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Edilizia: Fantasmi di cemento, la lista nera di Italia Nostra
L'associazione intende censire i manufatti di cemento dismessi e abbandonati e liberare il nostro paesaggio da questi, piccoli e grandi ecomostri

In un periodo in cui l’edilizia è al centro di discussioni nei tavoli governativi e degli enti locali con il decreto sviluppo prima e con la manovra poi, e i relativi piani casa regionali, segnaliamo la nuova campagna dell’associazione Italia Nostra.

“Il nostro paesaggio, soprattutto quello urbano ma anche quello pregiato delle coste, – spiega l’associazione –  è disseminato di opere a metà, incompiute, tristi fantasmi di cemento deteriorato, pilastri sospesi, distese di erbacce che penetrano lentamente negli alvei di calcestruzzo. Le opere incompiute che evocano ciò che avrebbero potuto essere e rammentano gli sprechi compiuti, soprattutto di territorio che, un giorno, forse era stato produttivo, ed ora è lasciato al degrado, all’abbandono e alla triste visione dei passanti”.

Italia Nostra propone di mettere sotto osservazione:

“Il Fuenti e Pogerola sulla costa sorrentina sono sicuramente i casi più eclatanti, molto seguiti da Italia Nostra, ma anche all’interno di una città come Siracusa sono presenti enormi scatoloni di cemento da anni abbandonati – precisa -. Nel Brindisino e un po’ in tutto il territorio Pugliese vacanti ecomostri spaziano nel paesaggio.

Anche in Veneto ed in Emilia Romagna sono presenti capannoni fatiscenti ed abbandonati.  E poi continua ad esistere Pizzo Sella a Palermo, l’albergo Alimuri a Vico Equense, i “mostri” sulla spiaggia di Lido Rossello a Realmonte in provincia di Agrigento, le distese di seconde case al mare a Torre Mileto a Lesina sul Gargano e a Capo Colonna a Crotone e, tra le opere pubbliche iniziate a mai finite c’è sicuramente lo stadio del polo (!!!!) per 20 mila persone a Giarre in Sicilia”. 

Obiettivo di questa campagna non è solo quello di un censimento per raccontare la storia dello spreco (di soldi e di territorio) ma è anche quello di elaborare una proposta concreta per liberare il nostro paesaggio da questi, piccoli e grandi ecomostri.


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