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Bonus 55% cancellato dal maxiemendamento
Enti locali, imprese e associazioni di categoria esprimono insoddisfazione e chiedono al più presto un incontro con il Governo

Comuni e regioni insoddisfatti del maxiemendamento al ddl stabilita’. Per il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani il maxiemendamento e’ per le Regioni del tutto insoddisfacente.

Non risponde, ha spiegato, alle necessita’ per servizi fondamentali per le persone, le famiglie e le imprese. Le Regioni chiedono quindi un incontro al governo, ai vertici delle Camere e alle forze politiche, per spiegare le loro ragioni e sollecitare uno sforzo all’esecutivo.

Tra i motivi di disappunto per enti locali, imprese e associazioni di categoria c’è anche la cancellazione del bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.

“Non rinnovare le misure relative agli sgravi fiscali del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici è una scelta incomprensibile che avrà ricadute devastanti sul tessuto industriale della Piccola e Media impresa italiana (1 Miliardo di Euro di fatturato in meno previsto per il 2011 solo per il sistema serramenti), sull’occupazione non tutelata dagli ammortizzatori sociali (8000 i posti di lavoro che il comparto serramenti stima di perdere l’anno prossimo), sul bilancio energetico e ambientale del nostro Paese e sulle casse dello Stato – dichiara  Pietro Gimelli – Direttore Generale UNCSAAL (Unione Nazionale Costruttori Serramenti Acciaio Alluminio e Leghe) – .

Quest’ultimo oltre a perdere il gettito fiscale a causa della pesante contrazione di fatturato prevista, vedrà invertirsi il processo di emersione dell’economia che il 55% aveva indubbiamente generato e si vedrà inoltre costretto a pagare le pesanti penali comunitarie per il mancato raggiungimento dei concordati obiettivi di riduzione della Co2″.

“Nei prossimi giorni Uncsaal e FederlegnoArredo – annuncia Gimelli –  produrranno una mozione ufficiale che sarà veicolata a tutti i rappresentanti delle istituzioni coinvolte e condivisa attraverso internet con le migliaia di operatori e consumatori che già hanno aderito in massa alle precedenti battaglie per salvare il 55%, con l’auspicio che il Governo sappia e voglia trovare al più presto il modo di modificare questa decisione”.
 
“La mancanza di fondi nel bilancio pubblico che ha portato, nel maxi-emendamento alla Legge di stabilità del Governo, al taglio del rifinanziamento degli incentivi sul miglioramento energetico degli edifici, – precisa l’ing. Valeria Erba, presidenza di Anit, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico e acustico –  è sintomo dell’ assenza di una politica energetica e ambientale pianificata e coerente con gli impegni  che il Governo stesso ha assunto con l’Europa per la riduzione delle emissioni di gas inquinanti”.

“E mentre l’Italia decide di eliminare una delle iniziative più fruttuose e meritevoli sul risparmio energetico – aggiunge – , la Commissione Europea ha presentato ieri una nuova strategia che individua il settore dell’edilizia come uno dei settori con le maggiori potenzialità per affrontare la sfida energetica attuale. La Commissione ha annunciato un piano di incentivi e di strumenti di finanziamento innovativi da emanare entro la metà del 2011 per le misure di ristrutturazione edilizia e di risparmio energetico”.

“Auspichiamo un ripensamento sulle scelte effettuate dal Governo  e chiediamo a tutti i professionisti, alle associazioni di categoria, agli operatori del settore e ai cittadini di far sentire la propria voce.

Fonti: Ansa, Anit, Uncssal


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