania si estende ai 58 comuni della provincia, affinché tutte le amministrazioni abbiano come riferimento regole comuni e non differenti da confine a confine come avviene oggi».

«Da troppi anni – si legge nell’introduzione della proposta – il susseguirsi di leggi, norme ed orientamenti, anziché facilitare, rende sempre più difficoltosa la definizione di un qualunque atto urbanistico-amministrativo, anche quando ritenuto semplificato (o semplificante), immobilizzando una città che non riesce a dotarsi di un nuovo Prg dopo quasi cinquant’anni dalla sua approvazione e oltre venti dalla decadenza dei vincoli espropriativi».
Ciò che distingue il testo dei tre enti dalla bozza dell’amministrazione è proprio l’eliminazione dagli articoli delle disposizioni comunali valicate dalla legislazione regionale e nazionale, come nel caso dell’attività edificatoria nel centro storico di Catania, in cui è legittimo il recupero del patrimonio esistente, a differenza di quanto espresso dall’art. 10 delle Norme di attuazione del Prg vigente.

LA DISTINZIONE TRA R.E. E PRG. A differenza degli “addetti ai lavori” la distinzione tra “R.E.” e “Piano regolatore generale” spesso non è chiara alla collettività. Il R.E. costituisce infatti l’insieme di regole che riguardano il modo di costruire e i procedimenti, anche burocratici, da rispettare. Il Prg invece rappresenta la programmazione degli interventi edilizi nel territorio urbano, guardando anche alle sue potenzialità future.

LE LINEE GUIDA. Per garantire una procedura più semplice di aggiornamento, la Commissione paritetica ha estrapolato alcuni argomenti, non di specifica competenza del Regolamento edilizio, e li ha raggruppati secondo le seguenti linee guida:
a) tipologia di interventi edilizi;
b) gestione dei reflui fognari, delle acque e consumi idrici;
c) sostenibilità, qualità del paesaggio e dell’ambiente. Il loro scopo è quello di supportare le prassi operative che rientrano in questi settori.

La loro approvazione o modifica rientra nella esclusiva competenza del Consiglio comunale, a eccezione delle previsioni relative alle premialità volumetriche non direttamente derivanti da disposizioni legislative, la cui modifica segue lo stesso iter previsto per la modifica del Regolamento edilizio.
Le Linee Guida rappresentano la piattaforma per alcune riflessioni e considerazioni che consentono di rendere immediatamente operativi interventi che permettono quel processo di rivitalizzazione e riutilizzo del centro abitato e del suo centro storico.

LE NOVITÀ. L’art. 12 del nuovo testo istituisce uno Sportello Unico per l’Edilizia, quale punto privilegiato di contatto tra l’utente e le amministrazioni deputate al rilascio di pareri, nulla osta e autorizzazioni, proponendosi come garante di tempi certi e procedure semplificate.
Tra i punti saldi della proposta compare inoltre il Libretto d’uso e manutenzione del fabbricato per gli interventi di nuova costruzione o di integrale demolizione e ricostruzione, che consente di garantire l’efficienza statica e tecnologica degli edifici, attraverso il loro monitoraggio e la manutenzione periodica e programmata.

Per quanto riguarda il carico urbanistico della città si è ritenuto opportuno incentivare la realizzazione di “parcheggi pertinenziali” sia nelle nuove costruzioni che negli interventi di recupero di edifici esistenti, in modo da favorire il decongestionamento del traffico causato dalla presenza delle auto in sosta.

Particolare attenzione è stata posta sul decoro degli edifici e la qualità urbana, in termini di utilizzo di materiali ecosostenibili e di produzione di energia da fonti rinnovabili, al punto da prevedere – per la prima volta in un R.E. siciliano – una premialità per la capacità volumetrica o la riduzione degli oneri di urbanizzazione.

IL CENTRO STORICO. Le disposizioni del nuovo R.E. riarticolato consentono di avviare in tempi brevi un processo di rivitalizzazione, riutilizzo e messa in sicurezza del patrimonio edilizio esistente, in particolar modo in quei quartieri ormai caratterizzati da degrado e immobili fatiscenti.

La vasta area che accoglie il centro storico di Catania – dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità – presenta infatti un tessuto urbano complesso e articolato con un’architettura tipologicamente e qualitativamente diversificata. Negli ultimi decenni l’area barocca è stata coinvolta in un processo positivo processo di riqualificazione degli edifici e dello spazio pubblico, mentre l’area ottocentesca, in molte parti e soprattutto a sud, soffre di un grave abbandono strutturale.

Occorre quindi una più approfondita e diversificata valutazione critica e dei criteri di intervento da adottare, per ricercare tutte le possibili opportunità concrete di rinnovo urbano.
Su questo fronte la Commissione paritetica ha ritenuto opportuno introdurre la “Carta per la valorizzazione del patrimonio edilizio in centro storico”, che assumerà valore d’indirizzo propositivo, di valutazione ex ante, attuativo e al tempo stesso cautelativo dell’operato. In altre parole essa costituirà la mappatura puntuale delle caratteristiche storico-architettoniche delle diverse tipologie edilizie e il loro stato di conservazione estesa su tutto il centro storico, consentendo così di valutare la fattibilità dei possibili interventi. Tra l’altro tutta la documentazione relativa a ciò e dunque utile alla redazione della Carta è già nella disponibilità degli Uffici.

«Siamo convinti che Catania possa davvero avvicinarsi al volto urbano delle metropoli italiane ed europee – hanno concluso i tre presidenti – è possibile uscire dall’ingessatura normativa e realizzare strumenti più agili. Oggi abbiamo voluto dimostrarlo con serietà e concretezza, perché non occorre coprire nuovi territori ma è necessario recuperare con tutte le forze possibili il patrimonio esistente».


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