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Toscana: "nessun ritardo degli enti locali nei pagamenti"
L'assessore regionale Nencini risponde al direttore della Cna di Firenze si era lamentato per la lentezza

«Le pubbliche amministrazioni pagano con lentezza? A volte è così, colpa anche di un patto di stabilità interno che blocca i pagamenti di Comuni e Province anche quando in cassa hanno risorse sufficienti a disposizione.

Ma il pubblico non sempre è la Cenerentola. La Regione Toscana e le Asl toscane sono ad esempio virtuose da questo punto di vista»

L’assessore al bilancio della Toscana, Riccardo Nencini, risponde così al direttore della Cna di Firenze Luigi Nenci, che insieme ad altri si era lamentato della lentezza nei pagamenti delle pubbliche amministrazioni.

«La Regione – spiega Nencini – paga il 27% dei suo fornitori entro un mese e il 44% tra 30 e 60 giorni. Quel che rimane per buona parte viene saldato al massimo entro 90 giorni. Le Asl pagano a 100 giorni. Sono i tempi medi del commerciale.

Se si considera che nel privato i pagamenti all’indotto, in questo periodo di crisi, spesso avvengono anche in un anno, al pubblico non si può certo imputare di essere peggio. Nonostante questo l’impegno è comunque quello di cercare di essere per il futuro ancora più veloci».

Intanto la Regione Toscana ha provato a mettere mano al patto di stabilità imposto dallo Stato agli enti locali, cercando di ridurne i paradossi e le storture più evidenti.

«Se il patto diventasse territoriale e regionale, molto potrebbe cambiare – commenta Nencini – E dal 2010 probabilmente cambierà. E’ la strada che è già stata battuta l’anno scorso da chi mi ha preceduto e su quella occorre proseguire».

I paradossi dell’accordo imposto agli enti locali per ridurre la spesa pubblica sono noti e sotto gli occhi di tutti. Per rispettare quel patto Comuni e Province più volte hanno dovuto rinviare opere da fare e in qualche caso ritardare di mesi i pagamenti alle aziende di lavori già fatti, pur avendo in cassa i soldi per farlo».

«Servirà una legge regionale – spiega l’assessore – Ma il meccanismo è già stato messo a fuoco e chi teme che la spesa pubblica cresca può stare tranquillo. Non un centesimo in più di quello precedentemente autorizzato uscirà infatti complessivamente dagli enti locali».

Oggi il patto di stabilità si misura per ogni ente: in futuro l’indicazione è quella di guardare all’aggregato regionale del comparto. Non conta se il singolo Comune o Provincia centrano l’obiettivo, ma se l’obiettivo in tutta la Toscana viene raggiunto.
In questo modo gli enti che ne abbiano necessità potranno essere autorizzati a superare il limite impos to dal patto, bilanciati dai migliori risultati di altri enti.

Un anticipo di quello che potrebbe succedere c’è stato l’anno scorso, quando la cessione di 100 milioni di liquidità dalla Regione agli enti locali ha fatto sì che 32 Comuni e una Provincia potessero superare, per altrettanti milioni, il limite imposto dal patto di stabilità interno.

Altrimenti quei 100 milioni sarebbero rimasti tutti nelle casse pubbliche e le prime ad essere penalizzate sarebbero state le imprese, già a corto di liquidità per la crisi e costrette ad attendere per troppi mesi.

Fonte: www.regione.toscana.it

 


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