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Sostenibilità, il Consumo di Zona
Per misurare la sostenibilità si valutano edilizia, urbanistica, trasporti ed energia, una sorta di indice della sostenibilità di una zona antropizzata

Sviluppo sostenibile, mobilità sostenibile … tutto incentrato sulla sostenibilità. Ma che cosa vuol dire questa parola?
Innanzitutto va precisato che la sostenibilità non ha solo un carattere ambientale, ma si sviluppa anche sotto un profilo economico e sociale, comprendendo tutti gli aspetti del vivere umano.

Quindi all’interno della sostenibilità ricadono:
– l’efficienza energetica degli edifici,
– il sistema di trasporto pubblico che funziona e non inquina,
– la dislocazione dei servizi al fine di limitare gli spostamenti degli utenti, la riduzione dei consumi,
– la buona gestione dei rifiuti,
– la pubblica partecipazione della cittadinanza in fase di progettazione,
– lo sviluppo delle social housing.

Non è facile avere i risultati sperati in corso di progettazione, perché spesso ciò che manca è la visione d’insieme, la overview. Si vengono così a creare i paradossi energetici: abitazione altamente efficienti posizionate in luoghi isolati, non raggiunte dai servizi di trasporto pubblico e lontane dai servizi di prima necessità, oltre che dai posti di lavoro degli abitanti.

Ecco perché è nato il concetto di Consumo di Zona – CdZ, espresso come fabbisogno energetico annuo per abitante, utile per misurare la sostenibilità valutando aspetti diversi della progettazione: edilizia, urbanistica, trasporti ed energia, una sorta di indice della sostenibilità di una zona antropizzata.

Il consumo energetico che viene considerato è quello globale, ovvero quello ottenuto da un bilancio energetico che tenga conto di tutti i consumi derivanti dal settore edilizio (residenziale e non) e di quelli legati al trasporto da e verso i “centri gravitazionali” della Zona, ovvero le aree su cui gravita la popolazione per motivi scolastici o per funzioni specifiche.

Il calcolo del CdZ è affidato ad una relazione matematica, che supera i vari algoritmi settoriali sviluppati da Università ed Enti di ricerca.
La finalità dei CdZ è quella di classificare e vincolare la progettazione di nuove aree rispettando il Consumo di Zona di Progetto (CdZp).
In questo modo si va a garantire un corretto mix funzionale, una mobilità sostenibile ed una coerenza energetica sensibili alle esigenze della popolazione.
Il CdZ si otterrà attraverso azioni di progetto e azioni di processo.

Esempi di quartieri progettati secondo questo criterio di coordinamento delle variabili ce ne sono.
Vauban, quartiere di Friburgo, è uno di questi.
Il quartiere è un’area di circa 38 ettari, un’ex caserma militare, nata durante il periodo nazista e utilizzata dall’esercito francese a partire dal 1945 fino alla caduta del muro. Nel 1992 la caserma Vauban è stata restituita alla città, e a partire da quella data è stata oggetto di uno straordinario piano di riqualificazione. Sono state costruite in 10 anni più di 2000 unità abitative. Chi è venuto ad abitare qui ha venduto la propria auto.
Friburgo è una città a vocazione ciclabile già da diversi anni: il 28% degli spostamenti vengono effettuati in bici, per un totale di circa 211.000 tragitti ogni giorno (leggi anche Pedalare!).

A Vauban sono andati oltre: nelle strade del quartiere sono ammesse autovetture private solo per il carico e lo scarico e posteggiare l’automobile è piuttosto costoso. Attualmente il 70% delle famiglie non possiede un’automobile mentre alcune famiglie hanno un’auto in comproprietà, e per coloro che vi rinunciano esistono all’occorrenza efficienti servizi di car-sharing. Le abitazioni private hanno un piccolo giardino di pertinenza che si affaccia sulla strada, buona parte però senza recinzioni, perché l’ambiente che circonda le case non è più vissuto come uno spazio privato da difendere ma anzi, da vivere e condividere.

Tra le linee guida seguite dall’amministrazione comunale ci sono:
1. l’incremento delle aree verdi;
2. il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico;
3. la promozione della mobilità pedonale e ciclabile;
4. obblighi di ridurre i consumi energetici nelle nuove costruzioni;
5. lo sviluppo di un centro del quartiere con piccole attività commerciali così come di attività produttive che avvicinino le zone residenziali e quelle produttive;
6. offrire a giovani famiglie di diverse estrazioni sociali abitazioni di qualità all’interno della cerchia periferica della città, per contrastare il fenomeno del pendolarismo e l’aumento delle edificazioni nelle aree agricole limitrofe.

Sicuramente Vauban è un ottimo esempio di progetto a basso CdZ. Magari intanto a noi basterebbe iniziare potenziando il trasporto pubblico, migliorandolo e iniziare a diventare meno dipendenti dall’automobile … A piccoli passi ci si può avvicinare ad un concetto di sostenibilità!

Articolo dell’Ing. Roberta Lazzari

Fonti

Casa&Clima – n. 29 anno VI gennaio febbraio 2011
http://gogreen-ecoarchitetto.myblog.it CdZ – Consumo di zona: cos’è? di Isabella Goldmann del 14 marzo 2011
http://www.zoes.it


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