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Manovra, oggi voto alla Camera, tagli ai bonus 55% e 36%
Nel nuovo testo, giunto blindato a Montecitorio, sono previsti tagli lineari del 5 e poi del 20% delle agevolazioni fiscali nel 2013 e nel 2014

Inizia questa mattina il rush finale in Parlamento della manovra che, dopo il maxi-emendamento presentato dal governo in Senato ha raggiunto la cifra ‘monstre’ di 70 miliardi.

Proprio l’aula di Palazzo Madama ieri ha approvato il nuovo testo del decreto che ora a Montecitorio è blindato; le opposizioni, infatti, hanno evitato già in serata alla commissione Bilancio della Camera l’ostruzionismo, cosa apprezzata dal presidente Giorgio Napolitano che ha parlato di “miracolo” e dal presidente del Senato Renato Schifani.

Ma stanno ora emergendo i malumori delle opposizioni per i contenuti impopolari delle misure, finora rimasti nascosti dietro alla necessità di approvare rapidamente la manovra, come il taglio lineare del 5 e poi del 20% delle agevolazioni fiscali nel 2013 e nel 2014 che non esclude le famiglie e spazia da ristrutturazioni ad asili, da tasse scolastiche a detrazioni sul lavoro.

Uno degli emendamenti contiene infatti il taglio lineare (cioè a prescindere dal reddito del contribuente) di tutte le agevolazioni fiscali, incluse quindi quelle riguardanti le ristrutturazioni energetiche degli edifici.

La decurtazione, che permetterà di recuperare 20 miliardi di euro, riguarda infatti tutte le 483 voci (contenute in un allegato di 36 pagine) attualmente previste dall’ordinamento nazionale relative ad esenzioni e sconti fiscali per aziende e famiglie.

La riduzione, dunque, non interessa solo le misure per il risparmio energetico (come la detrazione Irpef del 55% per l’installazione di infissi isolanti), ma anche molte altre agevolazioni, incluse quelle spettanti ai nuclei con figli a carico, le spese per l’istruzione, quelle mediche e per gli asili nido. Il taglio lineare sarà del 5% nel 2013, per poi salire al 20% l’anno successivo. In questo modo, il Governo prevede di recuperare 4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014.

Nella giornata di ieri si era già espressa, con toni molto preoccupati, l’Adiconsum, chiedendo che le detrazioni fiscali per il risparmio energetico venissero risparmiate dai tagli. «Si investano i miliardi a disposizione per la realizzazione delle infrastrutture indispensabili per il Paese – ha dichiarato Pietro Giordano, segretario nazionale dell’associazione – e non si tagli il 55% a favore dei contribuenti, una detrazione fiscale che ha realizzato risparmio energetico, emersione del lavoro nero e stabilizzazione di imprese artigiane». Basteranno stavolta le proteste a determinare un nuovo dietrofront da parte della maggioranza?

Fonti: Ansa e Eco dalle Città


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